30 Settembre 2013 09:00 | Villa Maria - Sala Conferenze

Introduzione



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Katherine Marshall

Vice Presidente, G20 Interfaith Association, USA
 biografia
Benvenuti a questa conferenza. Il cambiamento dei ruoli delle donne e degli uomini, e quindi le loro relazioni, sono un tema fondamentale della nostra epoca. Nuovi possibili ruoli per le donne sono parte del coraggio della speranza in un futuro migliore, dove gli ideali di uguaglianza tra tutti i popoli e la dignità umana siano vissuti in maniera autentica.
Queste non sono questioni semplici perché coinvolgono profondi cambiamenti in molte tradizioni. Influenzano ogni essere umano dal momento in cui si sveglia fino a quando va a dormire. Esse influenzano la forma e il comportamento delle famiglie, fondamento della società. Direi che le relazioni tra uomini e donne coinvolgono più energia, più sfide a temi etici, più richieste di qualsiasi altro rapporto umano. Di fatto queste relazioni sono aspetti centrali nelle credenze religiose, nelle tradizioni, nei comportamenti e nella leadership.
 
Nell'attività che il Centro di Berkeley alla Georgetown e il centro Mondiale per il dialogo tra le religioni (World Faiths Development Dialogue) hanno condotto per più di otto anni sulla religione e sullo sviluppo, la seguente questione è quella che è emersa più di ogni altra. Riguarda il modo in cui le istituzioni religiose affrontano il cambiamento di ruoli di donne e uomini. Le istituzioni religiose tendono a descrivere se stesse come custodi e protettori delle donne. Il femminismo è spesso considerato una brutta parola che evoca l'idea di valori sfrenati e la divisione delle famiglie. Eppure molti, da dentro e fuori le comunità religiose, dipingono un quadro diverso. Tale immagine evoca l'istituto del patriarcato, dove gli uomini dominano, le donne sono isolate, la denigrazione delle idee e delle priorità delle donne, e dove domina l'autorità maschile. Nessun altra questione mette in discussione più di questa l'apprezzamento per ciò che le tradizioni religiose hanno da offrire al mondo.
 
La violenza contro le donne è parte centrale di questa inquietante scena. La violenza contro le donne è probabilmente antica quanto qualsiasi altra pratica umana. Ma c'è qualcosa di molto nuovo. Ne sappiamo molto di più. E può accadere in forme e su una scala fino ad ora sconosciuta. Un terzo delle donne in tutto il mondo segnala una qualche forma di violenza domestica. E peggio ancora, almeno la metà non ne hanno mai parlato. Vergogna e speranza portano ad  un terribile silenzio. Conosciamo anche gli orrori della violenza contro le donne in guerra, lo stupro come arma per i conflitti. La tratta delle donne è molto praticata, probabilmente è un fenomeno che, a causa della globalizzazione, sta crescendo. Violenza nelle comunità, molestie e cose ben peggiori, sono fin troppo comuni. Matrimoni con minori, tener le ragazze lontano dalla scuola, sono altre forme di violenza. Le donne sono un volto fin troppo comune di povertà. 
 
Possiamo e dovremmo aspettarci che le comunità religiose siano in primissimo piano nel contestare e contrastare queste tendenze, tanto più che sappiamo cosa sta succedendo. In alcuni casi, questo sta accadendo. In molti altri no. Silenzio, disagio, e complicità sono modi troppo comuni all'interno delle tradizioni religiose nell'affrontare la violenza contro le donne. Ma siamo in grado di lavorare per cambiare questa immagine.
 
Questa discussione è oggi l'occasione per esplorare ciò che è stato fatto (e che cosa no), i problemi che si celano dietro questo fenomeno e le nuove idee per poter agire.
 
Permettetemi di presentarvi il nostro meraviglioso panel di relatori. Dobbiamo finire entro le 11 quindi dobbiamo essere disciplinati con il tempo. Vi spingo ad avere idee coraggiose e intraprendere nuove direzioni, con il coraggio della speranza che questa discussione possa rappresentare una svolta su temi troppo spesso tenuti ai margini o nel buio.