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Jeffrey D. Sachs

Columbia University, consigliere speciale del Segretario generale ONU
 biografia
Gentili Signore e Signori,
 
Nel suo indirizzo presidenziale inaugurale circa 60 anni fa, J. F. Kennedy ha dichiarato: “il mondo è oggi molto diverso. Poiché l’uomo ha nelle sue mani mortali il potere di porre fine a tutte le forme di povertà umana e a tutte le forme di vita umana”. Questo era vero allora ed è ancora più vero oggi. Siamo abbastanza ricchi e dotati di conoscenze per porre fine a povertà e fame e per assicurare che ogni bambino sul pianeta abbia accesso ad una istruzione di qualità.
 
Eppure stiamo anche minacciando la nostra stessa sopravvivenza, non solo attraverso le armi nucleari, come al tempo di Kennedy, ma attraverso il cambiamento climatico, l’inquinamento e la distruzione di massa di altre specie, che è la novità del nostro tempo.  
 
La foresta pluviale dell’Amazzonia brucia e così anche la nostra politica. Troppi leader oggi diffondono odio, paura, orgoglio e corruzione. Troppi usano il pretesto dell’identità nazionale come randello contro i deboli e i vulnerabili.
 
Eppure siamo qui oggi non per supplicare i predicatori d’odio.  Siamo qui oggi per unirci nel nome della nostra comune umanità. Siamo qui per insistere che l’umanità è dotata di ragione, quella ragione che ci consente di scegliere il bene comune.
 
La nostra ragione può porre fine alla guerra e prevenirla in futuro.  Ci sono guerre nel nostro tempo a motivo dell’arroganza di grandi potenze, come quando gli Stati Uniti dichiararono una guerra ingiustificata contro l’Iraq o inviarono la CIA in Siria per rovesciare il governo siriano, o quando gli USA, la Francia e la Gran Bretagna inviarono bombardieri NATO per far cadere il governo libico. Ci sono guerre oggi perché l’estrema povertà di luoghi come lo Yemen provoca disperazione e crea una miscela di conflitti in cui potenze più grandi gettano le loro armi e le loro bombe. Ci sono guerre oggi perché siccità e inondazioni, resi più frequenti e intensi dal cambiamento climatico causato dall’uomo, stanno causando perdita di raccolti, fame e migrazione di massa, che poi provocano nuove ondate di violenza.
 
E rischiamo nuove e più devastanti guerre perché il Presidente Americano lancia guerre commerciali che creano ritorsioni e escalation; utilizza il potere delle banche americane per creare fame e disperazione in Venezuela e Iran per cercare di piegare questi governi al suo volere; propone di militarizzare lo spazio con una nuova Forza Spaziale Americana; si ritira dal trattato INF sulle testate nucleari; e propone di lanciare una nuova generazione di armamenti nucleari in violazione dell’esplicito obbligo di disarmo nucleare previsto dal Trattato sulla non-proliferazione nucleare. 
 
In tempi passati l’umanità era preda di tiranni e despoti, principi e re che mandavano gli uomini in battaglia e donne e bambini alla spada. Eppure noi oggi sappiamo meglio che la guerra non è il nostro destino, che pace e prosperità sono alla nostra portata.  
 
Siamo gli eredi di Platone e Aristotele, che sostenevano il dono della ragione; di Gesù, che proclamava che gli operatori di pace sono figli di Dio; di Immanuel Kant che immaginava una unione di repubbliche per garantire la pace perpetua; di Franklin Roosevelt, che lanciò le Nazioni Unite dopo la 2° guerra mondiale per attuare la visione di Kant; di John F. Kennedy e Nikita Khrushchev che firmarono il Trattato per l'interdizione degli esperimenti nucleari al culmine della guerra fredda e così indicarono una strada di pace; e di  Martin Luther King, Jr., che ci ha ricordato che “l’ arco dell’universo morale  è lungo, ma si piega verso la giustizia”.
 
Prendiamo quindi posizione contro l’irragionevolezza, l’ignoranza e la paura. Prendiamo posizione contro l’arroganza dei grandi poteri e dei piccoli despoti. Ragioniamo insieme. 
 
