Verso la fine del XX secolo, sembrò che religione e fede stessero diventando limitate a pochi fedeli partecipanti alle funzioni nelle chiese, moschee e sinagoghe. Ma nel XXI secolo, fede e religione sono attori centrali sulla scena globale. Nessuno sembrava preparato a questi sviluppi e nessuno ipotizzava che il XXI secolo avrebbe assistito a un simile cambiamento. Durante le sanguinose guerre del XX secolo, sembrava quasi che D-o fosse rimasto ai margini degli eventi; gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001 hanno rimesso D-o al centro del campo di battaglia. Ancora una volta il nome di D-o è diventato ragione di stragi, ancora una volta il nome di D-o è stato gridato mentre venivano uccise persone innocenti nella loro vita quotidiana, e ancora una volta atti orrendi sono stati compiuti nel nome di un'entità che noi, Ebrei, consideriamo totalmente opposta al male e alla cattiveria e che è invece "misericordioso e magnanimo, paziente e ricco di bontà e verità" (Esodo 34:6).
Di fronte a questo orrore e in reazione all'uso sterile del nome di D-o, è necessaria una teologia completa che possa investigare fino in fondo nei motivi alla base di questo veleno omicida e che possa offrire una via per affrontare questa deriva.
Quello che vediamo non è un male con radici nella forza o nella brama di possesso, ma un male "altruistico" usato per simbolizzare principi in apparenza sacrosanti e in risposta al relativismo morale che pervade l'Occidente. Nel mondo del relativismo - che ha perso i parametri di bene e male - e della rigidità, solo la forza parla; in un mondo che ha perso le sue componenti base di identità, significato e comunità, tendenze di estremismo religioso violento continueranno a crescere e con le loro frecce avvelenate cercheranno di penetrare ovunque si cerchi di costruire una società morale, democratica.
Dove dunque è la speranza? Alla speranza possono dare forma Ebrei, Cristiani e Musulmani se si uniscono assieme come un muro protettivo attorno all'umanità, alla vita e al rispetto per D-o il cui nome è stato violato. Dobbiamo offrire un'educazione religiosa che insegni l'amore del mondo, ma non in un senso stretto: invece, insegni l'amore per la molteplicità di voci e sfumature, colori e religioni che riempie il mondo di fascino e bellezza, poiché "ciascuno di noi canta la sua canzone nella vasta sinfonia dell'umanità". In questo metodo educativo, i nostri alunni ascolteranno la voce degli antenati, la voce di Abramo, presteranno attenzione alla sua richiesta a D-o di giustizia e di riparare i torti del mondo, faranno propria l'idea che D-o è D-o della vita, e ci chiede quello che cerchiamo e se ne preoccupa.
“Ho messo davanti a te la vita e la morte… e tu sceglierai la vita così che tu e i tuoi discendenti possiate vivere", comanda la Torah, ricordandoci che il messaggio della religione deve essere un messaggio di vita e di benedizione per tutti i viventi, e che togliere una vita è la più grave violazione del nome di D-o che gli esseri umani possano compiere.
Nel suo libro, Rabbi Yonatan Zachs, un importante leader religioso, scrisse: “Quando la religione trasforma le persone in assassini, D-o piange.” Questa affermazione deriva dal libro della Genesi. Dopo che D-o ebbe creato gli esseri umani a sua somiglianza, vide che violavano il primo dei comandamenti che aveva dato loro mangiando dell'albero della conoscenza; e vide come il primo figlio degli umani perpetrò la prima uccisione. Non molto tempo dopo, “la terra era colma di violenza.” D-o vide che la malvagità dell'umanità era grande sulla terra.” Da questo passo il lettore arriva ad una delle affermazioni più forti della letteratura religiosa mondiale: “E D-o si pentì di aver creato gli uomini sulla terra e il suo cuore era profondamente addolorato.”
Questa è la situazione in cui nacque il monoteismo Abramitico, in opposizione alla violenza, e come alternativa vitale per salvare l'umanità dalle calamità provocate dalla generazione del diluvio.
Abramo ci insegna che ogni persona, a prescindere dal colore della pelle, dalla cultura, dalla posizione sociale o dal credo religioso, è stata creata a somiglianza di D-o. Gli uomini devono essere uniti gli uni agli altri da legami di equità e giustizia, compassione, cortesia, perdono e amore.
