Share On

Jean-Pierre Delville

Catholic Bishop, Belgium
 biography

Le vecchie opposizioni
Per secoli, i rapporti tra le grandi religioni monoteiste sono stati conflittuali, polemici e talvolta violenti. I cristiani chiamavano i musulmani "gli infedeli", cioè coloro che non sono fedeli alla fede cristiana; e chiamavano gli ebrei "i perfidi", cioè quelli che agiscono contro la  fede o in malafede. Questa reciproca diffidenza nel tempo si è trasformata in persecuzioni, antisemitismo e guerre di religione o crociate contro i musulmani, i cosiddetti saraceni.

Le nostre radici comuni
Eppure abbiamo radici comuni: noi tutti riconosciamo Abramo come padre dei credenti e ci ispiriamo al suo cammino di fede. Abramo ha creduto in un solo Dio, che è il Dio che ci unisce. Abramo è la base del rispetto per il prossimo e dell'etica che ci unisce nel rispetto della persona umana. Ecco perché possiamo costruire ponti tra le nostre tre religioni, ebraismo, islam e cristianesimo.

Gesù e il dialogo interreligioso
Nella storia si sono già realizzate diverse occasioni di dialogo tra rappresentanti delle maggiori religioni. Ricordiamoci che Gesù conversò con una donna siro-fenicia (Mt 15,21-28), che le chiese di guarire sua figlia. Gesù gli rispose: " Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini". Allora la donna rispose a questa famosa frase: " È vero, Signore , eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni". Allora Gesù le disse: " Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri. E da quell'istante sua figlia fu guarita." Gesù quindi riconobbe la fede di una donna pagana. Ha anche dialogato con una samaritana e le ha detto: " né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. … i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità" (Gv 4, 21-23).

Il dialogo nel Medioevo
Nel medioevo, l'imperatore Carlo Magno inviò un'ambasciata al califfo di Baghdad nel 797 e chiese agli ebrei di essere gli interpreti di questa ambasciata; il sultano Hâroun al-Rachīd offrì all'imperatore un magnifico elefante bianco, LA cui zanna è ancora oggi conservata nel tesoro della cattedrale di Aquisgrana. Citiamo anche il grande filosofo Pierre Abelard (1079-1142) e il suo Dialogo tra un filosofo, un ebreo e un cristiano. Grazie al metodo scolastico, sistematicamente basato sulle domande "sì e no" ("sic e non"), è stato in grado di affrontare pacificamente la relazione spesso conflittuale tra ebrei e cristiani. Il dialogo tra ebrei e cristiani dunque esisteva, ma si deteriorò nel corso del Medioevo...
Ricordiamo anche l'atteggiamento di San Francesco d'Assisi davanti al sultano Malik-el-Kamil nel 1219 durante la 5ª Crociata: egli volle passare le linee nemiche per conversare con il Sultano. Questi lo ricevette cortesemente. Francesco si fermò una settimana e poi ritornò nel suo campo. Negli ambienti francescani si è conservato il ricordo, a volte un po 'imbarazzato, di questo evento e l'episodio è stato dipinto da Giotto nella basilica di Assisi intorno al 1300. Pensiamo anche al beato Ramon Lull (1232-1316), un Francescano che ha scritto il libro del “Gentil e los tres savis”. Presenta un dialogo tra un pagano e tre credenti: un ebreo, un musulmano e un cristiano. È stato ispirato dalla situazione che ha trovato nel Mediterraneo, specialmente nelle isole Baleari.
Vogliamo ricordare anche il cardinale Nicola di Cusa (1401-1464), che scrisse nel 1453 “De pace fidei” (La pace della fede). In conclusione, Nicola di Cusa scrive: "Nel nome di tutti coloro che accettano una sola fede e la prendono come fondamento della pace eterna, che nella pace sia lodato il creatore di tutti!” Secondo il Cardinale, la pace non è solo obiettivo da raggiungere, come l'unità, ma è ancor prima la strada da percorrere per raggiungere questo scopo. Ed è un contemporaneo di Nicola di Cusa, Giovanni di Segovia, a tradurre il Corano dall'arabo al latino.

