20 Settembre 2016 17:15 | Piazza San Francesco
Intervento di Din Syamsuddin alla Cerimonia Conclusiva di Assisi 2016
Din Syamsuddin
Presidente del Centro per il dialogo e la Cooperazione tra le Civiltà, Indonesiabiografia
Santità, onorevoli rappresentanti delle religioni, cari amici della Comunità di Sant’Egidio,
è un onore per me portare la voce dell’Islam tra uomini e donne di diverse fedi, uniti da una genuina sete di pace per il nostro mondo.
E’ davvero motivo di profondo dolore vedere oggi le molte forme che si manifestano per l’assenza di pace: povertà, analfabetismo, ingiustizie, perfino terrorismo e violenza, una grave crisi ecologica e lo tsunami culturale.
Come uomini e donne di religione, è nostra responsabilità comune lavorare fianco a fianco per superare questi drammi. Insieme, dobbiamo dire no a qualunque uso della violenza nel nome di Dio e lavorare insieme per una pace globale.
Vengo dall’Indonesia, il paese musulmano più popoloso del mondo. La nostra nazione è fondata sulla dottrina della Pancasila, che afferma l’unità nella diversità delle fedi e delle culture.
Questa dottrina è molto vicina allo spirito di Assisi, che dal 1986 ci guida per mettere in pratica i nostri ideali comuni di coesistenza e di collaborazione. Noi diciamo, e mostriamo con azioni concrete, che l’estremismo violento nel nome della fede è un uso distorto, anzi un abuso della religione. Mai la violenza può usare il nome della religione, mai!
Vorrei esprimere il mio ringraziamento a papa Francesco per il suo instancabile impegno per la pace, e il mio alto apprezzamento alla Comunità di Sant’Egidio che ha tenuto vivo lo spirito di Assisi, convocandoci ogni anno, e per la sua collaborazione con la Muhammaddiyah e l’Islam indonesiano che ha portato frutti concreti di pace, come il nostro lavoro comune per il dialogo interreligioso, l’educazione alla pace dei giovani,
la risoluzione dei conflitti, come è accaduto nella nostra comune partecipazione al processo di pace per la regione di Mindanao, nel sud delle Filippine.
Questo è il vero dialogo della vita che deve continuare, per la salvezza del nostro mondo.
Oggi, mentre ricordiamo questo cammino di trenta anni di dialogo e di amicizia, guardiamo al futuro insieme e diciamo che vogliamo rafforzare il nostro impegno per questa nobile causa.
Camminiamo insieme nell’unità della diversità sul cammino della pace!