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Oded Wiener

Gran Rabbinato di Israele
 biografia
Prima di cominciare vorrei esprimere la mia stima per la Comunità di Sant Egidio.
 
All' incontro di Assisi di 31 anni fa Papa Giovanni Paolo II immaginò una fase di parecchi anni di intensa attività in tutto il mondo per rafforzare il dialogo interreligioso e la comprensione fra le nazioni al fine di accrescere la pace e la carità nei confronti dei poveri e dei bisognosi .
Come sempre la Comunità di Sant Egidio fu in prima fila nell' accettare la sfida 
Più che il numero è la qualità dei suoi membri e la loro adesione all' ideale che spiegano il successo nel realizzare la visione del Papa e nel creare lo speciale spirito di Assisi.
Ho avuto il privilegio di partecipare a parecchie conferenze organizzate dalla Comunità e non ho dubbi sull' importanza del contributo che danno alla consapevolezza e alla comprensione reciproche fra le religioni attraverso il dialogo e l' incontro faccia a faccia fra i leader religiosi. La conferenza odierna esprime bene il desiderio che tutti condividiamo di usare il dialogo per realizzare un mondo migliore  a beneficio dell' intera umanità e il nostro panel si inserisce perfettamente nello storico spirito di Assisi.
Chi crede in Dio, e nel dialogo in un'accettazione dell' altro accoglie positivamente ogni opinione, idea o sentimento senza arroganza o contestazioni 
È pronto ad accettare a braccia aperte come eguali gli stranieri e i rifugiati che bussano alla porta ad onta delle difficoltà e delle diversità vede quanto di buono e di positivo vi è in ogni persona nazione e gruppo etnico. 
Vediamo brevemente quali lezioni possiamo trarre dalle scritture ebraiche rispetto agli argomenti di cui discutiamo.
Mishna e Talmud ci forniscono questo insegnamento.
L’uomo fu creato come singolo individuo perché fosse chiaro che chi sopprime una  singola  vita sopprime un intero mondo e chi salva una singola vita salva un intero mondo, poiché l’intero mondo fu creato da Adamo, che era un singolo individuo. 
E anche affinchè la pace regnasse tra gli uomini, così che nessuno avrebbe potuto dire all’altra “mio padre era migliore di tuo padre”, poiché tutti discendiamo da Adamo ed Eva.
Questa descrizione dell’origine dell’ umanità è di grande importanza poiché implica  che ogni essere umano deve comportarsi dando dignità all’immagine e allo spirito di Dio che è in sé e all’ immagine e allo spirito di Dio che è negli altri.
Quali che siano la sua religione, la sua nazionalità e le sue idee un uomo è un uomo ed in quanto tale va trattato.
Così è la vita in Israele fin dalla fondazione dello Stato proclamata dal Consiglio del popolo ebraico il 14 maggio 1948, data della fine del mandato britannico sulla Palestina.
In quei giorni il paese era piccolo, circondato da nemici e a corto di risorse.
Molti pensavano che il nuovo paese non sarebbe durato a lungo. Ma non i suoi leader. Nonostante la povertà di Israele il popolo aveva ideali e una visione del futuro. Presero piede valori culturali di uguaglianza, libertà e fratellanza.
Secondo la dichiarazione costitutiva dello stato di Israele che tuttora funge da contratto  sociale etico e legale, lo Stato di Israele sarà aperto all' immigrazione e all' accoglienza degli esuli; promuoverà lo sviluppo del paese a beneficio di tutti i suoi abitanti, sarà fondato sulla libertà la giustizia e la pace come previsto dai profeti.
Assicurerà completa uguaglianza dei diritti politici e sociali a tutti i suoi abitanti senza distinzione di razza religione e sesso. 
Garantirà libertà di religione di coscienza di lingua di istruzione e cultura.
Salvaguarderà i Luoghi sacri di ogni religione.
Sarà fedele ai principi della Carta delle Nazioni Unite.
E così è stato. Lo Stato di Israele, che contava 600.000 residenti ebraici il giorno della fondazione, aprì le porte a masse di profughi dell’Olocausto dall’Europa e ai  numerosi Ebrei cacciati dai paesi arabi.  
Nei successivi 18 mesi la popolazione raddoppiò, con 650.000 nuovi residenti che si integrarono con successo nella società israeliana.
 
