K’vod Harabbanim,
President Steinmeier,
Mr. Riccardi,
Grand Imam Al-Tayyeb
President Sissoco Embaló,
Ms. Zarabi,
Mr. Pillay,
Ms. Kurschus,
Bishop Bätzing,
Illustri ospiti
Mi chiamo Zsolt Balla e, in qualità di membro del consiglio della Conferenza rabbinica ortodossa tedesca, ho l'onore di parlarvi oggi a nome del rabbino capo Pinchas Goldschmidt, presidente della Conferenza dei rabbini europei. È un vero privilegio unirmi alla prestigiosa comunità di Sant’Egidio e prenderci per mano per discutere dell’audacia della pace.
Il Talmud babilonese dice che se uno fa un sogno e nel sogno appare una cosa fra le tre seguenti, il sogno può anticipare la pace. Queste tre cose sono: un fiume, un vaso e un uccello. La domanda ovvia è: cosa hanno a che fare queste tre cose con la pace?
I rabbini spiegano che l'affermazione del Talmud è ovviamente metaforica. Il fiume, il vaso e l'uccello rappresentano tutti un diverso livello di pace.
Il fiume, che per definizione costituisce uno spartiacque tra le sue due sponde, consente tuttavia la comunicazione e perfino lo scambio. Infatti, si possono costruire ponti o usare una nave per collegare le due parti. Ma le due sponde esisteranno sempre come entità separate. Questa coesistenza può permettere a ciascuna delle parti di avanzare, ma non sbloccherà le capacità che permetterebbero loro di arrivare ancora più in alto. Le due sponde del fiume restano estranee l'una all'altra. L’umanità ha sperimentato molte volte come la paura di uno sconosciuto possa portare odio, aggressività e distruzione. La pace rappresentata da un fiume è instabile.
Il vaso rappresenta un livello più elevato di pace. Ci sono due elementi contrastanti, che non possono esistere insieme: il fuoco e l'acqua. L'acqua spegne il fuoco, ma senza il fuoco non potrebbe mai diventare calda. Mettendo un vaso in mezzo, si ottiene tuttavia una cooperazione tra fuoco e acqua. Questo rappresenta il livello di pace in cui le due parti in conflitto comprendono che hanno bisogno di determinate misure e regolamenti per lavorare insieme, per raggiungere uno scopo più alto, ma senza farsi del male a vicenda. Così come un vaso riesce a raggiungere questo obiettivo, così è possibile che le due parti in conflitto si sforzino insieme per ottenere un obiettivo comune.
Ma c'è un limite. Quando l'obiettivo comune viene raggiunto, il vaso non è più necessario. Allora c'è il rischio di ritornare al livello inferiore di pace, rappresentato da un fiume.
L'uccello simboleggia l'obiettivo finale della pace. Gli uccelli uniscono nella loro esistenza due cose che non potranno mai realmente unirsi: il cielo e la terra. Alla fine degli anni '90 una troupe che girava un documentario seguì gli uccelli migratori. Dopo molte settimane la troupe, che letteralmente volò per migliaia di chilometri insieme agli uccelli, disse che si era resa conto che non erano loro a osservare gli uccelli. Erano gli uccelli che li osservavano. Qui c'è armonia completa, cielo e terra si uniscono.
E questo è il livello a cui dobbiamo tendere. Dobbiamo comprendere che non possiamo esistere l’uno senza l’altro. Tutta l’umanità dipende l’uno dall’altra. Ciò è espresso dall'analisi etimologica della parola ebraica pace, “Shalom”. Shalom ha origine dalla parola “Shalem”, “completo”. E quindi la traduzione più corretta di “Shalom” non è “pace”, ma “completa unità armoniosa”. “Shalom” si realizza quando tutti noi riconosciamo che non siamo altro che piccoli ingranaggi di un’enorme macchina. Sì, la macchina è enorme, ma non funziona finché tutti gli ingranaggi non sono al loro posto e girano come dovrebbero.
Il prossimo fine settimana nelle sinagoghe di tutto il mondo si celebrerà Rosh Hashana, erroneamente conosciuto come “Capodanno ebraico”. La giornata commemora la creazione del mondo e dell'umanità. Quindi è davvero il nuovo anno del mondo, ma solo gli ebrei lo sanno. Nelle sinagoghe si diffonde il suono primitivo dello shofar, il corno dell’ariete, che ci chiama a pentirci davanti al Creatore del Mondo.
Il grande filosofo ebreo medievale, Rabbi Moshe ben Maimon, noto come Maimonide, scrive che per pentirci dobbiamo considerarci come qualcuno che sta nel mezzo, sia come individui che come umanità, i cui meriti e peccati sono uguali, e ogni azione, buona o cattiva, potrebbe far pendere l'ago della bilancia, dalla parte del bene e del male. Davvero, ogni piccola azione? Il mio insegnante e mentore, il rabbino Rappoport di Gerusalemme, analizzando l'affermazione di Maimonide, afferma che con la nostra attuale conoscenza della matematica, Maimonide avrebbe descritto questo fenomeno con la teoria del caos, o come forse avrete sentito parlare, con l'effetto farfalla. Significa che tutti noi possiamo effettivamente influenzare il mondo. Sì, proprio come il movimento di una farfalla può, in determinate circostanze, provocare un uragano a migliaia di chilometri di distanza, così le nostre piccole azioni potrebbero trasformarsi in enormi eventi. Noi contiamo.
Noi abbiamo il privilegio di sederci in questa sala insieme a molti leader e persone eccellenti, ed è chiaro per me che tu sei qui, perché riconosci che sì, le nostre azioni contano, e sì, vogliamo far pendere la bilancia dalla parte del bene. Non ho l'audacia di dirti in che modo dovresti farlo. Ma cito le parole del grande Lord Rabbi Jonathan Sacks, defunto di benedetta memoria: “I buoni leader creano seguaci, ma i grandi leader creano leader”.
È nostro dovere portare questo messaggio di pace o, come indica la parola ebraica, messaggio di “Shalom”, di completa unità armoniosa. Possano i nostri sforzi essere per amore del Cielo e possa l'Onnipotente mandare su di noi la sua benedizione e la sua pace!