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“C’è bisogno che credenti e umanisti scendano in profondità per trovare una nuova passione e trovare spazi comuni in cui vivere insieme tra le diversità”
- BAVIERA, ALEMANIA
25 anni dopo l’incontro di Assisi convocato da Giovanni Paolo II il mondo è molto cambiato anche all’interno degli incontri che hanno continuato lo “spirito di Assisi” nuove sfide hanno portato cambiamenti.
Uno di questi, all’incontro “Bound to live together” in corso a Monaco è la presenza di un Panel intitolato “Umanisti e credenti: agenda della convivenza”. Come ha sottolineato Monsignor Vincenzo Paglia, una tavola rotonda di questo tipo non c’era all’inizio di questi incontri, e non sarebbe stata immaginabile “l’unico dialogo era quello tra marxisti e cattolici, un dialogo tra due chiese”.
Oggi ciò che può unire umanisti e credenti è la cultura, la ricerca di spazi comuni per un umanesimo nuovo. “C’è bisogno che credenti e umanisti scendano in profondità per trovare una nuova passione e trovare spazi comuni in cui vivere insieme tra le diversità”.
E lo spazio comune può essere quello della giustizia e della carità, che il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha definito temi che sono al di sopra di ogni fede o credo: “Il credere dà un sapore in più, ma ci sono alcuni valori che sono comuni a tutti, per questo vanno cercati e perseguiti”.
Anche perché, ha concluso Paglia, il dialogo non è una tecnica. L’esperienza di incontri come questi è che il dialogo può essere sottratto alla politica e ai giochi diplomatici. La pace è una dimensione del cuore, perché la pace e la guerra partono da lì”.