È stato un processo senza precedenti nella storia delle nazioni, che un paese nuovo ed esposto a molteplici minacce abbia aperto le porte a poveri migranti provenienti da decine di paesi con diversi costumi e retroterra culturali!!!
Ma non ci sono mai stati dubbi, nonostante le difficoltà.
Israele ritenne di essere un faro per le altre nazioni e di avere il dovere morale di accogliere tutte quelle persone.
Sono passati anni, abbiamo avuto guerre e periodi di penuria, ma siamo rimasti fedeli al nostro cammino.
Dagli anni 70 Israele ha assorbito oltre un milione di migranti dai paesi dell’ex Unione sovietica. È stato un processo di integrazione complesso, anche per le diversità linguistiche, ma alla fine questi immigrati sono cittadini come tutti gli altri e alcuni hanno avuto cariche pubbliche importanti, come deputati, ministri e persino presidente della Knesset.
 
L’integrazione dei migranti è ormai parte essenziale della nostra tradizione .
Negli anni 90 Israele ha investito enormi risorse per integrare gli Ebrei etiopici. Più di centomila sono stati trasportati in Israele in una operazione complessa durata pochi mesi. Questi immigrati, provenienti da un ambiente molto diverso,  per la maggior parte contadini poco istruiti, hanno trovato una patria e un rifugio.
 
Il grande sforzo sostenuto dalla società israeliana, dal governo e dalle altre istituzioni ha fatto dell’integrazione degli immigrati una storia di successo e un esempio per il resto del mondo..
 
Lo sforzo continua e riguarda anche centinaia di migliaia di non Ebrei che vivono nel paese, tra cui 70.000  Africani in fuga da guerre, principalmente dall’ Eritrea e dal Sudan. Essi hanno un lavoro e dunque hanno trovato non solo un rifugio ma anche una speranza per sé e per le proprie famiglie. 
 
Come esempio di giustizia nel mondo, Israele ha fornito assistenza medica a migliaia di feriti dei combattimenti in Siria, in propri ospedali, alcuni creati appositamente presso il confine.
 
Abbiamo anche inviato missioni di aiuto e salvataggio in aree colpite da calamità, come i terremoti in Turchia e Nepal e lo tsunami di Haiti del 2010.
 
Inoltre migliaia di stranieri provenienti da Tailandia, Filippine, Cina, Romania e paesi dell’ex blocco sovietico vivono in Israele e sono entrati a far parte del mercato dei lavoro locale.
 
La libertà di religione è un valore fondamentale per tutti in Israele. Credenti di diverse religioni vivono sicuri e prosperano nel paese: Ebrei, Cristiani, Musulmani, Drusi, Bahai, Ahmadi e altri. Israele è l’unico posto nel Medio Oriente in cui i Cristiani sono cittadini come gli altri e non una minoranza perseguitata.
Le differenze geografiche sono grandi in Israele, dal Sud caldo e arido al Nord fertile e verdeggiante, dall’altezza del monte Hermon al Mar Morto - il posto con la minore altitudine al mondo.
Grandi sono anche le differenze di opinioni e di religioni, causa talvolta di divisioni e tensioni.
Il dialogo interreligioso è quindi essenziale per noi.
Per questa ragione abbiamo fondato il Forum dei Capi religiosi di Israele, che consente contatti diretti su qualunque questione, problema o conflitto che possa sorgere, offre un canale di comunicazione attraverso il quale i problemi vengono risolti.
Se la situazione lo richiede i capi religiosi si incontrano per ricercare una soluzione pacifica.
 
Nella nostra esperienza apertura e accettazione dell’altro sono la base del successo dell’integrazione di una nuova popolazione. Ci sono voluti l’entusiasmo e la disponibilità del pubblico ad integrare gli immigrati nel lavoro, nelle comunità e nella società perché il crogiolo etnico funzionasse in Israele.
Grazie agli immigrati abbiamo creato una società più diversificata, con una ricca cultura che è un simbolo di coesistenza per il mondo intero.
Questo è ciò che facciamo, questo è ciò che siamo.Vorrei infine cogliere questa occasione per esprimere ancora una volta il mio apprezzamento ai nostri ospiti di Sant’ Egidio, che sono fonte inesauribile di ispirazione nella loro lotta per la giustizia, la diversità e la pace mondiale.