In Terra Santa lo spirito di Assisi è nato dall’ormai famosa iniziativa di San Giovanni Paolo II del 27 ottobre 1986.
Ma già dagli anni ‘60, cioè dal Concilio Vaticano II, si praticavano già in Terra Santa, più o meno intensamente, degli sforzi per vivere il dialogo, la concordia e la collaborazione a livello interreligioso e interculturale.
Ma quello che diede una forte spinta allo spirito di Assisi è stata la firma dell’Accordo Fondamentale tra la Santa Sede e lo Stato d’Israele, il 30 dicembre 1993. L’Accordo Fondamentale era un documento diplomatico, non prevalentemente religioso. Praticamente, tra i suoi effetti principali, ha avuto una profusione di dialogo interreligioso a tutti i livelli.
Il mio collega Cesar Margieh presenterà chi e come si fa dialogo religioso in Israele. Personalmente, mi limito a presentare alcuni aspetti salienti del dialogo interreligioso in Israele e in Terra Santa in generale. Si vedrà come quasi tutti gli aspetti presentano dei lati positivi, ma anche dei lati che richiedono più lavoro e crescita.
- Il dialogo della vita. Per vita s’intende l’abitazione, la scuola, il lavoro e l’attività sociale in generale. Abbiamo in Terra Santa villaggi e città misti, ma quartieri musulmani, cristiani, ebrei e drusi. E’ in quegli ambienti che si gioca la sfida dell’integrazione positiva.
- Il dialogo bilaterale e globale. C’è una grande profusione di “interfaith associations” e di “centri culturali” dove il dialogo bilaterale funziona (cristiani-ebrei, ebrei-musulmani, musulmani-ebrei, drusi-ebrei), e anche quello trilaterale o di più componenti, globale. Anzi perché il dialogo sia più vero si sente il bisogno di quest’ultimo tipo di dialogo. Sarà questo dialogo in avvenire il successo della convivenza umana.
- Il dialogo intorno alla Parola di Dio. Non solo i temi o i personaggi scelti per il dialogo sono biblici. Ma l’impostazione stessa e il come si svolge il dialogo sembrano imitare i dialoghi nei libri sacri di ogni religione. Anzi, l’idea stessa di dialogo sembra venire dalla Rivelazione, dal dialogo tra Dio e l’uomo.
Qui si tocca un punto importante, dove si dovrebbe migliorare. Raramente il problema della giustizia e della pace viene abbordato nel dialogo. Sembra un paradosso. A causa della sua delicatezza, per non provocare ulteriori problemi, e per non sabotare il dialogo appunto, si preferisce un soggetto biblico e comunque religioso. - Il dialogo intorno ai Luoghi Santi. In Terra Santa si beve l’acqua sorgiva della fonte, si respira l’aria pura delle origini. Se è vero, ed è vero, che una religione nasce da una nuova esperienza dell’uomo con Dio, il dialogo presso i Luoghi Santi è un’occasione unica perché gli uomini si avvicinino a Dio e gli uni agli altri. Emblematico è stato l’incontro interreligioso di Papa Benedetto XVI nella Basilica dell’Annunciazione il 14 maggio 2009, ma anche gli incontri degli altri papi con capi religiosi, al Muro del Pianto e alla Moschea di Omar.
- Il dialogo dei pellegrini. E’ un fenomeno religioso in crescita e incoraggiante. Molti pellegrini, accanto alla visita ai Luoghi Santi, chiedono di organizzare un incontro interreligioso a due o tre o più voci. Si potrebbe chiamare il ‘dialogo delle sorprese’, perché i pellegrini scoprono sugli altri degli aspetti che fanno cadere pregiudizi e generano la convinzione che gli aspetti che ci uniscono sono più numerosi degli aspetti che ci separano.
- Il dialogo della storia. Collegato la Bibbia la storia della salvezza…
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