13 Settembre 2011 09:00 | Neues Rathaus, Kleiner Sitzungssaal
Religioni in Asia, la sfida della modernità di Homi Dhalla
COME LE RELIGIONI IN ASIA CONTRIBUISCONO ALLA TRASFORMAZIONE DELLA SOCIETÀ
Questo breve scritto è uno studio su come le religioni hanno gradualmente contribuito alle trasformazioni della società in numerosi paesi asiatici. Nella maggior parte delle occasioni, gli stessi uomini di religione hanno percepito il bisogno della società in cui vivono e si sono mostrati all'altezza della situazione. Al tempo stesso, si sono realizzati dei significativi cambiamenti della società che solo pochi decenni prima sarebbe stato molto difficile mettere in pratica. Oltre agli uomini di religione, anche gli attivisti sociali hanno giocato un ruolo cruciale in questa trasformazione. Citiamo qui alcuni esempi negli ambiti della sensibilità alle problematiche ecologiche, della coscienza politica, dell'attivismo nella difesa dei diritti, dell'educazione e della salute.
Il movimento Swadhyaya
Il movimento Swadhyaya è un movimento spirituale induista che fu fondato da Panduran Shastri Athavale, vincitore nel 1997 del premio Magsaysay per il contributo allo sviluppo umano nella categoria della "leadership di comunità". Questo movimento è divenuto una forza formidabile negli stati indiani del Gujarat e del Maharashtra. Ha realizzato numerose strutture educative, promotore di ingegnosi strumenti di distribuzione delle ricchezze in più di 80000 villaggi.
IL concetto che Dio è in ogni essere umano è la pietra miliare della filosofia Swadhyaya. Swadhyaya significa, letteralmente, lo studio, la conoscenza o la scoperta del Sé o Atman, che rende l'individuo una parte del sé cosmico e la manifestazione di Dio dentro di noi. C'è una interdipendenza tra l'individuo e l'umanità, e infine con l'universo tutto. L'enfasi è sull' uomo, che lavora altruisticamente all'interno di un gruppo e per trasformare la società indiana a livello di base. La trasformazione del singolo porta gradualmente al cambiamento della società. Lo scopo di Athavale è quello di "creare un uomo nuovo che persegue la missione divina in cui Dio è al centro". Bhakti (la devozione) può essere trasformata in una forza sociale.
Sarvodaya Movement in Sri Lanka
L'isola di Sri Lanka è stato afflitta da una guerra civile lunga 26 anni che ha causato circa 80.000 morti. Fu solo il 17 maggio 2009 che leTigri per la liberazione della patria Tamil (comunemente conosciute come LTTE o come Tigri Tamil) ha ammesso la sconfitta e le armi sono state messe a tacere. Durante tutto questo periodo terribile, il tocco di guarigione del movimento Sarvodaya ha protetto il paese.
Vincitore del premio Magsaysay e il Gandhi Peace Prize, Dr. AT Ariyaratne nel 1958 aveva lanciato in Sri Lanka il movimento Sarvodaya per costruire una società spirituale e non violenta che otrepassasse i confini etnici e le religioni. Questo movimento ha le sue radici nei principi buddisti e gandhiani della non violenza, della verità e del sacrificio. L'organizzazione lavora per l'integrazione multiculturale e la riconciliazione. Il Dr. Ariyaratne ritiene che le menti delle persone possano essere influenzate attraverso la realizzazioni di progetti per il miglioramento sociale di tutte le comunità in oltre 15.000 villaggi. Il movimento organizza campi di meditazione per migliaia di persone ed i partecipanti sono invitati a perseguire i metodi della non violenza e a coltivare l'arte del perdono.
Esperimento del Bhutan con GNH
Il Re del Bhutan Jigme Singye Wangchuck coniò il termine GNH (Felicità nazionale lorda) quando salì al trono nel 1972. Voleva con esso indicare il suo impegno alla costruzione di un'economia basata sui valori buddisti del vivere correttamente, della compassione e della condivisione. Nel corso degli ultimi tre decenni, il Bhutan lentamente ha sviluppato la Felicità nazionale lorda (GNH) come principio guida. Al suo interno, GNH è una visione della civiltà che è ancorata a valori non materiali, come il vivere in armonia con la natura, l'uguaglianza sociale e la ricerca spirituale per i livelli superiori dell'essere. I quattro pilastri implicati nella realizzazione di una società felice sono l'economia, la cultura, l'ambiente e il buon governo.
