Comparteix-Ho

Vostra Beatitudine, Patriarca di Alessandria e di Tutta l’Africa,
Reverenze, Rappresentanti delle Sacre Chiese Ortodosse,

La celebrazione di ogni Divina Liturgia è un’opera in comune tra il cielo e la terra. E’ memoria del passato e attesa del Regno che deve venire. E in questa liturgia, che, se Dio vorrà, stiamo celebrando, siamo stati portati in alto, alla presenza degli angeli, ma anche nel passato, dove i fedeli hanno sempre venerato il Signore nella stessa maniera. Abbiamo anche rivolto il nostro sguardo al Regno di Dio che viene. Il legame tra il cielo e la storia nella Divina Liturgia ci conferma che Cristo è in mezzo a noi, era, è e sarà. Attraverso Gesù Cristo esiste un profondo legame tra il passato, il presente ed il futuro. Attraverso la Divina Liturgia, anche se in lingue diverse, abbiamo affermato l’unità della fede ed il vincolo dell’amore tra di noi.

Siamo particolarmente felici, Venerati Fratelli, della vostra presenza a Cipro. Guardiamo indietro agli ottimi rapporti tra la Chiesa Apostolica, la Chiesa di San Barnaba, con le vostre Chiese e cogliamo questa opportunità per chiedervi di dare la vostra benedizione al nostro popolo devoto.

E’ universalmente riconosciuto che la nostra civiltà sta attualmente attraversando una grande crisi. Lo sviluppo tecnologico sta ponendo sfide alla vita delle persone, ha soppresso strutture sociali precedenti e ha contribuito a mettere in discussione valori sopravvissuti per molti secoli. Il mondo moderno sta abbandonando i valori tradizionali nazionali e religiosi. Valori economici stanno tentando di prendere il posto di valori umanitari. E valori materiali stanno combattendo per prevalere su quelli spirituali. Principi e valori sui quali l’umanità si era fondata nei secoli – addirittura nei millenni - vengono privati del loro significato o relativizzati. E la società appare oscillare tra il passato e il futuro incerto, in un presente fluido e sempre in cambiamento.

Uno di questi valori, il valore della pace, è il soggetto di questo incontro internazionale, ospitato attualmente dalla Chiesa di Cipro, e per il quale siete venuti nel nostro Paese, Venerati Fratelli. La pace è una condizione essenziale e un principio fondamentale nella vita e nelle preghiere della nostra Chiesa. L’abbiamo spesso invocata per ognuno, per il popolo e per noi stessi, nella Divina Liturgia, con le parole Pace a Tutti. Abbiamo pregato per la pace nel mondo. Veniamo invitati a lasciare questo luogo nella pace, avendo nelle nostre menti e nei nostri cuori la pace di Dio. Vivere in pace con tutti, da cristiani siamo chiamati ogni giorno a prepararci al nostro viaggio celeste.

In tempi passati, anche prima che nascesse il cristianesimo, nel mondo antico, la pace era vista nel modo vero e corretto. Era fondata sulla giustizia, la libertà e la fraternità tra uomini e nazioni. Ma ai giorni nostri, in cui un edonismo senza status e una punto di vista materiale sta minacciando la società, anche alla pace si comincia a dare un valore relativo. Se la libertà viene confusa con la “coesistenza” e la giustizia viene declassata ad un “dare e prendere”, la pace diventa un compromesso ingiusto allo scopo di evitare la guerra.

Per noi cristiani la pace viene sempre identificata, in ogni epoca, da Cristo che è la verità e la vita. Cristo è la nostra pace (Ef. 2, 14). Egli ha fatto sì che i due mondi in guerra, coloro che conoscevano Dio e coloro che non lo conoscevano, si unissero in un solo popolo, e con la sua morte in croce ha abbattuto tutto ciò che li separava come un muro. Egli annunzia la pace per il suo popolo (Ps 85, 9). Presso di Lui l’uomo è riconciliato con Dio, si trova in pace con la sua coscienza e in pace con gli altri.

E’ questa triplice pace che San Matteo trovò presso il Signore, come ci dice il Vangelo. Tanti anni seduto al banco delle imposte, impegnato a fare profitti come esattore di imposte, non trovò nessuna soddisfazione. Ecco perché la risposta alla chiamata di Cristo: “seguimi”, fu immediata. Fu come se fosse stato colpito da un fulmine. Come se una corrente elettrica fortissima fosse stata lanciata attraverso di lui. Presso Gesù egli trovò la pace che desiderava così ardentemente. E’ questa pace che ogni uomo onesto ha desiderato in tutte le epoche.

E se nel passato era necessario cercare il Signore della Pace, di cui era stato profetizzato che la sua pace non avrà mai fine (Is 9, 7), e che Nei suoi giorni fiorirà la giustizia e abbonderà la pace (Ps 72, 7), è ancora più necessario ai giorni nostri. Il nostro tempo, con i suoi tanti echi di inquietudine umana, con la ricerca disperata del benessere e della prosperità. I nostri giorni, in cui la pace è stata fatta sparire dalla vita degli uomini e in cui le loro molte passioni li portano a condurre guerre e giungere a compromessi.

Noi qua a Cipro stiamo vivendo una situazione di non-guerra condotta nel nome della pace, che è fondata sulla forza e sull’ingiustizia, con morti, dispersi, profughi, occupazione, privazione dei nostri diritti fondamentali, occupazione della nostra terra da parte di altri, pulizia etnica. Questo è il motivo per cui siamo così sensibili alle questioni riguardanti la pace e la giustizia.

Dopo avervi dato nuovamente il benvenuto, illustri ospiti, fratelli del clero superiore ortodosso, come anche cristiani di altre denominazioni, e dopo avervi augurato successo nei lavori della Conferenza che ci accingiamo ad iniziare oggi, chiediamo a Sua Beatitudine, l’Arcivescovo Teodoro, Patriarca di Alessandra, in quanto di rango più elevato tra i presenti, di benedire il nostro popolo e di rivolgere a noi, vicini e lontani, la sua parola.

Sacra Arcidiocesi di Cipro
16 Novembre 2008.