Consideriamo alcuni dati concreti   
 
Il reddito mondiale quest’anno è di $90 trilioni, oltre $11,000 pro capite.  Eppure un miliardo di persone vive ancora in povertà estrema. Con un trasferimento di appena l’1% del reddito dei paesi ricchi ai paesi poveri, circa $ 500 miliardi l’anno, possiamo mettere fine alla povertà estrema.
 
L’aspettativa di vita globale è di 72 anni, eppure circa 5 milioni di bambini poveri moriranno quest’anno prima dei 5 anni perché le loro famiglie e comunità sono troppo povere per tenerli in vita. Con un trasferimento di appena il 1/10 dell’1% del reddito del mondo ricco, le cure sanitarie potrebbero essere estese a questi bambini e gran parte di queste morti evitata.
 
Il mondo ha promesso un’istruzione dal pre-asilo alla scuola secondaria superiore ad ogni bambino del pianeta, eppure 260 milioni di bambini in età scolare non vanno a scuola. Con appena il 1/10 dell’1% del reddito dei paesi del mondo ricco trasferito ai paesi poveri, potremmo finanziare scuole e insegnanti per questi bambini.      
 
Duemila miliardari hanno insieme una ricchezza netta di $10 trilioni.  Le 15 persone più ricche sul pianeta hanno $1 trilione di ricchezza.  Il reddito guadagnato ogni anno da queste 15 persone potrebbe da solo finanziare l’istruzione di 260 milioni di bambini. Jeffrey Bezos, Bill Gates, Bernard Arnault, Warren Buffett, Mark Zuckerberg e altri: dovete agire.
 
Gli Stati Uniti spendono più di $700 miliardi l’anno, $2 miliardi al giorno in spese militari. Tre giorni di spese militari l’anno, pari a$ 6 miliardi l’anno, sono sufficienti ad azzerare quasi la malaria. Cinque giorni di spese militari l’anno, pari a $10 miliardi, finanzierebbero completamente la lotta mondiale a AIDS, TBC, e malaria. Diciamo al Pentagono, prendetevi un lungo week-end, in modo che possiamo liberare il mondo da queste malattie mortali.
 
Il costo globale dei conflitti armati, le spese militari, quelle per la sicurezza interna e quelle per la sicurezza personale superano $5 trilioni l’anno, abbastanza per porre fine alla povertà, proteggere la natura e convertire i nostri sistemi energetici in eolico, solare, idroelettrico e geotermico e altre fonti energetiche a zero emissioni. Siamo con il profeta Isaia, che ci disse di forgiare le nostra spade in vomeri.
 
Siamo un mondo ricco ma abbiamo perso il nostro orientamento. Soffriamo, lo ha detto Papa Francesco, per la globalizzazione dell’indifferenza. Eppure Papa Francesco non solo ha descritto la nostra fragile condizione, ma ha anche acceso una speranza per la nostra salvezza.  Nella sua magistrale enciclica Laudato Si’ ci dice “l’interdipendenza ci obbliga a pensare ad un solo mondo con un piano comune”
 
Amici, possiamo scrivere quel piano comune. Gli strumenti ci sono.
 
Dobbiamo iniziare con la Carta dell’ONU che ci chiama a risolvere i conflitti attraverso il dialogo, i negoziati, la mediazione e non con la violenza o i capricci dei politici.
 
Dobbiamo costruire sulla dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la nostra costituzione morale universale, che riconosce i diritti politici e civili, ma anche quelli economici, sociali e culturali.
 
Dobbiamo conseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, che rinnovano l’impegno della nostra generazione verso i diritti economici della Dichiarazione Universale.
 
E dobbiamo realizzare l’Accordo di Parigi sul Clima, per mantenere il riscaldamento globale sotto 1.5 gradi Celsius, per evitare di avviare il disastro di un cambiamento climatico fuori controllo.  
 