Nel 1990, molte agenzie internazionali hanno chiesto al Buthan di condividere il suo particolare approccio allo sviluppo con il resto del mondo. Nel febbraio 2004, oltre 82 studiosi ed esperti provenienti da 20 paesi si sono riuniti nella capitale, Thimphu per la discussione su GNH.
Paesi così diversi come il Canada, Irlanda, Costa Rica, Paesi Bassi, Sri Lanka e Mongolia hanno stabilito degli indicatori di benessere. Questo kernel di saggezza buddista si va affermando sempre più nei modelli di politica internazionale e di sviluppo, che cercano di stabilire metodi scientifici per definire ciò che ci rende felici e perché.
La “rivoluzione zafferano” dei buddisti in Thailandia, Tibet, Birmania e Corea
L’attivismo è diventato comune nelle società buddiste asiatiche in opposizione a governanti oppressivi, alla dominazione straniera e all’ingiustizia. I monaci e le suore stanno lasciando i loro tranquilli monasteri affrontando il gas lacrimogeno e le pistole nelle strade.
Samdhong Rinpoche, l’ex-PrimoMinistro del governo tibetano in esilio ha detto, “esiste una responsabilità di ogni individuo, monaco e laico, di agire per il miglioramento della società”. Christopher Queen, uno specialista di Buddismo all’Università di Harvard, dice che questo movimento è noto come “Buddismo impegnato”. “I Buddisti impegnati guardano alle cause sociali, economiche e politiche della miseria umana nel mondo e si organizzano per affrontarle. Il ruolo del servizio sociale e dell’attivismo sta crescendo in ogni parte del mondo buddista.
Nel 2006, i seguaci di una setta buddista hanno manifestato nelle strade, portando al rovesciamento del Primo Ministro della Tailandia, Thaksin Shinawatra. Nel corso degli anni, i monaci tibetani hanno apertamente protestato contro l’oppressione del governo cinese in Tibet.
Anche in Birmania, l’odio represso contro 45 anni di regime militare è esploso alla metà di agosto del 2007, dopo che il prezzo dellaa benzina era aumentato del 500%. Questo ha portato circa 10.000 monaci buddisti a marciare attraverso la seconda più grande città del Paese, Mandalay, cantando “Democrazia, democrazia”. Mentre le manifestazioni crescevano, molti sono stati uccisi o arrestati.
Il 27 agosto 2008, i monaci buddisti coreani hanno tenuto una preghiera in un parco di Seul durante una manifestazione di protesta contro il presunto pregiudizio pro-cristiano del presidente Lee Myung-Bak. 50.000 monaci si sono riuniti per questa manifestazione e hanno richiesto le scuse del Presidente Lee.
Predicatori islamici aiutano il Pakistan a combattere l’AIDS
Per creare consapevolezza a riguardo dell’AIDS, il governo ha organizzato incontri dei predicatori religiosi affinché prestassero attenzione al Programma Nazionale Pachistano per il Controllo dell’AIDS. Centinaia di predicatori in tutto il Pakistan pronunciano regolarmente sermoni che portano un messaggio di consapevolezza nei confronti dell’AIDS. Predicatori dei gruppi minoritari pachistani, cioè cristiani ed induisti, sono stati coinvolti da questi programmi di sensibilizzazione.
Presentare le misure per il controllo delle nascite ai mullah afghani
È stato organizzato un seminario destinato ai mullah Afghani sul sensibile tema del controllo delle nascite. Si è tenuto a Mazar-i-Sharif nel Novembre 2009. Era un tema scomodo per loro, hanno iniziato a fissare lo schermo e si muovevano sulle loro sedie. L’istruttore ha detto che “un bambino dovrebbe essere allattato al seno per 21 mesi e il latte è al sicuro dentro al seno”. Il seminario è stato frequentato da dieci leader religiosi islamici della città e dei suoi sobborghi. Il messaggio era semplice: i bambini sono una buona cosa, ma non troppi. I mullah, come i leader di altre religioni, considerano i bambini come una benedizione di Dio e perciò sono di solito gli oppositori più determinati dell’idea di avere pochi figli.
