4 Ottobre 2010 09:30 | Palau de la Generalitat - Auditori
Barcellona 2010 - Intervento di Christophe DE MARGERIE
L’impegno della Comunità di Sant’Egidio al servizio della giustizia e della pace ci riunisce oggi. Io ringrazio vivamente Andrea Riccardi d’avermi voluto associare alle vostre riflessioni. La preoccupazione del vivere insieme, che è al cuore dell’impegno di Sant’Egidio, non è estranea alla Total. In effetti la nostra missione consiste nel rispondere a un bisogno umano fondamentale, quello dell’energia, vigilando nel frattempo per lasciare ai nostri figli un pianeta vivibile. Mi fa piacere poter condividere con voi alcuni dei problemi etici della Total. Evocherò prima la dimensione umana e poi la dimensione ambientale con le quali noi ci misuriamo.
1. Il gruppo Total come realtà umana
Total è un’impresa multinazionale presente il 130 paesi, che da lavoro a più di 100,000 persone di 130 nazionalità. La diversità è al centro della nostra identità. Aprirsi ad ogni cultura, incoraggiare la diversità all’interno della nostra organizzazione, dare delle opportunità ad ognuno quale che sia la sua origine, sono tutte esigenze che fan parte dei nostri principi di azione.
Essere una multinazionale è un’opportunità considerevole, grazie alla varietà di esperienze, di competenze, e di talenti che noi riuniamo.. Ma questa situazione ci crea anche un dovere di esemplarità, quello cioè di promuovere, nei paesi in cui operiamo, le migliori norme tecniche, sociali e ambientali e di trattare i nostri salariati e i nostri fornitori in maniera equa ovunque noi siamo presenti.
La nostra attività di produzione di petrolio e di gas genera grandi ricchezze, ma la loro ripartizione può essere fonte di ingiustizie e di tensioni. Per tentare di rimediarvi, l’azione di Total è orientata in due direzioni, la trasparenza finanziaria e i programmi di sviluppo socio-economici. Noi partecipiamo all’ Extractive Industries Transparency Initiavie, una iniziativa che ha come scopo quello di dare ai cittadini dei paesi produttori che accettano di condividere le regole del gioco, una buona visione delle rendite dei loro paesi legate alla produzione di idrocarburi. I nostri programmi socio-economici hanno come priorità l’educazione, la salute e lo sviluppo industriale e artigianale locale. Essi rispondono ai bisogni presentati dalle comunità vicine ai nostri siti, in modo che esse possano trarre vantaggi reali dalla nostra presenza, e che noi possiamo lavorare accanto a loro con una buona intesa, è ciò che viene chiamato accettabilità.
La nostra attività si svolge talvolta in paesi difficili, che conoscono dei conflitti interni o nei quali i diritti umani sono poco rispettati. Noi vi lavoriamo fin quando possiamo applicarvi le regole della nostra carta etica e che non vi si oppongano le leggi internazionali. Io credo da parte mia, alla luce soprattutto della nostra esperienza in Birmania, che la presenza di Total vi è utile, che essa mantiene un’apertura di questi paesi verso l’esterno e che essa può proteggere i suoi abitanti. Lo scoraggiamento ci prende talvolta, vedendo la lentezza con la quale progredisce il rispetto dei diritti umani, ma andar via sarebbe rinunciare ad agire per migliorare la situazione.
2. Il Gruppo Total e la conciliazione tra energia e ambiente.
L’energia è un bisogno essenziale dell’uomo per nutrirsi, scaldarsi, spostarsi e per esercitare attività produttive. Pensiamo al fatto che oggi un essere umano su quattro non ha elettricità. Per rispondere alla domanda crescente di energia, cosa fa Total? Noi investiamo massicciamente per sviluppare nuove risorse di petrolio e di gas. Noi cerchiamo di accrescere l’efficacia energetica nelle nostre stesse installazioni e presso i nostri clienti, allo scopo di non sprecare energia. Infine partecipiamo allo sviluppo delle energie rinnovabili, in particolare nel campo dell’energia solare e in quello della biomassa, continuando ad interessarci del nucleare.
Una delle grandi sfide con la quale ci misuriamo è quella del cambiamento climatico. L’80% dell’energia mondiale è ancora fornita da energie fossili, che hanno molti vantaggi, ma due inconvenienti: essere non rinnovabili ed emettere CO2. Una soluzione per limitare queste emissioni consiste nel recuperare il CO2 all’uscita delle unità, le centrali termiche o le raffinerie ad esempio, e iniettare il gas sottoterra, in alcune pieghe geologiche. E’ quel che Total fa, a titolo sperimentale, nella nostra fabbrica di Lacq.
Il nostro mestiere è complesso e non è senza pericolo per gli uomini e per l’ambiente. La recente esplosione della piattaforma petrolifera gestita dalla BP nel Golfo del Messico, che ha fatto 11 morti e provocato un inquinamento grave, è là per ricordarcelo. La storia di Total non è al sicuro da simili avvenimenti dolorosi. Il nostro primo dovere è quello di assicurare la sicurezza dei nostri impianti per i nostri salariati, i lavoratori in appalto, per le comunità umane che vivono in vicinanza ai nostri siti e per l’ambiente.
Per concludere io vorrei sottolineare l’importanza che io attribuisco al dialogo con i rappresentanti delle grandi tradizioni religiose. La dimensione religiosa è costitutiva dell’uomo, essa da risposte alla sua ricerca di senso, essa è fonte di iniziative molto feconde in campo sociale e politico. Le comunità credenti sono protagonisti importanti della società civile, che ci interpellano talvolta sulla nostra azione in alcuni paesi, e possono essere delle interfaccia efficaci per mettere in opera programmi di sviluppo locale. Noi siamo felici di dialogare e talvolta di collaborare al servizio dell’uomo con delle associazioni di origine confessionale.