12 Septiembre 2011 16:00 | Künstlerhaus am Lenbachplatz, Festsaal
"Appartenenze locali, identità universali di Johan Bonny
Commento su una parabola:
Egli (Gesù) disse anche: "A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra”. (Mc 4,30-32)
1. Un albero non può crescere se non è "radicato" in un terreno solido, fertile e accogliente: un'identità non può crescere, se non da radici solide in una specifica cultura locale e coerente.
2. I popoli e le nazioni hanno il diritto e il dovere di far crescere e fiorire la propria cultura, per il bene proprio e degli altri.
3. La parabola suggerisce giustamente che l'obiettivo di crescere in una specifica identità non può essere limitato solo all’auto-realizzazione; l'auto-realizzazione dovrebbe trascendere se stessa nell’ospitalità.
4. Solo quando l'auto-realizzazione si tramuta in ospitalità, solo allora la felicità diventa possibile. Anche l'albero più alto e più grande non può cantare; solo gli uccelli che fanno il nido alla sua ombra possono farlo. L’ospitalità rende la vita diversa: sia per l’albero che per gli uccelli.
5. Il messaggio del Vangelo riguarda il Regno di Dio e la "felicità" che ne deriva. Una questione aperta: come possiamo presentare nelle società moderne l’"ospitalità" come una via per una felicità più grande, sia per colui che dona "ospitalità"sia per colui che la riceve?
6. In città ed agglomerati "multiculturali": favorire la possibilità per i diversi gruppi culturali di arrivare e costruire il proprio "nido". Essi possono portare nuova vita nei "vecchi" alberi della nostra società. Preparano la strada per un futuro più grande e più ampio per le nostre società. Possono trarre vantaggio dalle nostre tradizioni culturali.
7. Una realtà dolorosa, nascosta dietro la facciata di buone maniere della nostra città e degli agglomerati "multiculturali": persone e comunità senza radici, che hanno perso le proprie stesse radici e non riescono a costruire un nuovo" nido ".
8. Le autorità civili devono essere appoggiate e sostenute nei loro sforzi per mantenere l’albero dell’ "identità locale" sano e stabile. L'ospitalità può essere praticata solo nella misura in cui l’albero rimane fermo e ritto. Dovremmo cercare di capire perché le persone e le autorità nelle nostre grandi città sono preoccupati di aprire troppo e troppo facilmente le porte.
9. Persone e gruppi di diversa appartenenza culturale dovrebbero essere sostenuti non solo a "costruire il proprio nido", ma anche a prendersi cura dell’albero che li ospita. Ospitalità e responsabilità dovrebbero andare insieme.
10. Anche se l'ospitalità non è intrinsecamente legata alla reciprocità, implica normalmente un invito simile da colui che è stato ricevuto. L’ospitalità riceve il suo compimento nella reciprocità (almeno intenzionalmente).