Sua eccellenza il Presidente Federale
Illustre prof. Riccardi
Illustri rappresentanti delle Chiese e delle Religioni
Eminenze
Eccellenze
Gentili signore e signori
È per me un onore prendere la parola davanti a voi, distinti ospiti, a Berlino, una città così ricca di culture, religioni e visioni del mondo diverse. La città di Berlino ospita già di per sé molte lingue e molte voci. In questo Incontro Internazionale per la Pace di Sant'Egidio si aggiungono voci da tutto il mondo. Voci flebili e voci forti, voci che cercano, che si interrogano e che si lamentano. Voci che chiedono giustizia, ma anche tante voci gioiose. Senza eccezioni, voci di pace. Che melodia!
1. Il grido dell’ingiustizia
Allo stesso tempo, ci giungono da vicino e da lontano grida angosciose di dolore e sappiamo quanto sia fragile la pace - e quanto siano in pericolo gli equilibri che diamo così tanto per scontati.
C'è la brutale guerra di aggressione russa all'Ucraina. Ci sono tante altre crisi e conflitti pieni di violenza e armi, nello Yemen, per esempio, o nel Nagorno-Karabakh, dove la fame viene usata come un'arma. Si combatte per le risorse vitali, per salvare le foreste in fiamme, contro l'innalzamento del livello del mare che minaccia la vita, contro la crescente disuguaglianza sociale. C'è tanto odio nelle nostre società, tanto stupido populismo, tanta ardente preoccupazione per la coesistenza pacifica.
Il sangue delle guerre, la sofferenza del creato, il mutismo di fronte all'odio e alla diffamazione: tutto questo grida al cielo.
2. Legami
Esattamente 60 anni fa Martin Luther King scriveva: “Injustice anywhere is a threat to justice everywhere”: “L’ingiustizia che si verifica in un luogo minaccia la giustizia ovunque”. Quello che un essere umano subisce in una qualunque parte del mondo si ripercuote su tutti, ovunque. Siamo connessi gli uni agli altri, quando condividiamo storie, quando rimaniamo legati gli uni agli altri e preghiamo, quando lavoriamo per la giustizia e per la pace.
Siamo chiamati a vivere questa connessione che ci porta a dire: non sono indifferente a ciò che accade a te, alla tua comunità religiosa, al tuo paese. Siamo tutti connessi. La tua umanità e la tua dignità sono anche parte di me.
“L’ingiustizia che si verifica in un luogo minaccia la giustizia ovunque”. Questo implica anche che la pace in qualunque luogo – in una famiglia, in un vicinato, in un paese, in una città, in uno stato – rafforza la pace in qualunque altro luogo e ovunque. Se gli uomini lavorano per realizzare una pace giusta, per la protezione dalla violenza, per la libertà e per l’accettazione delle diverse culture, questo impegno non resta senza conseguenze, né a livello locale, né a livello globale. Per quanto un’ azione possa sembrare piccola, fa la differenza e smuove qualcosa.
3. La forza pacificatrice delle religioni
La lotta per la pace necessita delle comunità religiose. Si tratta di operare insieme e affrontare insieme le crisi globali. Sono consapevole dell’ambivalenza che ogni religione porta al suo interno: le religioni possono costruire ponti e contribuire enormemente alla pace. Ma possono anche seminare divisione e conflitto. Alcuni conflitti hanno radici religiose, e molti conflitti hanno dimensioni religiose. Tuttavia, molti sono i conflitti che sono stati superati grazie all’impegno di personalità del mondo delle religioni. Infatti, spinti dalla loro fede, uomini e donne riescono ad evitare o a ridurre la violenza, contribuendo alla riconciliazione. Raramente lo fanno singolarmente, più spesso aderiscono a movimenti della società civile.
E qui entra in gioco il lavoro di Sant’Egidio, che considero esemplare del lavoro collaborativo.
Le comunità religiose sono connesse globalmente e contestualmente profondamente radicate nei contesti locali. La Chiesa evangelica in Germania (EKD) è impegnata ad ogni livello – dal Consiglio ecumenico delle Chiese fino al livello delle singole Chiese locali – nelle preghiere per la pace, nella formazione, nel dialogo e nella mitigazione dei conflitti sociali.
La Chiesa evangelica in Germania condanna la guerra di aggressione della Russia. Sono convinta che ci sia bisogno di due cose al contempo: una forte Ucraina, che possa difendere se stessa e la propria libertà, e l’impegno per il dialogo, per far tacere le armi e porre fine alla carneficina di migliaia di morti.
Il nostro impegno per la pace, come cristiani, è fondato nella consapevolezza che “Dio non è un Dio di disordine, ma di pace” (1Cor 14,33). La simpatia di Dio si rivolge ad ogni (!) uomo. Esternazioni cariche di ira, di disprezzo, razziste, nazionaliste, antisemite o islamofobe non sono compatibili con l'amore di Dio. Senza eccezioni, ogni essere umano - a prescindere dalla religione, dall'origine, dal colore della pelle o dal sesso - dovrebbe poter vivere in dignità e pace. Per questo, vale davvero la pena alzare la voce in nome dell'amore di Dio e osare vivere in pace.
Vi ringrazio