16 Settembre 2019 10:00 | Sala Antonio Palacios, Círculo de Bellas Artes
Intervento di Karl Hinrich Manzke
1. Il mio contributo a questo panel fa riferimento ad una questione ecumenica attuale e rilevante, che ha un significato particolare in Germania.
In Germania esiste una chiara divisione - in due parti uguali - tra le persone che si considerano membri delle chiese cristiane più grandi numericamente. Metà dei cristiani in Germania che appartengono ad una chiesa e che partecipano a quella comunità sono cattolici romani, l’altra metà sono membri della chiesa protestante: di essi l’80% è luterano.
A partire dal Concilio Vaticano Secondo c’è stato uno sviluppo che è particolarmente importante in Germania, per quelle famiglie in cui i due coniugi appartengono a diverse confessioni cristiane. Questo coinvolge milioni di persone e le loro famiglie.
Anche la metà dei membri nella mia famiglia appartiene alla chiesa cattolica, l’altra metà a quella protestante, dei quali l’80% sono luterani. Le mie sorelle sono entrambe sposate a dei cattolici. Il marito di una di loro è stato scomunicato perché aveva sposato una protestante. Questo è successo nel 1982. In occasione della cresima del figlio, che si è svolta nella chiesa protestante, non ha partecipato insieme al figlio alla comunione perché si sentiva legato alla chiesa cattolica romana. Ma gli eravamo tutti vicini con il cuore e sentivamo il dolore della sua difficile situazione e del fatto che non potesse partecipare.
Fino all’anno scorso la Chiesa cattolica in Germania non aveva trovato un approccio positivo che desse la possibilità ai coniugi appartenenti a confessioni diverse di partecipare insieme alla comunione. Queste coppie sposate condividono tutto: cucina, tavolo e letto, ma la Chiesa li separa.
La Chiesa si stava comportando come un’istituzione che divideva le persone. Questa è stata la situazione fino al 2018.
Quindi questa questione della comunione riguarda milioni di cristiani e le loro famiglie. In passato la Conferenza dei vescovi tedeschi cattolici ha fatto tre tentativi per cercare di raggiungere un accordo su questa questione. Non ci è riuscita tre volte, negli anni tra il 1998 e il 2017.
Dopo un grande sforzo ed un dibattito lungo e sofferto la Conferenza episcopale tedesca ha adesso pubblicato un documento.
In esso sono contenute le raccomandazioni a ogni vescovo in Germania, su come trattare questa questione responsabilmente in modo pastorale e spirituale, in base al diritto canonico (Codex Iuris Canonici) della chiesa cattolica.
Vorrei relazionare su questo punto per informarvi sul dibattito in Germania, per condividerlo con voi.
2. In diverse occasioni, in particolare nel 2017, entrambe le parti – cattolici romani e luterani evangelici – hanno espresso insieme la loro preoccupazione e il loro desiderio di migliorare la situazione nelle coppie dei matrimoni interconfessionali. Ad esempio, in occasione della commemorazione ecumenica della riforma a Lund, il presidente della Federazione Luterana Mondiale, il vescovo Munib Younan, e Papa Francesco hanno dichiarato: “Viviamo il dolore di coloro che condividono tutta la loro vita, ma non possono condividere la presenza redentrice di Dio alla mensa eucaristica. Riconosciamo la nostra comune responsabilità pastorale di rispondere alla sete e fame spirituale del nostro popolo di essere uno in Cristo.” Di conseguenza l’inter-comunione per i coniugi di matrimoni interconfessionali è stata ripetutamente citata – a livello nazionale ed internazionale – come una questione su cui mettere alla prova gli impegni volontari presi da cattolici e protestanti a Lund e Hildesheim.
Le speranze che ci potesse essere un vero progresso in questa importante questione ecumenica sono state alimentate quando la conferenza dei vescovi tedesca – dopo il suo incontro nel febbraio del 2018 – ha annunciato l’ intenzione di pubblicare una guida pastorale per permettere ai coniugi non cattolici in un matrimonio interconfessionale di ricevere la comunione in alcuni casi. Dopo questo annuncio e prima della pubblicazione della guida pastorale a giugno, i vescovi tedeschi sono stati coinvolti in un dibattito alquanto acceso ed è stato coinvolto il Vaticano.
3. Papa Francesco stesso aveva finalmente indicato, in diverse lettere dottrinali, che la conferenza nazionale dei vescovi avrebbe dovuto fare maggior uso del suo spazio di manovra nelle questioni pastorali. Per esempio aveva già evidenziato, nell’ Evangelii Gaudium che “Un’eccessiva centralizzazione, anziché aiutare, complica la vita della Chiesa e la sua dinamica missionaria.” Francesco ha aggiunto che la pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così” dichiarando “Invito tutti ad essere audaci e creativi .”
Vale la pena dare una rapida occhiata alle possibilità e ai limiti della guida pastorale, chiamata un aiuto all’orientamento - quando è stata finalmente pubblicata a giugno 2018 - tenendo in mente lo sforzo che è stato fatto per farle vedere la luce attraverso un canale di nascita molto stretto.
