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Card. Sepe da Barcellona: “Un Grande Mediterraneo per non essere ai margini”
Preghiera per la paceDialogoEcumenismoBarcellonaSpirito di Assisi«Occorre evitare i rischi di marginalizzazione della regione euromediterranea e costruire alleanze tra le civiltà nel Mediterraneo»: è quanto ha detto il Card. Sepe, Arcivescovo di Napoli, parlando a Barcellona nel corso del Meeting “Convivere in un tempo di crisi. Famiglia dei popoli, famiglia di Dio”, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio e l’Arcivescovado di Barcellona.
Il cardinale ha osservato che a fronte del processo di globalizzazione le stagioni della speranza nel partenariato euromediterraneo (attivato nel 1995 dall’Unione Europea con il Processo di Barcellona, ed CON altre iniziative quale l’Unione per il Mediterraneo, con sede proprio a Barcellona) «oggi si trovano in uno stato di stallo».
«Per superare questa situazione critica – ha detto il cardinale - bisogna che il dialogo interreligioso ed interculturale nel Mediterraneo non sia più pensato come oggetto di programmi politici decisi altrove, ma come soggetto di strategie che siano espressione diretta dei bisogni reali di ciascun popolo».
Per l’Arcivescovo di Napoli bisogna «promuovere una Coalizione di valori ed interessi condivisi che dovrà agire sul terreno dei fatti, sviluppando modelli e programmi di crescita morale e materiale nella regione mediterranea»
Pensando poi alla situazione della sua Napoli e del Mezzogiorno, e ai suoi giovani il card. Sepe ha affermato che «La riconciliazione nel Grande Mediterraneo impone innanzitutto una ricerca della Solidarietà e dello Sviluppo. Occorre offrire ai giovani ha continuano Sepe - una educazione e una preparazione professionale che riducano, fin dall’inizio, le innumerevoli difficoltà. L’ho ripetuto a Napoli giorni fa: c’è bisogno di pane e speranza per assicurare proprio ai nostri giovani il ruolo di “produttori del futuro”».
Da ultimo l’Arcivescovo di Napoli ha sottolineato che «La costruzione di una società mediterranea salda nei principi e nei valori condivisi è incompatibile con lo scontro tra le civiltà, l’ uso della forza e il sovvertimento violento dell’ ordine politico e sociale internazionale. Chi predica l’ ideologia del male, chi istiga alla divisione, chi incita alla sopraffazione dovrà essere moralmente isolato specialmente se si riusciranno a sradicare i semi della discordia, facendo comprendere che le tre grandi religioni monoteiste promuovono la pace e la concordia tra i popoli e che solo minoranze irresponsabili strumentalizzano la religione per diffondere fondamentalismi e terrorismi dietro i quali si celano spesso solo interessi economici di parte».