I profeti Isaia e Michea furono i primi a parlare di pace come un ideale. Verrà il giorno - dissero - che le nazione sulla terra trasformeranno le loro spade in aratri e le loro lance in falci e non conosceranno più la guerra. Secondo la Bibbia, il monoteismo abramitico nasce come rifiuto dell'imperialismo e della schiavitù forzata di uomini da parte di altri uomini. Abramo stesso, ammirato da 2.4 miliardi di Cristiani, 1.6 miliardi di Musulmani and 13 milioni di Ebrei, non governò nessun impero, non reclutò forze militari e non conquistò nessuna terra; non compì miracoli o profezie. Anche se il suo stile di vita era diverso da quello dei suoi vicini, li difese e pregò per loro con le parole più forti che un credente abbia mai rovolto a D-o. "Il giudice del mondo non farà forse quello che è giusto?" Abramo cercò di restare fedele al suo credo: portare benedizione agli altri a prescindere dalla loro fede.
Questo concetto, che tanti hanno ignorato nei millenni che sono trascorsi da allora, resta la più semplice definizione della fede di Abramo. Il suo obiettivo non è conquistare il mondo, convertirlo o costringerlo ad una uniformità di fede. Il suo obiettivo è essere una fonte di benedizione. Detto semplicemente, l'uso della religione a fini politici non è virtù ma idolatria. Brandire il nome di D-o per giustificare la violenza verso persone innocenti non è un atto di santità ma di dissacrazione.
Daesh e al Qaeda, e l'ideologia islamista che è alla loro base, hanno dato vita in tutto il mondo a dozzine, se non centinaia di organizzazioni con obiettivi simili. Queste organizzazioni e gli atti di terrore che compiono, non mostrano segni di declino.
Ci stiamo abituando a vedere sulla televisione e i social networks immagini che eravamo sicuri fossero scomparse dal mondo dopo il Medio Evo. Ostaggi decapitati. Nel rapporto della UN Children’s Rights Commission del febbraio 2015, si riporta che Daesh esegue esecuzioni di massa di bambini decapitati o bruciati vivi. Chiese, sinagoghe e moschee sono distrutte, luoghi sacri sconsacrati, i fedeli sono uccisi mentre pregano, e i Cristiani sono rapiti e crocifissi. Antiche comunità sono sradicate dalle loro case e città.
I Cristiani sono sistematicamente perseguitati in varie parti del mondo. In tutto il Medio Oriente soffrono minacce, arresti, uccisioni. In Afghanistan, il Cristianesimo è stato completamente sradicato. Nel 2010 l'ultima chiesa è stata incendiata e rasa al suolo. Le persone che desiderano convertirsi al Cristianesimo sanno di essere bersagli viventi destinati a morire. In Siria, si stima in 450.000 il numero di Cristiani che sono fuggiti. In Egitto, 5 milioni di Copti vivono nel terrore. Nel 2013, nel più grande attacco ai Cristiani dal XIX secolo, più di 50 chiese sono state attaccate con bombe e bruciate.
La popolazione cristiana dell'Iraq era di 1,5 milioni nel 2001. Oggi ne restano a malapena 400.000. I Cristiani sono stati cacciati da Mosul, la seconda città dell'Iraq con una presenza cristiana per più di 1600 anni. Il terrore colpisce l'Europa in ondate continue: Berlino, Londra, Parigi, Venezia, Stoccolma, e ora Barcellona.
Un secolo fa i Cristiani erano un quinto della popolazione del Medio Oriente. Ora sono appena il 4%. Questo equivale ad una pulizia etnica. Ed è un crimine contro l'umanità nel nostro tempo.
La maggior parte delle vittime della violenza Islamista sono Musulmani. E gran parte degli atti terroristici ha luogo in paesi dove la popolazione è in maggioranza Musulmana: Iraq, Afghanistan, Pakistan, Siria. Mezzo milione di Musulmani, di per sé un numero inconcepibile, sono stati uccisi negli ultimi anni a causa della loro fede islamica.
Nel frattempo, l'antisemitismo è riemerso con forza nel mondo, sebbene siano ancora vivi i sopravvissuti dell'Olocausto. L'antisemitismo è cresciuto fortemente in quegli stessi paesi in cui è avvenuto l'Olocausto: ebrei francesi se se vanno per paura, così come accade in Olanda, Norvegia, Svezia, Belgio e Ungheria. L'Agenzia dell'Unione Europea per i Diritti Fondamentali ha pubblicato a Novembre 2013 un rapporto da cui emerge che 1/3 dei ebrei europei sta pensando di lasciare l'Europa. A Copenhagen, il 14 febbraio 2015, un attacco terrorista fuori da una sinagoga ha ucciso una guardia di sicurezza volontaria della comunità. Un mese prima, il 9 gennaio, quattro ebrei sono stati uccisi quando i terroristi hanno assalito l' “Hyper Cacher” a Parigi. Nel maggio 2014, 3 persone sono state assassinate da un terrorista armato nel Museo Ebraico di Bruxelles. Nel 2012, a Tolosa, in Francia, un insegnante e 3 alunni sono stati uccisi dai terroristi alla scuola “Otzar Hatorah”. Questi ultimi tre attacchi sono stati compiuti da Musulmani nati in Francia. Nell'estate del 2014, la sinagoga vicino alla Bastiglia, nel centro di Parigi, è stata ci una circondata da una folla inferocita che gridava "morte agli Ebrei".