4. Il documento “Walking with Christ – Tracing Unity” (“Camminare con Cristo – rintracciare l’unità”) affronta il tema che coppie di matrimoni interconfessionali possano ricevere la comunione insieme, presentando due linee di argomentazione. La prima mira a trovare un accordo che sia compatibile con quanto disposto dal diritto canonico e nutre fiducia nella coscienza dei singoli credenti che si sentono legati alla chiesa. La seconda linea di argomentazione fa riferimento alla condizione citata al canone 844 del Codice del Diritto Canonico come “ seria necessità” (gravis necessitas) e prova ad allargare la comprensione di come descrivere questa necessità. Nel fare ciò, ricorre ad interpretazioni che già esistono nel magistero cattolico.
Gli autori dell’ aiuto all’orientamento hanno trovato una chiave nel diritto canonico nel canone 844. Questo, alle sezione 1, afferma: “I ministri cattolici amministrano lecitamente i sacramenti ai soli fedeli cattolici.” Dovremmo notare qui che il canone non impone una regola ai fedeli – che siano o meno cattolici. Il canone è indirizzato ai celebranti che amministrano il sacramento, ossia ai ministri cattolici, e stabilisce le condizioni in base alle quali è permesso loro dare la comunione ai non cattolici. La sezione 4 del canone 844 afferma: “Se vi sia pericolo di morte o qualora, a giudizio del vescovo diocesano o della Conferenza Episcopale, urgesse altra grave necessità, i ministri cattolici amministrano lecitamente i medesimi sacramenti anche agli altri cristiani che non hanno piena comunione con la Chiesa cattolica, i quali non possano accedere al ministro della propria comunità e li chiedano spontaneamente, purché manifestino, circa questi sacramenti, la fede cattolica e siano ben disposti.”
Proprio per via di questo stretto spazio di manovra gli autori dell’ aiuto all’orientamento hanno dovuto trovare un approccio all’argomento con il quale non avrebbero semplicemente contraddetto le disposizioni del Canone 844. Hanno fatto questo stabilendo le condizioni in base alle quali un ministro cattolico può dare la comunione ad un coniuge non cattolico con il permesso e in armonia con le regole della sua chiesa. Come avete sentito le disposizioni della sezione 4 forniscono uno spazio molto stretto per questo. Sembra possibile solo in caso di grave necessità (gravis necessitas) come il pericolo di morte, in cui un ministro della propria comunità non sia disponibile.
Adesso entra in gioco la linea di argomentazione dell’ aiuto all’orientamento. Nel 2003, nella sua enciclica Ecclesia de Eucharistia, Papa Giovanni Paolo II aveva richiamato a una comprensione più ampia delle dichiarazioni pertinenti, quando aveva scritto che il divieto di ammettere i non cattolici all’Eucarestia non si applicava all’ “amministrazione dell'Eucaristia, in circostanze speciali, a singole persone ” . In questo caso l’ obiettivo è “ di provvedere a un grave bisogno spirituale per l'eterna salvezza di singoli fedeli”. Nella sua enciclica Giovanni Paolo II faceva riferimento al Canone 844 quando ha introdotto il concetto di “grave bisogno spirituale” (gravis necessitas spirtualis) e ne ha fatto il paramento di interpretazione delle disposizioni del canone.
Di conseguenza è possible comprendere la “seria necessità” come un “bisogno spirituale” in cui è necessario aiutare le persone. L’ aiuto all’orientamento lo riprende: “un grave bisogno spirituale nasce quando la fede che ha condotto un uomo e una donna ad impartire e a concedersi reciprocamente il sacramento del matrimonio li porta poi ad un desiderio ardente di condividere la santa comunione, e non riescono a vedere un modo di soddisfare questo desiderio con la benedizione della chiesa. Se non si pone rimedio a questo ‘grave bisogno spirituale’ il matrimonio, che è fondato sull’amore di Cristo per la Chiesa, potrebbe persino essere messo in pericolo. Dare questo aiuto è un ministero pastorale che rafforza il vincolo matrimoniale e sostiene la salvezza della gente.”
Il modo in cui questa tesi viene articolata suggerisce che quanto si afferma nel canone 844, §4 del Codice di Diritto Canonico dovrebbe essere inteso come esempio e non in senso esclusivo. Ciò rende possibile capire le situazioni di vita reale delle persone e le domande ad essa collegate. La vita produce sempre nuove difficoltà e queste non possono essere ridotte ai casi eccezionali espressi nella sezione 4. L’ aiuto all’orientamento riconosce che la coppia ha l’abilità di giudicare e descrivere cosa si intende per ‘grave bisogno spirituale’, che è anche riconosciuto nel desiderio speciale con cui i coniugi condividono non solo la loro tavola o il loro letto ma anche la loro appartenenza a Cristo.
