12 Septiembre 2011 09:00 | Residenz, Kaisersaal
Lo spirito di Assisi: 25 anni di storia di Mohammed Amine SMAILI
Lode all’unico Dio
La storia contemporanea è fatta di avvenimenti che hanno avuto ed hanno sempre un impatto considerevole sullo spirito umano. Noi, in quanto comunità religiose, abbiamo conosciuto dei momenti terribili nel corso della storia. La guerra delle crociate ne fu un esempio, il sistema politico si mischiò al campo religioso fino a creargli un grave danno. Lo spirito di San Francesco d’Assisi e la volontà di Giovanni Paolo II ci donano speranza quanto al dialogo e alla tolleranza.
L’incontro di Assisi fu un tornante decisivo e memorabile nella nostra storia, perché ha condotto tutte le religioni del mondo a stabilire un consenso unanime sul fatto che il dialogo è la sola via che possa permettere all’umanità di comprendersi e di conseguenza di considerare la diversità non più come un ostacolo alla comunicazione, ma piuttosto come una ricchezza.
Dopo 25 anni da Assisi, notiamo che lo spirito di questi incontri si perpetua fino ad oggi. Lo si vede molto chiaramente nell’attuale primavera dei piccoli popoli sud-mediterranei. Lo spirito di Assisi veicola la libertà e la pace, una pace all’interno di una comunità allargata ed universale.
L’Europa attraverso la sua civilizzazione, la sua cultura, il suo modo di vivere e la sua storia ha conosciuto delle tappe difficili che hanno poi generato la nascita dell’Unione Europea e l’Unione Europea è sinonimo di pace.
L’Unione Europea è organizzata intorno ad un sistema democratico e legislativo. Recentemente il vento della democrazia ha soffiato sul sud Mediterraneo, questo vento ha incontrato popoli poveri, divisi e che vivevano sotto la dittatura. Questi piccoli popoli hanno risposto in maniera spontanea a questo vento per abbracciare la democrazia del nord civilizzato. La democrazia non fa differenze tra gli essere umani ed accoglie colui che la invoca.
La religione, d’altro canto, domina attraverso la preghiera l’anima dell’essere umano. Dunque, i politici hanno strumentalizzato questa influenza della preghiera per utilizzarla a fini politici immediati. Ma la democrazia non ha frontiere, è un vento che soffia in tutte le direzioni, il vicino respira questo vento e si trova a desiderarlo.
Lo spirito di Assisi è stato trasformato da Giovanni Paolo II e dalla determinata volontà della Comunità di Sant’Egidio a perseverare nel lavoro e nei dibattiti per non far cadere le occasioni di confronto tra le culture e le civilizzazioni, comprendere i non europei ed indirizzare al mondo intero un messaggio chiaro: è attraverso la sincerità, l’avvicinamento e il dialogo che si può comprendere l’altro e vivere con lui.
Un mondo migliore ed un fiorente avvenire sono possibili. Le nostre politiche devono seguire la via della ragione, della tolleranza, ascoltare il messaggio religioso e comprenderlo senza pregiudizi o malafede.
L’umanità ha pagato caro, in termini della propria anima, delle proprie ricchezze e dei propri valori, la divisione degli esseri umani; tracciando per loro cioè un avvenire separato tra bianchi e neri, il nord ed il sud, gli atei e i laici. La divisione regnava, la guerra anche.
La religione non giocava più il suo ruolo e l’essere umano non viveva più in pace. “Come si può raggiungere la pace senza una comprensione sincera e giusta della religione?”. Le sinagoghe, le chiese e le moschee testimoniano che noi possiamo vivere insieme attraverso le preghiere, i libri sacri, la forza della fede ed il dialogo. Questo dialogo che non è sempre facile da instaurare e che talvolta può essere doloroso da accettare.
Ci sono allora due vie:
1) la via dell’odio, i cui comportamenti sono dominati dalla paura. E’ la paura dell’Altro che è alla base della mancanza di comunicazione, di tensione e di violenza tra i popoli. E’ la paura di essere dominati che spinge anche i popoli a voler imporre la loro ideologia per unificarla a livello mondiale sradicando ogni forma di diversità con lo scopo di dominare gli altri.
2) l’altra via è la via umana, quella dell’amore e della saggezza, che accoglie la diversità a braccia aperte in una visione larga e pacificata del mondo.
Si tratta dunque di collaborare insieme verso un’intesa cordiale e durevole e superare le forme dell’odio e del disprezzo.
Spesso i semplificatori ci mostrano un mondo ridotto agli scontri di civilizzazione e religione. Ma la realtà non è così. Noi siamo tutti legati in profondità al di là delle nostre differenze. Un tessuto meticcio, culturale e spirituale, ci unisce tutti, anche se differenziato dalle nostre identità.
Essere se stesso, fedele alla propria fede, non contraddice la ricerca del dialogo. Il dialogo tra credenti è necessario, così come quello tra credenti, umanisti e atei. L’importante è di non chiudersi nella propria stretta visione delle cose e aprirsi all’Altro nella sua differenza. E’ il solo modo di arrivare ad un consenso pacifico.
Un grande scrittore francese laico, nato in Algeria, Albert Camus diceva a dei religiosi cristiani durante un incontro “il mondo ha bisogno di vero dialogo. Il contrario del dialogo è la menzogna, come il silenzio; e non ci sono altri dialoghi possibili che quelli tra persone che restano quello che sono e che parlano sinceramente”. Il dialogo richiede che i credenti siano dei veri credenti. Bisogna parlare con coraggio ai cuori degli uomini e delle donne : bisogna parlare della santità della pace e della maledizione del disprezzo e dell’odio1
Odio e disprezzo arano il terreno dove poi crescono i semi della violenza.
La primavera dei piccoli popoli che sperano di vivere nella libertà potrà far cessare la povertà e la miseria e offrirà a questi esseri umani una via universale e democratica.
Le pubblicazioni del Prof. Andrea Riccardi, della Comunità di Sant’Egidio sono il frutto delle continue attività a favore del dialogo tra i popoli. Questa pubblicazioni rappresentano in maniera eccellente una seria “road map” per coloro che sono ancora alla ricerca di un cammino di pace.
Mohammed Amine Smaili
Professore di dogma musulmano e religioni comparate
Facoltà di Lettere e Scienze umane
Università mohammed V – Agdal
Rabat - Marocco