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Nemoto Masahiro

Rissho Kosei-kai, Giappone
 biografia
Onorevoli leader religiosi e politici, leader delle Nazioni Unite, organizzazioni internazionali, movimenti per la pace e Comunità di Sant’Egidio, che ci ospita: vorrei esprimere da parte di Rissho Kosei-kai (RKK) la mia profonda gratitudine per l’inestimabile opportunità di condividere il mio punto di vista sul tema “Ricordare le vittime e immaginare un mondo senza armi nucleari”.
 
Il 6 agosto 1945, alle 8:15 del mattino, una bomba atomica di tipo balistico venne sganciata su Hiroshima, e il 9 agosto, alle 11:02 del mattino, una bomba atomica a implosione venne sganciata su Nagasaki. Innumerevoli persone ne soffrirono gravemente le conseguenze in quanto "hibakusha" (sopravvissuti alla bomba atomica). L’impatto fu il seguente:
 
Ad Hiroshima circa 140.000 persone morirono entro la fine del 1945, e a Nagasaki morirono approssimativamente 70.000 persone. Molti furono uccisi all’istante dall’esplosione e dalle fiamme, mentre quelli che erano sopravvissuti all’esplosione iniziale morirono in seguito per malattie legate alle radiazioni o alla mancanza di cure mediche. Gli Hibakusha esposti alle radiazioni soffrirono di sintomi acuti come perdita di capelli, nausea, emorragie, con molti decessi nelle settimane e i nei mesi successivi. Gli effetti a lungo termine comprendevano un rischio accresciuto di cancro, leucemia, e deficit immunitari. 
 
Molti sopravvissuti continuano a vivere con il trauma della perdita dei propri cari e con il terrore delle esplosioni, che porta a malattie mentali largamente diffuse, compreso il PTSD (Disturbo da Stress Post Traumatico). Date le scarse conoscenze dell’epoca sulle radiazioni, gli Hibakusha soffrirono la discriminazione nel matrimonio e nel lavoro, vivendo una paura costante di trasmettere gli effetti delle radiazioni alle generazioni successive.
 
Le esplosioni atomiche di Hiroshima e Nagasaki dimostrarono al mondo la catastrofica potenza distruttiva e le conseguenze delle armi nucleari sull’umanità. Durante la Guerra Fredda, lo sviluppo e la proliferazione delle armi nucleari hanno subito un’accelerazione e oggi permane la minaccia della guerra nucleare. 
 
La situazione attuale delle armi nucleari presenta nuove sfide e nuovi rischi, diversi da quelli dell’era della Guerra Fredda. Gli stati con un arsenale nucleare continuano a considerare le armi nucleari dei deterrenti strategici essenziali, e i progressi nel disarmo nucleare hanno subito una battuta d’arresto.
 
Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW), adottato dalle Nazioni Unite nel 2017, mira all’eliminazione totale di tali armi. Tuttavia i paesi con un arsenale nucleare e i loro alleati non hanno aderito al trattato, limitandone l’efficacia. Nonostante ciò, il trattato sottolinea la natura disumana delle armi nucleari ed ha suscitato un dibattito globale sull’abolizione del nucleare.
 
Il rischio del terrorismo nucleare resta una preoccupazione globale, come persiste la possibilità che i terroristi abbiano accesso a materiali o tecnologie nucleari. Anche gli attacchi a siti nucleari da parte di Ucraina e Russia sono emersi come nuove minacce.
 
Sono passati quasi 80 anni dalle esplosioni atomiche, e l’età media degli hibakusha ha superato gli 80 anni. Con l’avanzare dell’età c’è stato un incremento dei problemi di salute come cancro e malattie cardiovascolari, che si ritiene siano inasprite dall’esposizione alle radiazioni.
 
Molti hibakusha hanno bisogno di assistenza sanitaria continuativa per patologie a lungo termine provocate dalle radiazioni. Il governo giapponese fornisce indennità sanitarie e screening adeguati, ma rimane il problema dell’accesso alle cure mediche e della qualità delle cure.
 
Inoltre, con l’avanzare dell’età, sempre più hibakusha perdono familiari e amici, fatto che porta all’isolamento sociale. È fondamentale mantenere legami con le comunità e i gruppi di sostegno, ma questo richiede un supporto continuo.
 