Il Concilio Vaticano II promuove ufficialmente il dialogo
Fu comunque il Concilio Vaticano II che fece sì che l'insegnamento di alcune menti illuminate divenisse un sentire comune condiviso da tutti i cristiani cattolici. E’ la dichiarazione Nostra Aetate (1965), che per la prima volta parla ufficialmente in modo positivo, del rapporto tra il cristianesimo e l’ebraismo, l'Islam e le grandi religioni, dando uno status teologico al dialogo interreligioso. Questo vuol dire che anche le altre religioni influenzano profondamente il cuore delle persone: l'altra religione non è solo un fatto o una sfortunata casualità della storia, ma al contrario una realtà significativa che può arricchire anche la nostra identità. “La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini.” (Nostra Aetate, 2). Già nel 1964 Papa Paolo VI aveva pubblicato un’enciclica incentrata sulla nozione di dialogo , Ecclesiam suam.

La preghiera delle religioni per la pace (Assisi, 1986) e le sue sfide
La dottrina della Nostra Aetate ha visto la sua realizzazione concreta nella Preghiera delle Religioni per la Pace, voluta da Papa Giovanni Paolo II e svoltasi ad Assisi il 27 ottobre 1986. Più avanti dirà al riguardo "Avevo tanto desiderato questo incontro; volevo che, di fronte alle tragedie di un mondo diviso e sotto la minaccia della guerra, sorgesse dal cuore di ogni credente un grido comune verso questo Dio che guida il cammino di ogni uomo sulle vie della pace ". E’ stato un evento decisivo in tema di  dialogo interreligioso e di teologia; che pone la Chiesa davanti alle religioni con un nuovo atteggiamento, non solo da un punto di vista teorico, come richiesto dal Concilio Vaticano II nel suo decreto Nostra Aetate, ma anche in modo pratico e concreto, in un incontro comune. Ciò provocherà lo scisma di Mons. Marcel Lefebvre, che vedrà in questa iniziativa un tradimento della Chiesa, un abbandono della fede nella dimensione assoluta del cristianesimo e persino un'adorazione degli idoli. È vero che la Chiesa ha vissuto su questo argomento un'importante mutazione: è una vigorosa apertura all'alterità e una più profonda fede nell'azione diversificata dello Spirito Santo in tutte le culture e religioni del mondo. L'incontro di Assisi è stato ripreso dalla Comunità di S. Egidio dal 1987 ad oggi. È molto importante creare ogni anno un punto d'incontro per le religioni di tutto il mondo, in un'atmosfera di pace e preghiera.

Il ruolo di Papa Giovanni Paolo II
Papa Giovanni Paolo II ha fatto anche altri importanti passi di riconciliazione: per esempio, ha visitato la sinagoga a Roma - il primo Papa a farlo dopo San Pietro! Poi ha visitato la Moschea degli Omayyadi a Damasco, dove secondo la tradizione è sepolto Giovanni il Battista. Ha promulgato la dichiarazione We Remember riguardante la Shôah. Ha chiesto a tutti i cristiani di ricordare il genocidio degli ebrei durante la guerra e di rinunciare a qualsiasi forma di antisemitismo. Chiese che la Chiesa osservasse il suo linguaggio liturgico e catechetico, per evitare qualsiasi espressione offensive nei riguardi degli ebrei. Giovanni Paolo II ha anche incontrato giovani musulmani in Marocco, a Casablanca.

Gettare ponti tra religioni in Belgio
Lavoriamo insieme per la promozione dei corsi di religione nelle scuole, e specialmente per la formazione degli insegnanti di religione musulmana nelle scuole ufficiali dello stato. A questo scopo i vescovi si incontrano con i rappresentanti delle grandi religioni, M. Markiewicz, presidente del Concistoro nazionale ebraico del Belgio, e Salam Echallaoui, presidente dell'Esecutivo dei musulmani. Abbiamo istituito corsi di formazione per gli insegnanti musulmani nelle principali università, inclusa l'Università cattolica di Lovanio.
Quest'anno abbiamo promosso i corridoi umanitari per l'accoglienza dei rifugiati siriani nel nostro paese, in condizioni di assoluta legalità. È un'iniziativa della Comunità di S. Egidio e delle Chiese locali, realizzata anche in Italia. In Belgio, sono le tre religioni monoteiste, incluse le varie Chiese cristiane, che si sono alleate per trovare luoghi dove ospitare e mettere su dei team di accoglienza. È un modello per l'accoglienza degli stranieri e la popolazione ha accolto favorevolmente questa iniziativa.