La prossima settimana i governi del Mondo si riuniranno nell’Assemblea delle Nazioni Unite per valutare i progressi circa gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e accelerare l’azione sul cambiamento climatico.  Siamo in arretrato sul programma perché stiamo perdendo tempo per inazione, per corruzione e avidità.  Nel mese di Dicembre i capi di governo del mondo si incontreranno a Santiago del Cile per incoraggiare gli sforzi per la sicurezza climatica. Nel 2020 gli stessi governi si ritroveranno a Kunning in Cina per affrontare l’urgenza della crisi che mette a rischio di estinzione circa 1 milione di specie, a causa dell’attività umana, come per esempio la deforestazione amazzonica.  Il nostro impegno è unirci per azioni pratiche, e ottenere dai nostri Governi conto delle loro azioni, di rispettare gli impegni promessi, di astenersi dalla corruzione e dalle menzogne che ancora troppo infettano la politica. 
 
Noi abbiamo I mezzi, la ricchezza, la tecnologia, la conoscenza e la necessità di raggiungere tutti gli obiettivi e realizzare le promesse che abbiamo fatto. Nel nome delle religioni, che tutte parlano per la nostra comune umanità, noi qui impegniamo la ragione che Dio ci ha dato per realizzare questi obiettivi e scacciare la cupidigia, l’arroganza e la cattiveria. 
 
Uniamo la fede e la ragione, teologi e scienziati, i membri del clero e i filosofi, i politici illuminati e i cittadini consapevoli, per un’etica del bene comune.
 
Diciamo agli Stati Uniti d’America di porre fine alle sanzioni che sono la causa di tanta sofferenza e fame per i popoli del Venezuela e dell’Iran, e di astenersi da una nuova corsa alle armi nello spazio e agli armamenti nucleari e di rispettare la Carta delle Nazioni Unite. 
 
Diciamo al mondo ricco, onorate il vostro impegno di dare un solo l’1 per cento del Prodotto Interno, con aiuti pubblici e privati, per far fronte ai bisogni urgenti dei più poveri in linea con gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile: 
 
Diciamo alle potenti multinazionali del mondo, siete responsabili verso tutti coloro che sono portatori di interessi, non solamente verso i soci, e che la vostra responsabilità principale è non danneggiare i vostri lavoratori, le comunità come operate, i vostri clienti o il pianete stesso;
 
Diciamo ai miliardari del mondo, che il mondo appartiene a tutti e non solo a voi.  Dovete usare i vostri trilioni di dollari di ricchezza per soccorrere e sollevare il povero, l’affamato e il malato;
 
Diciamo ai politici, che abusano della religione, non tentate di dividerci o di metterci gli uni contro gli altri, dal momento che la Parola di Dio ci chiama ad una giustizia e una misericordia universale;
 
Ricordiamo la saggezza del Papa Paolo VI nell’enciclica Populorum Progressio, quasi mezzo secolo fa, che affermava che lo sviluppo è il nuovo nome della pace. Potremo dire che lo sviluppo sostenibile, nel nostro tempo, è il nuovo nome della pace.
 
Nel suo ultimo discorso alle Nazioni Unite, appena qualche settimana prima del suo assassinio, il Presidente Kennedy riferì sulla firma del Trattato sul divieto dei Test nucleari. Egli disse ai colleghi capi di Stato. “ le nuvole si sono alzate un poco, così che nuovi raggi di speranza possono penetrare”.  E poi aggiunse queste bellissime parole ai leader mondiali:
 
“Archimede, spiegando I principi della leva, si narra abbia detto ai suoi amici: “Datemi un punto in cui stare e solleverò il mondo” Miei colleghi abitanti di questo pianeta: prendiamo posizione in questa Assemblea delle Nazioni, e vediamo se noi, nel nostro tempo, possiamo indirizzare il mondo verso una pace giusta e duratura”.
 
Ed infine, anche noi, grati alla meravigliosa Comunità di Sant’Egidio che ci ha radunati e al meraviglioso popolo spagnolo, anche noi, in questa assemblea di Religioni, prendiamo l’impegno di fare la nostra parte, per indirizzare il mondo verso lo sviluppo sostenibile e il bene comune.