Un giorno intorno al 1883~1884, una coppia di sposi fece visita alla fondatrice dei Tenrikyo, Miki Nakayama, assieme al loro figlio. Si recarono dalla fondatrice per mostrare la loro gratitudine, poiché aveva guarito una malattia all’occhio del proprio figlio.
La fondatrice, con calma, era seduta in soggiorno indossando il Suo kimono rosso, un abito tradizionale giapponese. Il bambino, essendo solo un bambino di sette o otto anni, guardandosi attorno, senza un attimo di esitazione, fermò lo sguardo su di un grappolo d’uva sul tavolo, senza neppure curarsi dei suoi genitori, terribilmente nervosi e in ginocchio davanti alla fondatrice. L’uva importata era stata ampiamente coltivata in Giappone durante il periodo Meiji, tuttavia, per un bambino che viveva in un’area rurale, l’uva rappresentava un cibo esotico.
La fondatrice avvertì gli occhi del bambino fissi sull’uva. Prese un grappolo di uva nella sua mano e disse:
"È gentile da parte tua tornare. Ecco dell’uva per te. Tutti nel mondo devono relazionarsi, gli uni con gli altri, con anime tondeggianti, proprio come questi acini di uva. Questa è la Via da seguire con gioia, guardando in avanti alla bellezza nel futuro. " (Aneddoti di Oyasama, fondatrice dei Tenrikyo)
La fondatrice spiegò in maniera semplice il mondo umano ideale, mentre porgeva al bambino il grappolo d'uva.
Proprio come ogni singolo acino è connesso ad altri acini per formare il grappolo d’uva, l’“anima tondeggiante” di ogni persona deve essere connessa alle altre “anime tondeggianti”, e questo rende il mondo in armonia. Per “anima tondeggiante” s’intende lo stato delle persone che seguono gli insegnamenti della fondatrice e conducono una vita ideale conforme alla volontà di Dio Genitore. L’anima tondeggiante è uno stato indipendente di fede individuale, ma il mondo ideale diventa reale nel momento in cui tutte queste anime si uniscono in armonia.
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Masao Maruyama, un noto pensatore giapponese moderno, ha sottolineato il passaggio, accaduto durante la fase della ricostruzione della società giapponese postbellica, da una società caratterizzata dalla logica dell’"essere" come valore, ad una società caratterizzata dalla logica del "fare" in quanto valore. I modernisti giapponesi, rappresentati da pensatori come Maruyama, lanciando un campanello di allarme, speravano che i singoli, ognuno con le proprie identità, potessero realizzare una società moderna matura in modo tale da non ripetere la tragica storia del passato.
La società giapponese del dopoguerra ha sostanzialmente puntato alla realizzazione di questo tipo di moderna società matura.
Nel dopoguerra, i giapponesi rifuggivano i tradizionali rapporti sociali basati sul legame territoriale e sulla relazione di sangue. Hanno cercato di trovare uno stile di vita totalmente nuovo e una nuova forma di relazioni umane. La popolazione si era concentrata nelle aree urbane, mentre le comunità rurali, che per lungo tempo avevano sostenuto la società giapponese, iniziarono rapidamente a sgretolarsi.
Allo stesso tempo, il sistema sociale giapponese postbellico richiese una separazione tra politica e religione, e la fede venne considerata come un’“attività” dei singoli. Si è verificato un passaggio da una "fede domestica" a una "fede personale", enfatizzata in ogni ambito della società. I costumi e gli eventi religiosi tradizionali delle comunità declinarono rapidamente e, d'altra parte, i nuovi abitanti, che si trasferirono nelle aree urbane, ebbero bisogno di nuovi legami sociali, ritrovandoli in varie attività di nuovi movimenti religiosi.
Si è enfatizzata l'importanza dell'auto-realizzazione in ogni ambito della vita attraverso le libere volontà personali. Tuttavia, l'essere umano non può vivere da solo. Il vivere assieme agli altri e l’aiutarsi a vicenda sono alla base della natura umana. Il ruolo principale delle religioni è quello di connettere le persone una per una in tutte le età.
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Durante il periodo di elevata crescita economica, anche le religioni vennero influenzate dalla spinta alla realizzazione dell’Io e venne chiesto loro di far maturare la coscienza degli individui sull’importanza dello sforzo quotidiano e continuativo, affinché potessero poi arrivare al successo. Proprio come i pensatori modernisti del periodo postbellico avevano sottolineato, le basi della moderna società giapponese sono nell’identità dei singoli, fondate sulla libera scelta. Tale indipendenza sarebbe dovuta essere fondamentale anche per le generazioni future.
Tuttavia, i giapponesi, che affrontano oggi confusione economica o disastri naturali, non potendo prevedere il futuro, avvertono disagio in molti ambiti della vita. Hanno iniziato a chiedere una nuova forma di relazioni sociali supportate da fiducia reciproca e da reciproco aiuto. Oggi, passato il periodo di elevata crescita economica sostenuto dai modernisti, per i giapponesi è più importante costruire un rapporto sicuro, fondato sulla fiducia reciproca piuttosto che ottenere una posizione sociale più elevata o diventare una persona ricca. Nella società giapponese moderna, che ha iniziato a rivendicare un nuovo senso dei valori, il ruolo della religione, di cui le persone hanno bisogno, sembra passare dal valore del successo individuale alla coscienza simbiotica, per superare le difficoltà assieme agli altri.
Quando noi consideriamo le condizioni sociali contemporanee, in cui parole brutali come "'alienazione sociale" sono ben note a tutti e i legami sociali delle persone sono indeboliti in una società moderna sistematica e inorganica, capisco profondamente il significato del delicato messaggio della fondatrice che ho menzionato prima. Tuttavia, la società giapponese della prima età moderna era governata da legami territoriali e da vincoli di sangue ed era dominata dal mutuo soccorso “istituzionalizzato” e non riconosceva mai un atto di autorealizzazione basato sul libero arbitrio. Se l'aiuto reciproco delle persone fu incorporato in un sistema sociale, dall’altra parte la libertà personale era fortemente limitata. I legami sociali nella società tradizionale giapponese potrebbero essere visualizzati simbolicamente come le perle di un rosario buddista.
Nell’aneddoto dell'uva, tuttavia, ogni acino non è direttamente collegato l'uno all'altro. Ogni pezzo è collegato a un peduncolo e ogni peduncolo è collegato al ramo. Quindi ogni pezzo di uva viene nutrito ed è connesso al grappolo d'uva.
Un mondo dove, nel rispetto dell’identità e dell’indipendenza dei singoli, ma nella condivisione di una radice comune, gli uomini possano vivere gli uni accanto agli altri.
L'immagine del mondo ideale che la fondatrice di Tenrikyo, Miki Nakayama, ha mostrato in termini chiari, sarà una guida di primo piano per la società contemporanea che affronta il crollo delle comunità tradizionali e le contraddizioni della società moderna.
Permettetemi di introdurre il seguente canto citato dal testo sacro, Ofudesaki, scritto dalla fondatrice. Abbiamo bisogno dello spirito di questo canto per vivere nel mondo dell’instabilità nel futuro.
Medita profondamente dall’interno del tuo cuore
per comprendere che nel salvare gli altri tu sarai salvato. 3-47