Il seminario era organizzato da un gruppo non-profit, Marie Stopes International. Un alta natalità è un pesante fardello per una società dove il reddito procapite è all’incirca di 700 dollari all’anno. È anche un rischio per la vita delle madri. L’Afghanistan è secondo solo alla Sierra Leone quanto a tasso di mortalità materna, che raggiunge percentuali sino all’8% in alcune aree.
I mullah erano abbastanza riluttanti a partecipare al seminario ma sono venuti perché erano pagati per farlo. Dopo il seminario, la risposta della maggior parte di essi è stata abbastanza positiva. Massoom, l’istruttore dei mullah ha detto che “questo è un Paese islamico. Se i religiosi sostengono il controllo delle nascite, nessuno vi si opporrà”.
I leader religiosi si uniscono contro il feticidio femminile
Al fine di contrastare la crescita del feticidio femminile, i leader delle diverse comunità religiose si sono uniti per lanciare una campagna contro questa piaga sociale. Questa importante campagna sociale è stata inaugurata il 20 febbraio 2008 dal presidente Hamid Ansari a Nuova Delhi. Egli ha detto che il feticidio femminile non può essere contrastato solamente dalla legge. “Non è un problema, ma una malattia. Nessuna legge potrà essere d’aiuto. Invece, guardate in uno specchio e chiedetevi quando è iniziata e come può essere curata.” I leader religiosi hanno proseguito i loro sforzi sino ad oggi in diverse parti dell’India per combattere questa minaccia.
Sri Sri Ravi Shankar in un documentario sul surriscaldamento globale
Nel giugno 2008, il guru spirituale indiano Sri Sri Ravi Shankar ha fatto il suo debutto sugli schermi in un documentario riguardo al surriscaldamento globale intitolato ‘Vasundhara’. Questo documentario di sette minuti sensibilizza la gente riguardo a questo problema globale e alle tecniche che possono essere utilizzate per salvare il pianeta. ‘ Vasundhara’ sarà proiettato anche dalle Nazioni Unite durante le conferenze sui cambiamenti climatici e in altri incontri.
I leader religiosi esortano alla conservazione dell’elettricità nel Kerala
All’interno di una campagna per salvare lo stato del Kerala nel sud dell’India dalle interruzioni di elettricità il Governo ha esortato i leader religiosi affinché diffondessero il messaggio della conservazione dell’elettricità. Sono stati fatti annunci in molte chiese, templi e moschee, e sono stati distribuiti volantini che evidenziano la necessità di evitare un utilizzo eccessivo dell’elettricità.
La comunità Dawoodi Bohra di Mumbay avrà una moschea eco-friendly
La comunità Dawoodi Bohra di Mumbay sta costruendo la prima moschea eco-friendly della città. È il frutto di un’idea del leader spirituale della comunità, il dottor Syedna Mohammed Burhanuddin. Il primo punto sarà quello di raccogliere l’acqua piovana e diminuire il consumo di energia elettrica. Sarà il risultato di una fusione tra le architetture Mughal, Indiana e Britannica. Aiuole verdi circonderanno la moschea, aiutando a diminuire la temperatura.
Padre Naikam avvia gruppi di lebbrosi all’istruzione superiore
È grazie ai persistenti sforzi di un umile prete cattolico, padre Naikam, che bambini senza speranza possono vedere la luce dell’istruzione. Il movimento è iniziato nel 1992, quando egli persuase due genitori a mandare i loro figli a studiare gratis. Presto ci fu un’ondata di richieste. Dopo aver seguito un’istruzione di base, questi studenti hanno espresso il desiderio di divenire dottori, insegnanti, ingegneri e altro. Gli studenti sono stati ammessi a scuole gestite da missionari cristiani in varie città dello stato indiano dell’Orissa.