È necessario ricordare che gli hibakusha, pur essendo vittime, hanno anche svolto un ruolo vitale nella comunità internazionale. I gruppi di hibakusha di Hiroshima e Nagasaki hanno contribuito ai movimenti pacifisti mondiali, promuovendo l’adozione del Trattato sulla proibizione delle Armi Nucleari presso le Nazioni Unite e altri organismi. Nonostante debbano affrontare problemi di salute e sociali, gli hibakusha continuano i loro sforzi per l’abolizione del nucleare e per la pace. Trasmettere le loro esperienze e le loro voci alle giovani generazioni è un compito delicato.
 
Come sarebbe un mondo senza armi nucleari? Sarebbe un mondo più sicuro e più pacifico, in cui non esisterebbe la paura che tali armi siano usate nelle guerre o nei conflitti internazionali. Tuttavia per raggiungere questo obiettivo sono necessari la cooperazione internazionale e il superamento di molte sfide politiche, militari e sociali.
 
Per garantire un mondo senza armi nucleari è indispensabile l’educazione alla pace delle nuove generazioni. Oltre a far conoscere gli orrori e la forza distruttiva delle armi nucleari, è vitale insegnare l’importanza del dialogo e della convivenza per sostenere la pace.
 
Per realizzare un mondo senza armi nucleari i leader religiosi devono offrire una leadership etica e morale, diffondendo valori di pace ed umanità. 
 
Il primo ruolo è la leadership morale. I leader religiosi possono sottolineare quanto l’uso e l’esistenza delle armi nucleari violi alle fondamenta la dignità umana e l’etica. Devono diffondere un messaggio morale che promuova l’abolizione del nucleare, comunicando l’impatto disumano delle armi nucleari, e particolarmente la sofferenza degli Hibakusha a Hiroshima e Nagasaki.
 
I leader religiosi possono promuovere il dialogo tra le diverse religioni e culture, fungendo da ponti per costruire fondamenta etiche comuni per l’abolizione delle armi nucleari. Questo rafforzerebbe il consenso internazionale sulla necessità del disarmo nucleare.
 
Il secondo ruolo è l’educazione e la consapevolezza. I leader religiosi possono impegnarsi nell’educazione alla pace nelle proprie comunità, mostrando i pericoli delle armi nucleari e l’importanza della pace. Possono servirsi delle istituzioni e comunità religiose per offrire l’opportunità di trasmettere il significato dell’abolizione delle armi nucleari ed istillare i valori della pace alle future generazioni.
 
Il terzo ruolo è tramandare le voci degli Hibakusha, anche quelli di Hiroshima e Nagasaki. I leader religiosi possono custodire la memoria della sofferenza e delle esperienze degli Hibakusha attraverso cerimonie ed eventi religiosi, assicurando che la lezione delle esplosioni nucleari venga trasmessa ai giovani. 
 
I leader religiosi possono fornire spazi per il lutto e la memoria delle vittime delle armi nucleari e pregare per l’abolizione del nucleare. Questo può suscitare consapevolezza sul disarmo nucleare mentre si onorano le vittime.
 
Molti leader e organizzazioni religiose sono già impegnati in queste attività. Rissho Kosei-kai, cui appartengo, ha collaborato con l’Ufficio delle Nazioni Unite per le questioni legate al disarmo (UNODA) e con il suo Centro Regionale per la Pace e il Disarmo in Asia e nel Pacifico (UNRCPD) per implementare la "crescita della consapevolezza pubblica della pace, del disarmo e della non-proliferazione attraverso programmi educativi". Ci impegniamo a continuare i nostri sforzi per l’abolizione e il disarmo nucleare.
 
La religione insegna l’uguale dignità di ogni vita. La nostra missione, dataci dal divino, è realizzare un mondo in cui "tutte le vite sono interconnesse, sostenendosi a vicenda e vivendo nella luce”. Dobbiamo compiere questa missione con preghiere incessanti e un’azione instancabile.
 
Infine, vorrei parlare della sicurezza nazionale e della sicurezza umana. 
 
Nel nostro mondo, gli individui vulnerabili, specialmente quelli appartenenti a minoranze, sono spesso sacrificati in nome della sicurezza nazionale. Le guerre vengono dichiarate in nome della pace, ma le persone diventano vittime. Ogni persona merita di essere libera dalla paura, libera dal bisogno, e ha il diritto di vivere con dignità. La paura include le minacce alla vita come guerre, disastri e conflitti. Il bisogno comprende povertà, violazioni dei diritti umani, discriminazione, fame, e il mancato accesso a cure mediche e all’istruzione. Il diritto di vivere con dignità significa che la vita di ogni individuo deve essere rispettata e protetta.
 
La base fondamentale della sicurezza umana è l’uguale dignità di tutte le vite umane. Non ci deve essere nessuna discriminazione.
 
Grazie molte per aver ascoltato la mia riflessione.