Di conseguenza “la decisione di condividere l’Eucarestia” deve “spostarsi dal ministro (che impartisce la comunione) a chi la riceve”. Il fedele cristiano viene rispettato e considerato seriamente sulla base della sua coscienza personale. La coppia potrebbe usare l’opportunità di parlare con un sacerdote in modo da poter rivedere la decisione che ha preso con coscienza. Per essere franchi, la porta aperta con l’ aiuto all’orientamento non risolve la questione dell’accesso all’Eucarestia, piuttosto si concentra sulla decisione coscienziosa dell’individuo. Con il cammino intrapreso dall’ aiuto all’orientamento la chiesa Cattolica prende sul serio i fedeli ed accetta la loro decisione personale basata sulla coscienza. Il sacerdote ha il permesso di dare loro l’Eucarestia se, in un dialogo, fa riferimento alla fede della chiesa cattolica e alla comprensione di essa dell’Eucarestia.
Tuttavia, parlando da una prospettiva protestante, non dovremmo tacere le debolezze di questo documento. Ci si aspetta che il coniuge non cattolico consenta alla interpretazione dell’Eucarestia secondo la chiesa Cattolica e sulla base della preghiera eucaristica, e questo è problematico se vi ricordate che questa preghiera può prendere forme diverse durante la funzione. E’ stato sottolineato diverse volte nella discussione ecumenica che, in particolare, la terza preghiera eucaristica contiene delle dichiarazioni che sono molto discutibili e controverse, ad esempio rispetto alla comprensione dell’Eucarestia come un sacrificio.
E’ e rimane doloroso per le coppie interconfessionali che, in base a quanto sopra, siano davvero ben accolte insieme alla tavola del Signore e alla celebrazione dell’Eucarestia solo quando il loro vincolo coniugale è interpretato, in base al diritto canonico, come “grave necessità”.
Deve essere particolarmente doloroso per le coppie di un matrimonio interconfessionale che l’invito espresso nell’ aiuto all’orientamento non sia reciproco – questo è detto in modo esplicito. E’ positivo il fatto che la situazione delle coppie che non possono ricevere insieme l’Eucarestia sia considerata di “ grave necessità spirituale”, tuttavia saremo perdonati se pensiamo che esse provino lo stesso ardente desiderio di poter fare la comunione nella chiesa del coniuge protestante.
Tuttavia, dal mio punto di vista, questo documento è un importante passo in avanti. Anche se non ha potuto essere pubblicato come documento comune della conferenza episcopale tedesca, adesso esiste ed aprirà nuove vie e modi per permettere alle persone - che vivono una relazione di fiducia nel matrimonio – di presentarsi insieme alla tavola del Signore. In questa misura mi sembra che l’ aiuto all’orientamento abbia fatto un notevole passo in avanti. Per questo oso parlare di mutamento di paradigma nel modo in cui la chiesa cattolica tratta pastoralmente i credenti - coloro che hanno un sincero desiderio che le chiese li accompagnino nel loro cammino insieme in modo positivo, e non li ostacolino con regole e regolamenti. E questo è qualcosa da accogliere incondizionatamente.
Aspettiamo di vedere come le singole diocesi gestiranno in pratica il documento, anche se ha già cambiato la realtà ecumenica per il meglio, e non solo in Germania.
5. In Germania abbiamo fatto parecchia strada dal Concilio Vaticano Secondo.
Il fratello di mio padre, mio zio, è stato ordinato pastore nel 1961 in una chiesa luterana. Successivamente si è innamorato follemente di una donna cattolica romana e si sono sposati. Ha avuto dei problemi con i capi della sua chiesa, le autorità ecclesiali. Sua moglie ha dovuto convertirsi al luteranesimo e questo è stato accolto con sgomento dalla sua famiglia che l’ha rifiutata: non potevano nemmeno prendere in considerazione il fatto che pensasse di sposare un pastore luterano.
È stata respinta dalla sua famiglia, diseredata e scomunicata dal suo vescovo cattolico.
Fino allo scorso anno, il 2018, non era immaginabile che la chiesa Cattolica in Germania avrebbe trovato e assunto un atteggiamento positivo in una partecipazione comune all’Eucarestia.
È stato attraverso le celebrazioni dell’anniversario della Riforma nel 2018, quando il Papa è venuto a Lund, e ha preso parte ad una messa concelebrata con la federazione luterana mondiale che è arrivato il momento in cui è iniziato qualcosa di buono.
È stato anche attraverso la sua enciclica ‘Evangelii Gaudium’ che Papa Francesco ha esortato la sua chiesa a trovare una soluzione pastorale per le famiglie di questi sposi.
Nel 2018 la chiesa Cattolica in Germania, finalmente, dopo molto dibattito interno, è arrivata a renderla una possibilità per i suoi membri.
Fino al 2018 erano le chiese ad essere responsabili di questa separazione, e non erano di nessun aiuto per la gente. Ma si è dimostrato che la perseveranza e la pazienza pagano, in termini di dialogo ecumenico.
E, secondo le parole di Papa Francesco, è veramente il momento che alla chiesa sia ricordato che non è nè una stazione doganale nè una semplice autorità amministrativa, bensì un luogo dove la gente è educata e guidata a Cristo.