La conclusione che possiamo trarre da tutto ciò è: la religione è pericolosa, la religione provoca distruzione! La fede è la base di comportamenti aggressivi o estremisti.
Ma sarebbe una conclusione sbagliata e un terribile errore. Una persona che crede nella radice divina negli esseri umani, che crede assolutamente nella santità della vita, che è certo che giustizia e compassione possano sanare gran parte dei mali della società, è anche percepita come persona religiosa. Religione e fede sono le due facce della stessa medaglia.
Vita e morte, benedizione e maledizione sono le due facce di ogni fede e religione.
Nella legge mosaica, Deuteronomio 30 si legge: "Vedi, vi ho dato vita e bene, morte e male". I saggi ebrei dicono che questo descrive tutta la Torah consegnata da D-o. Con questa affermazione, D-o ci insegna che tutto è nelle nostre mani, che abbiamo bisogno e possiamo accettare le indicazioni di D-0 e adempiere ai comandamenti portando vita e benedizione nel mondo, ma possiamo anche usare questi stessi comandamenti per creare infrastrutture di morte e di male.
Nei testi ebraici, questo è formulato così: se una persona è degna, la Torah diventa l'unico modo di vita, ma se una persona non è degna, la Torah diventa una strada verso la morte. L'aspetto di umanità in questa formulazione è il fatto che possiamo liberamente decidere quale strada scegliere.
Sono certo che religione e fede siano la cura per tutti i mali dell'umanità e i problemi sociali di cui soffre la nostra società, sia a livello individuale sia collettivo. Per raggiungere questo obiettivo, la religione deve essere insegnata da docenti e leader che abbiano scelto la vita, che sappiano addentrarsi nei testi e insegnare principi che portino alla speranza per i singoli e alla prosperità per la società.
Questa è la tremenda responsabilità che ricade su rabbini, sacerdoti e imam e su ogni tipo di leader religioso.
Il primo passo richiede che gli insegnanti si impegnino a liberarsi dall'odio e a sradicarlo da qualsiasi connessione con la religione. Nella tradizione ebraica, diciamo: " Una persona veramente giusta non si lamenta del buio, ma trova un modo per portare luce nel buio". Tutti sappiamo che nel buio più profondo anche la luce più fioca, come la fiamma di un solo fiammifero, può sconfiggere le tenebre.
Sono sicuro che tutti voi siate d'accordo che l'idea è buona, ma che è difficile da realizzare. E qui vorrei fornire un suggerimento pratico, mostrando come possiamo realizzare questo obiettivo. Un'educazione efficace non può lasciare che i concetti restino astratti ma deve dare loro forma tangibile. Uno dei fondamenti della religione ebraica è il comandamento di adempiere diverse azioni, e non restare in un mondo di idee ma tradurle in atti.
All'educazione alla vita e al comandamento di sradicare l'odio si deve dare forma pratica ed esercizio concreto, proprio come la pratica dello sport serve per raggiungere la forma fisica.
Il giudaismo non insegna ad amare chi ti odia o a rinunciare alla giustizia e nascondere la verità. Questa è una soluzione falsa. La Torah insegna che non devi amare chi ti odia, ma che devi offrirgli una mano nel bisogno.
Se vogliamo educare gli adulti, dobbiamo educare bambini e ragazzi a offrire quella mano. Questa importantissima lezione sarà fatta propria solo quando i nostri alunni ci vedranno metterla in pratica.
In ogni città e comunità troviamo persone nel bisogno: anziani soli, persone con handicap, bambini nel bisogno.
In Israele ogni scuola impone ai ragazzi adolescenti di fare volontariato per almeno due ore a settimana in diverse iniziative di assistenza. Queste, in effetti, sono le ore educative più importanti. Sono lezioni nella pratica di umanità e nell'aiuto agli altri: sedere accanto a qualcuno e tenergli compagnia, giocare con un bambino confinato in sedia a rotelle, frequentare una casa per anziani e tenere loro compagnia, fare volontariato e dare una mano dovunque il tuo cuore e il tuo aiuto siano necessari.
Questo è il passo iniziale e fondamentale nell'educazione ad amare gli altri essere umani, tutti gli esseri umani.
Questo passo non può essere saltato. Se iniziamo con piccoli atti, potremo arrivare a compierne di più grandi. Ma se si limitiamo a parlare di grandi idee in conferenze, non arriveremo mai a compiere neppure un piccolo gesto di bene.
Che D-o ci benedica tutti con pace e amore. Amen