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Serafim

Metropolita ortodosso, Patriarcato di Romania
 biografia

 Sono molto contento di partecipare a questo incontro organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio qui a Madrid e di prendere la parola a questa tavola rotonda sull’umanesimo spirituale e la globalizzazione. Alla comunità di Sant’Egidio mi lega un’amicizia che dura da più di trent’anni. Ho imparato molto durante tutti questi anni, partecipando a numerosi incontri come questo, così come a incontri, a Roma, tra preti e vescovi vicini alla comunità. Incontrando in queste occasioni uomini e donne di diverse confessioni e religioni, il mio cuore ogni volta si è allargato e in me si è svegliato sempre più quello spirito di unità dell’umanità di cui parlano i Padri della Chiesa antica. I Padri dicono che ogni persona umana riassume in sé , più precisamente nel suo cuore, tutta l’umanità e tutta la creazione. E questo perché l’uomo creato “a immagine e somiglianza di Dio” sintetizza in sé tutto ciò che esiste tutta la creazione. Se abbiamo Dio nel nostro cuore, presente con le sue energie increate, abbiamo anche la sua creazione, l’universo intero e coloro che lo abitano: gli essere umani, gli animali, le piante, i minerali. Tutto vive in noi! Non si tratta di panteismo, perché noi non confondiamo Dio e la creazione. Dio è totalmente differente dalla sua creazione, ma non è separato da essa. “Dio è tutto in tutti“ (I Corinti 15, 28), come dice l’apostolo Paolo. È la profondità insondabile di ogni essere e di ogni cosa. È un grande mistero che solamente gli uomini di fede possono avvicinare.

 
Nello stato di peccato non possiamo sentire e vivere questa unità ineffabile, perché il peccato divide il nostro cuore, lo separa da Dio e dalla sua creazione. E il peccato per eccellenza è l’egoismo! L’egoismo rifiuta la comunione con gli altri, chiude l’uomo in sé stesso, pietrifica il suo cuore e lo rende insensibile agli altri. L’egoista non vede altro che i propri interessi e invidia gli altri per i loro successi. Vede negli altri dei nemici contro i quali lotta per distruggerli o per approfittare di loro. L’egoista non può ammettere la differenza confessionale o religiosa, culturale o di razza. Vuole che tutti siano come lui. L’egoismo appartiene alla natura umana decaduta. I nostri antenati Adamo ed Eva hanno rifiutato la comunione con Dio e conseguentemente hanno distrutto le relazioni fra loro stessi. Per invidia Caino uccise suo fratello Abele e da allora gli omicidi fra fratelli non sono terminati! E siamo tutti eredi di Adamo ed Eva e anche di Caino! Per questo tutti noi dobbiamo lottare contro il demone dell’egoismo.
 
L’egoismo non può essere vinto se non attraverso la preghiera e il digiuno. Preghiera e digiuno, come dice il Cristo (Matteo 17, 21), cacciano i demoni e ci uniscono a Dio e ai nostri simili. Una vecchia donna della Romania, quasi analfabeta, ma molto pia e abituata alla preghiera continua e al digiuno, quando suo nipote, dottore in teologia, gli domanda che cosa senta quando prega, gli risponde: “sento che il mio cuore si dilata e comprende in sé tutti gli esseri umani, gli animali, le piante; tutto ciò che esiste mi è caro”! Una donna veramente santa, come tante donne e uomini nel mondo! 
 
Ma pregare non è sempre facile. I demoni odiano la preghiera e fanno di tutto per impedircela. Quando vogliamo pregare, ci suggeriscono che altre cose sono più importanti della preghiera. Pertanto se noi cominciamo a pregare, disperdono i nostri pensieri affinché lo spirito si annoi della preghiera. Così l’intelletto, che è una energia del cuore, si disperde nelle cose del mondo e non scende nel suo luogo d’origine, il cuore, dove si trova Dio per avere la pace. Pregare è una vera e propria ascesi! Bisogna sforzarsi di pregare fino a quando la preghiera non diventi una vera gioia! Non c’è niente di più importante in questo mondo che pregare. Poiché è la preghiera che sostiene il mondo e pacifica i cuori! L’ascesi della preghiera deve unirsi all’ascesi del digiuno, cioè a una vita semplice e moderata in tutto. Allo spirito del consumismo tipico delle società moderne, soprattutto occidentali, si deve opporre uno spirito di moderazione e di condivisione con i poveri. Sappiamo che la preghiera e servizio ai poveri rappresentano i polmoni della comunità di Sant’Egidio. L’impegno della comunità nel mondo al servizio dei più bisognosi è impressionante! Così come il suo impegno per la pace nel mondo! Il professor Andrea Riccardi, fondatore della comunità, ripete sempre che non c’è pace senza giustizia sociale, senza equilibrio fra ricchi e poveri. Ma questi immensi desiderata non sono possibili che attraverso la conversione dei cuori. Qui le religioni trovano tutta la loro importanza. Ogni religione - a condizione che non sia distorta dell’ideologia che crea i fondamentalismi, dai nazionalismi che la rinchiudono in un gruppo etnico o per la politica che la sottomette ai propri interessi - è un fattore di pace poiché la religione si indirizza ai cuori, aiutandoli a trovare la pace. Ed è la pace interiore di ogni essere umano che pacifica il mondo.
 
L’umanesimo spirituale e la globalizzazione di cui parliamo qui sono proprio la comunione dei cuori pacificati che fa sì che ciascuno si ritrovi nell’altro, che ciascuno dipenda dagli altri e si arricchisca attraverso di loro. Nessuno è sufficiente a se stesso. Tutti hanno bisogno di tutti. E tutti sono responsabili di tutti. L’umanità è un immenso organismo di cui ogni essere umano è membro dotato di talenti e di funzioni specifiche che deve mettere al servizio di tutti. E il sangue di questo organismo e l’amore. È la legge dell’amore che governa l’universo, perché il nostro Dio è un Dio d’amore!
 
L’umanesimo spirituale non è l’umanesimo del Rinascimento e del secolo dei lumi che diffonde l’autonomia dell’uomo, anche in rapporto a Dio, il suo creatore. E vediamo nei nostri giorni le conseguenze di questo umanesimo che incatena la libertà dell’uomo e lo rende schiavo delle sue stesse allucinazioni. Spesso oggi si considera libertà l’asservimento agli elementi della natura, al denaro e alle passioni carnali. Molti non hanno più il senso del peccato e credono che tutto sia permesso, che la libertà sia fare ciò che ciascuno vuole, anche a danno della sua stessa natura e degli altri; comportandosi secondo i propri piaceri. Dimenticano che la libertà di ognuno si ferma di fronte alla libertà dell’altro. Ignorano che la libertà che ci rende veramente liberi è di non fare il male, né a sé sessi , né agli altri, né all'ambiente. Non c’è libertà senza Dio. Senza Dio non c’è che la schiavitù! Certamente, in quanto uomini e donne di religione rispettiamo la libertà di ciascuno, anche se non è la vera libertà. Dio stesso rispetta la libertà di ciascuno, qualunque essa sia. Accade spesso che nella nostra vita anche di credenti la libertà sia spesso assoggettata alla schiavitù. È un processo difficile, nella vita, il ritrovare la vera libertà e conservarla per sempre.
 
Come osservazione conclusiva direi che per essere veramente umani dobbiamo riscoprire la nostra natura autentica che ci lega a Dio, all’umanità e alla creazione.