Sono molto grato alla Comunità di Sant’Egidio per l’organizzazione di questi incontri internazionali che riuniscono annualmente da 30 anni i rappresentanti delle grandi religioni del mondo per perpetuare e diffondere “lo spirito di Assisi“, lo spirito della pace fra gli uomini e le culture, lo spirito di solidarietà con i poveri e i più svantaggiati. E‘ la 20ma volta che partecipo a questi incontri che mi hanno estremamente arricchito. Hanno aperto i miei occhi sul mondo nella sua diversità culturale e religiosa, ma anche nella sua unità, perché tutti gli uomini, ovunque essi vivano, hanno la stessa sete di vita e di amore, gli stessi bisogni materiali e spirituali, gli stessi problemi. I Cristiani, che professano un solo Dio in tre Persone, possono comprendere meglio l’unità e la diversità dell’umanità che riflettono, sulla terra, l’unità e la diversità divine. Non c’è che un solo essere umano nella diversità delle persone umane. Siamo tutti ontologicamente legati. Ogni essere umano riassume in se tutta l’umanità: ogni uomo è unito a tutti gli altri uomini e, al tempo stesso, ogni uomo è unico e diverso dagli altri. Questa realtà mistica, che non si può penetrare se non con la fede, è l’immagine di Dio uno e trino, Dio che è amore (I Giovanni 4, 8: Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.)
Vivere nella fede significa proprio fare costantemente lo sforzo di aprire sempre più il cuore a questo amore divino, alla grazia di Dio, che ci avvicina gli uni gli altri fino a fare di noi un essere solo nella moltitudine dell’umanità. Ma il cuore umano è indurito dal peccato che è egoismo, amore esagerato per sé, esclusione degli altri. Solo la preghiera può, poco alla volta, sciogliere il nostro cuore freddo affinché gli altri possano avervi accesso. Una volta chiesi ad un’anziana donna, quasi analfabeta, che esperienza avesse della preghiera e mi rispose: “quando prego sento che il cuore si dilata e abbraccia tutti gli esseri umani e tutta la natura e che prova un sentimento di pietà per tutti coloro che soffrono”. Quella donna aveva certamente un cuore misericordioso!
Sant’Isacco il Siro (VII secolo) spiega che un cuore misericordioso e compassionevole « è un cuore che arde per tutta la creazione, per gli uomini, gli uccelli, gli animali, i demoni e ogni essere del creato. Ed è per il loro riscatto che gli occhi di un uomo di misericordia versano lacrime abbondanti. A causa della sua misericordia forte e irresistibile, che lo travolge, e della sua grande compassione, il suo cuore si umilia e non sopporta di sentire o vedere delle ferite o una qualsiasi tristezza nella creazione. Per questo egli offre continuamente preghiere accompagnate dalle lacrime anche per le bestie insignificanti, per i nemici della verità, e per tutti quelli che lo insultano, perché essi siano preservati e ricevano misericordia. E così egli prega anche per la famiglia dei rettili, in ragione della grande compassione che arde in maniera smisurata nel suo cuore fatto a immagine di Dio ».
Il mio santo protettore, Serafino di Sarov (+1833), era anche lui pieno di misericordia per il mondo che soffriva a causa del peccato. Riceveva migliaia di visitatori e salutava ciascuno con queste parole: “Mia gioia, il Cristo è resuscitato!”. Così infondeva loro coraggio e li esortava dicendo: "Sforzatevi di conquistare la pace del cuore e migliaia attorno a voi saranno salvati”. In verità, l’uomo di pace e di misericordia cambia il mondo intorno a sé, cambia la storia, che è fatta di vite di esseri umani che aspettano di essere amati.
Sono stato profondamente toccato dalle parole di Papa Francesco sulla misericordia di Dio nella sua intervista con il giornalista Andrea Tornielli pubblicata nel libro “Il nome di Dio è misericordia”. Questo testo edito in 82 lingue è di una semplicità e di una profondità stupefacenti, veramente evangelico! Leggendolo, percepivo il cuore di questo grande Papa pieno di misericordia per l'uomo contemporaneo che soffre tanto proprio perché ignora la misericordia di Dio su di lui e sulla creazione. Per il Papa " Il primo e unico passo richiesto per fare esperienza della
Misericordia, è quello di riconoscersi bisognosi di misericordia". E per sentire il bisogno della misericordia dobbiamo avere la coscienza del peccato. Infatti, secondo il Papa, "il luogo in cui la grazia mi tocca è proprio il mio peccato". Il Santo Padre menziona anche i Padri della Chiesa per i quali "la misericordia è più grande del nostro peccato, la medicina di Dio è più forte della malattia causata dal peccato." Se noi sappiamo che la misericordia di Dio è più grande del nostro peccato e che Dio non si stanca di perdonarci quando glielo chiediamo, questo ci dà il coraggio di confessare i nostri peccati e non nasconderli, perché un peccato nascosto può ucciderci. Il peccato, quale che sia, turba la pace del cuore e la coscienza, turba anche l'armonia tra gli uomini. La confessione dei peccati invece, ci libera, conforta la coscienza e ristabilisce la pace interiore, e anche la pace nella famiglia e nella società.
Tutto quello che Dio si aspetta in cambio da noi è che siamo anche noi misericordiosi verso il prossimo. L’esortazione: “siate misericordiosi, come il vostro Padre celeste è misericordioso” è un’espressione tradizionale dell’Antico Testamento. E trova una sua piena collocazione anche nel Nuovo Testamento. La misericordia è una condizione per essere felici: “beati i misericordiosi, perché riceveranno misericordia”. Gesù non solo pratica e insegna la misericordia, ma dona la sua vita per la salvezza del mondo. L’amore è superiore alla misericordia! Arriva al punto di donare la sua vita per gli altri. Per questo Gesù dà ai suoi discepoli il comandamento dell’amore: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. Il mondo non può vivere senza l’amore e senza la misericordia, perché l’amore e la misericordia sono l’essenza stessa della vita. Vivere l’amore e vivere la misericordia è vivere secondo la nostra natura più profonda. Dio ci ha creati per amare ed essere misericordiosi verso i nostri simili. . Per questo solo l’amore e la misericordia possono darci quella pace del cuore che è più preziosa di qualsiasi ricchezza materiale e ci rendono veramente felici.
In quanto credenti noi dobbiamo vivere la misericordia in tutte le situazioni concrete della nostra vita; essere pronti a perdonare subito colui che ci ha offeso, anche se non ci chiede perdono. Dobbiamo vivere la misericordia soprattutto a casa con la nostra famiglia e sul luogo di lavoro. Spesso tante tensioni sono generate da una mancanza di umiltà, o da una mancanza di benevolenza. Noi dobbiamo essere i primi a perdonare, perdonare come Dio Padre ci perdona attraverso il suo Figlio. Che esempio straordinario della grandezza di una misericordia che non conosce limiti! Anche noi non dobbiamo porre alcun limite ai nostri atti di misericordia! Così tutto cambierà attorno a noi e nel mondo!