Aborigeni educati come sacerdoti nel Kerala
Nell’ottobre 2008, un evento senza precedenti ha avuto luogo nello stato del Kerala (sud dell’India), quando alcuni sacerdoti di un’organizzazione induista hanno infranto divisioni di casta vecchie di secoli, preparando al sacerdozio 22 bambini provenienti da diverse comunità, incluse le tribù aborigene registrate dallo Stato. La mancanza di sacerdoti preparati nei templi dei distretti settentrionali ha spinto a questa mossa. Il programma è stato inaugurato dalla Kerala Kshetra Samrakshana Samiti (KSS) con l’aiuto di studiosi vedici, sacerdoti e istituzioni educative induiste dello stato. Il progetto era strutturato in modo da non urtare l’educazione laica degli studenti. È stato insegnato loro il sanscrito, i mantra (preghiere sacre) e la maniera di praticare i rituali. Questo addestramento pratico nei templi è stato organizzato dalla KSS con l’aiuto di sacerdoti esperti.
Religiosi pachistani dichiarano gli attentati suicidi illegali
Circa 300 dotti religiosi nella difficile regione tribale del Nord Waziristan hanno dichiarato gli attentati suicidi “haram” cioè vietati dall’Islam e hanno condannato qualsiasi forma di attività terroristica nella regione. Hanno anche chiesto a tutti i militanti stranieri che si nascondevano nell’area di fermare tali attacchi. I dotti hanno condannato tutti coloro che erano coinvolti nel reclutamento e nell’addestramento degli attentatori suicidi.
L’incontro dei più importanti ‘ulema’ del Nord Waziristan si è tenuto nel giugno 2011 in una madrassa a Eidak, un paese nell’area di Mirali.
Religiosi sauditi si oppongono al matrimonio minorile
Nel passato, c’è stata la tendenza all’aumento dei matrimoni minorili in Arabia Saudita. I mezzi di comunicazione hanno riferito ciò e associazioni per i diritti umani saudite hanno criticato questa pratica. I religiosi hanno enfaticamente dichiarato che tali unioni sono dannose per i bambini e sviliscono l’istituto del matrimonio. Lo Sheikh Muhammad al-Nujaimi è stato un forte oppositore di questi matrimoni. Lui e altri religiosi così come alcuni scrittori hanno persuaso il governo ad approvare una legislazione che fissa un’età minima per il matrimonio.
Religiosi musulmani rifiutano il funerale ai terroristi del massacro di Mumbai
Il massacro lungo 60 ore che è stato scatenato a Mumbai il 26 novembre 2008 è stato unanimemente condannato non solo dagli intellettuali musulmani ma anche dagli imam. Immagini dei terroristi sono state bruciate a Nuova Delhi. A Mumbai, gli imam hanno esortato i musulmani ad alzarsi ed essere annoverati tra gli indiani.
Alla moschea di Dharavi, l’imam ha dichiarato che l’”umanità è la più grande religione”. Noorur Rahman Barkati, l’imam della moschea Tipu Sultan di Kolkata, condannando i terroristi ha detto che “essi sono il male e vanno distrutti”. Molte migliaia di devoti musulmani in tutto il Paese ha indossato fasce al braccio per protestare contro gli attacchi.
I religiosi musulmani di Mumbai hanno ribadito la propria volontà di non offrire le loro preghiere e non celebrare i funerali dei nove terroristi coinvolti nell’attacco di Mumbai del 26 novembre 2008. I religiosi hanno dichiarato che i terroristi non meritavano gli ultimi riti dell’Islam. Il Maulana Mushkeen della Jamiat-al-Ulema ha sostenuto che “coloro che sono stati coinvolti in questi atti odiosi non meritano il funerale islamico. Lasciamo che la polizia li tratti nel modo in cui tratta i corpi che nessuno reclama. Non sono musulmani”. Inoltre, il Maulana Mufti Asadullaha della rispettata scuola di Deoband ha dichiarato che “gli hadith non permettono la namaz-e-janaza a colui che abbia commesso una rapina. Questi nove individui sono stati coinvolti in un crimine molto più grande e riprovevole”.
Religiosi cristiani e musulmani condannano l’appello a bruciare il Corano
Nel settembre 2010, un pastore estremista della Florida ha esortato la gente a bruciare il Corano nel nono anniversario dell’11 settembre. In seguito a ciò, leader religiosi cristiani e musulmani hanno condannato questa azione. Il pastore Terry Jones del Dove World Outreach Centre, un gruppo cristiano marginale in Florida, sembra aver dimenticato l’esortazione di Cristo ad “amare il tuo vicino”.