Costruire ponti tra religioni nella diocesi di Liegi
Tutte queste iniziative devono essere trasmesse a livello locale. Ecco perché, nella mia diocesi di Liegi, in Belgio, ho istituito una commissione per il dialogo interreligioso. Lo scopo di questa commissione è creare contatti e luoghi di dialogo tra le principali religioni. Facciamo visite reciproche nei luoghi di preghiera delle diverse religioni, in particolare nelle moschee e nelle sinagoghe.
Per esempio, mercoledì 13 aprile 2017 presso la moschea Al Itissam del Centro islamico e culturale di Liegi, in rue de Porto 64, si è tenuto un incontro interreligioso con rappresentanti di ebraismo, cristianesimo e islam. Ho partecipato, con i membri della Commissione diocesana per il dialogo interreligioso. L'incontro, in un clima particolarmente caloroso, prevedeva anche un tour guidato della moschea, uno scambio di riflessioni e una cena. La preghiera serale era aperta ai rappresentanti delle diverse religioni.
Nella città di Verviers, abbiamo visitato reciprocamente chiese e moschee. Una domenica i cattolici visitavano le moschee; un'altra domenica dei musulmani visitavano le chiese.
Ogni anno, organizzo durante il ramadan una cena di rottura del digiuno al vescovado. Ricevo i rappresentanti di tutte le moschee e di tutte le comunità musulmane. Sono circondato dai membri del mio consiglio episcopale. E’ un momento di convivialità e di incontro straordinario. Fra i nostri invitati, il prof. Michel Pivot, ha appena finito di scrivere una nuova biografia di Maometto, basata sui documenti storici e che ricostruisce bene la figura del profeta e il suo messaggio. Si tratta di un nuovo approccio, interessante per tutti.
Ogni anno facciamo una marcia per la pace il 1° gennaio. Fu un’iniziativa del santo Papa Paolo VI, che chiese di fare del 1° gennaio la giornata mondiale della pace. Per questo organizziamo una fiaccolata con gli ebrei e i musulmani. Alla fine i rappresentanti di ogni religione pronunciano un discorso spirituale, rivolto a tutti. L’anno scorso per i musulmani ha parlato una giovane donna e davvero il suo discorso era profondamente spirituale.
Sono stato invitato nella Sinagoga di Liegi per pronunciare un discorso sul vescovo di Liegi durante la 2° guerra mondiale, Mons. Louis-Joseph Kerkhofs, che nel 1942 mise su una rete di protezione per salvare gli ebrei della città, soprattutto i bambini, dai rastrellamenti dei nazisti. Furono salvati 150 bambini e anche il rabbino Joseph Lepkifker con la sua famiglia. Per questo il vescovo è stato dichiarato giusto fra le nazioni e un albero lo ricorda sulle colline vicino a Gerusalemme. E’ un esempio importante che ha segnato tutta la popolazione dopo la guerra.
Ho anche lanciato il progetto del restauro di una basilica dedicata alla pace dopo la guerra del 14-18, ma attualmente chiusa al pubblico a causa del suo deterioramento: sarà restaurata e ospiterà un memoriale della pace e sarà luogo d’incontro per tutte le religioni.

Il ruolo dei giovani

Da qualche tempo i giovani hanno preso l’iniziativa di organizzare una conferenza a tre voci, con testimonianze provenienti dalle tre religioni monoteiste, sul tema della Torre di Babele e della dispersione delle nazioni sulla terra. Era molto interessante ascoltare i punti di vista gli uni degli altri.
Allo stesso modo un professore di religione ha promosso una conferenza con i rappresentanti delle tre religioni con i  300 studenti  della sua scuola secondaria. Durante le ore di lezione hanno preparato molto bene le loro domande e poi ce le hanno poste e noi abbiamo risposto a tre voci.
Ultima iniziativa pochi giorni fa: il 6 ottobre 2018 abbiamo organizzato un flash-mob con giovani cristiani e musulmani sulla piazza davanti alla cattedrale. Si trattava di una danza che comincia ovunque nella piazza, fra i giovani che stanno passeggiando. Un certo numero di giovani, sotto la guida di un maestro di danza musulmano, hanno cominciato e subito la musica si è diffusa per tutta la piazza e tutti i giovani, musulmani e cristiani, si sono messi a danzare insieme. Era molto bello!
E così noi favoriamo progressivamente le diverse iniziative che possono permettere di lanciare dei ponti fra le religioni. Questo favorisce la comprensione reciproca e costruisce l’amicizia fra la gente. E’ la sorgente della pace nel mondo!