17 Novembre 2008 09:30 | Hilton Cyprus - Achera Hall

Panel 6 - La preghiera alla radice della pace

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Presiede


Intervengono

Georgios

Metropolita ortodosso, Chiesa di Cipro

Wahiduddin Khan

Presidente del Centro Islamico di New Delhi, India

Arie Zeev Raskin

Rabbino di Larnaca, Cipro

Abuna Paulos

Patriarca della Chiesa Ortodossa Tewaedo d'Etiopia


Ebrei, musulmani  e cristiani di ogni confessione si confrontano a Cipro al meeting di Sant'Egidio su una dimensione fondamentale per ogni credo: la preghiera. Se la violenza sembra talvolta la padrona del mondo, le religioni possono dire una parola forte per guarire il mondo da questa malattia. E gli amici della pace non si preoccupano di se stessi ma del mondo malato che presentano a Dio perché lo guarisca.
Per Armand Puig, decano della facoltà di teologia di Barcellona e membro della Comunità di Sant'Egidio, “la violenza è una malattia del cuore che non sa più parlare ed ascolta solo se stesso. E la preghiera fonda la pace perché è ascolto, e pone le basi per il dialogo tra gli uomini dopo che si è imparata l'amicizia con Dio”.
Il patriarca etiope Abuna Paulos, a proposito della fine del regime autoritario di Menghistu, ha ricordato come uomini e donne abbiano affollato le chiese di Addis Abeba, e la città sia stata risparmiata dalla distruzione.
Al suo discorso ha fatto eco il rabbino Raskin, che ha ricordato come la preghiera per la pace sia sempre accompagnata da un duro lavoro per renderla possibile. “Pregare non è suonare un campanellino per ottenere in modo automatico ciò che si desidera”, ha detto Raskin.
Ed ancora il vescovo luterano norvegese Kvarme ha ricordato la preghiera di Francesco d'Assisi, che così si rivolgeva a Dio:
“Signore, rendimi uno strumento della tua pace, dove c'è odio che io porti amore”.



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