Religiosi sia cristiani che musulmani così come esperti di religione hanno sostenuto che bruciare il libro non è certamente un modo per ricordare le vittime dell’11 settembre. Il dotto sciita Maulana Zaheer Abbas Rizvi ha dichiarato che “il Corano non ha mai detto agli organizzatori dell’11 settembre di scagliare aerei carichi contro le Torri Gemelle. Essi erano i mercanti sviati della morte e il loro crimine odioso non deve essere attribuito ad un libro che Allah ha rivelato come una guida non solo per i musulmani ma per l’umanità”.
L’arcivescovo di Vasai (Mumbai), Felix Machado che ha lavorato al dipartimento vaticano per il dialogo interreligioso, ha letto il Corano. Ha detto “il Corano è stato rivelato per fornire una guida ai figli di Dio. Non posso immaginare che un uomo che dichiara di seguire il cristianesimo possa mai pensare di bruciare un libro sacro.”
Il cardinale Oswald Gracias, Arcivescovo di Mumbai, ha convocato un incontro nel settembre 2010 per opporsi all’appello del Pastore Jones.
La chiesa anglicana indiana non accetta i preti omosessuali
I leader ecclesiastici di Mumbai hanno criticato i preti omosessuali e hanno dichiarato che essi non sarebbero stati accettati. Inoltre, essi hanno dichiarato che gli omosessuali non sono persone “sane di mente”. Il reverendo Prakash Patole, vescovo di Mumbai aveva dichiarato nel luglio 2008 che “non siamo a nostro agio con l’idea dei preti omosessuali”. Il reverendo K.I. Dyvasirvadam della chiesa di santo Stefano di Bandra ha dichiarato che “La chiesa dell’India settentrionale e la chiesa dell’India meridionale hanno accettato le donne preti, ma non siamo giunti allo stadio di accettare gli omosessuali”.
L’alta corte del Bangladesh bandisce le punizioni nel nome delle ‘fatwa’
Un verdetto senza precedenti è stato emesso dall’Alta Corte del Bangladesh nel luglio 2010. La Corte ha deciso che l’esecuzione di punizioni come bastonare o picchiare le donne nel nome di una ‘fatwa’, ossia un decreto islamico, è un reato. Una giuria di due membri che comprendeva il giudica Syed Mahmud Hossain & Gobinda Chandra Tagore ha dichiarato che “chiunque promulghi o esegua una tale pena extra giudiziaria deve essere punito perché ha commesso un reato”.
L’Alta Corte del Kerala sostiene le donne nel diventare preti
A. Pinniyakkal del Nalluthevanpatti nel Distretto Madurai dello Stato del Tamil Nadu (India) ha condotto una battaglia contro le forze oscurantiste. lei aveva praticato i rituali del tempio da quanto suo padre Pinnathevar le aveva “consegnato i suoi ancestrali diritti pujari” a causa della sua età avanzata e della sua debole salute. I problemi sono cominciati per lei dopo la sua morte il 12 novembre 2006, quando è divenuta l’”affidataria di fatto” del tempio. Ha dovuto affrontare numerosi ostacoli e complicazioni legali prima che l’Alta Corte si dichiarasse a suo favore.
Nella sua sentenza, il giudice Chandru ha detto che né alcuna disposizione di legge né alcun regolamento proibiscono alle donne dal praticare il puja nel tempio di Durgal Amman. Egli ha inoltre evidenziato come la rivendicazione che solo un membro maschile potesse essere un pujari non aveva fondamento legale. “E’ ironico che proprio quando la divinità che presiede il tempio è ‘Amman’, è in una forma femminile, vengano sollevate obiezioni contro il fatto che una donna pratichi il puja in un tale tempio. Anche nel periodo vedico, è riportato che le donne praticavano i puja e i rituali”. Questa sentenza dell’Alta Corte ha inviato un chiaro messaggio contro i tentativi di impedire alle donne di accedere al sacerdozio, che è fino ad ora rimasto una roccaforte maschile.