1 Ottobre 2013 17:00 | Piazza del Campidoglio

Meditazione



Condividi su

Gerhard Ulrich

Vescovo, Federazione Luterana Mondiale, Germania
 biografia

Meditazione del Rev. Gerhard Ulrich
Vescovo evangelico, Presidente della VELKD

Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio. Pregate inoltre incessantemente con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a questo scopo con ogni perseveranza e pregando per tutti i santi, e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo, del quale sono ambasciatore in catene, e io possa annunziarlo con franchezza come è mio dovere.
Efesini 6, 13-20

Care sorelle e cari fratelli,

queste sono parole che fanno paura! Non è il linguaggio dell’amore, non è il messaggio di pace verso i nemici, che incontriamo nella Discorso della Montagna. Non è ciò di cui facciamo esperienza insieme questi giorni qua a Roma: incontrarci l’un l’altro, liberamente, senza paura, con la sola parola, scoprire in ognuno ed in ognuna l’immagine di Dio stesso!

Abbiamo qui piuttosto un richiamo alle armi: “la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti“, “afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno”, “prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito”. I cristiani dovranno essere così: “restare saldi dopo aver superato tutte le prove“. Sembrano slogan rivolti a guerrieri stanchi, per temprarne lo spirito. Il profeta Zaccaria dice: “«Non con la potenza né con la forza, ma con il mio spirito», dice il Signore”.

La mia prima reazione è stata: questo linguaggio non lo voglio. Esso non costruisce la pace, ma l’odio. Non riunisce, ma divide.

Noi sappiamo: le religioni, anche la fede cristiana, hanno un potenziale di violenza. La storia dimostra questo: guerre nel nome di Dio, guerre “sante”, guerre “giuste” vengono indette e portate avanti. Chi, però, facendo questo, fa riferimento a Dio, compie un sacrilegio nei confronti del Signore e abusa del nome di colui che comanda: non uccidere! Non esiste una guerra santa. Esiste solo una pace santa.

Le religioni non hanno soltanto un potenziale di violenza, esse hanno anche la forza di superarla, di plasmare la pace. Questo lo possiamo vedere qui, in maniera esemplare. E chi vive ciò, chi si apre veramente al dialogo, chi guarda l’altro veramente negli occhi, e quindi nel cuore, comprendendolo, andrà via da qua trasformato.

Paolo non vuole che i suoi siano senza difesa davanti alle prove, davanti ai dubbi, davanti alle potenze del mondo. “Siate saldi”, dice. Siate saldi nella fede. Una corazza diversa.

Credere significa: fare i conti con Dio in questo mondo, rivolgersi a lui con tutta la vita. Vivere con Dio significa aguzzare i sensi ed essere disposti a accettare il bene che Dio mi dona attraverso la sua parola a me rivolta.

Tutto comincia ascoltando, care sorelle e fratelli. L’orecchio è il primo degli organi sensoriali che viene formato nel grembo materno. Il bambino non ancora nato prende confidenza con la voce della madre e del padre. Siccome vi è qualcuno che parla, potrò crescere e fidarmi. E già nel seno materno ha importanza cosa il bambino ascolterà, se saranno parole di affetto o di litigio. Le prime cose che sentiamo saranno determinanti per la nostra vita! 

Siccome Dio parla, noi stessi impariamo a parlare, avendo “attorno ai fianchi, la verità; indosso, la corazza della giustizia; i piedi, calzati e pronti a propagare il Vangelo”.

Questo è il nostro compito, la nostra missione: trasmettere ciò che abbiamo ricevuto. Aprire la bocca in difesa dei deboli e dei miseri. Contraddire i potenti e i violenti. Non accettare la distruzione e la divisione. Non lasciare l’ultima parola all’odio. Non siamo deboli. Siamo ben equipaggiati per poter aprire la bocca con schiettezza.

Grazie alla Parola di Dio che diviene carne in Cristo, ci viene dato il potere di sollevarci contro l’odio e la violenza, e di contraddire il male. E’ questa Parola a noi data e che è comune a tutti, al di là di ogni divario e differenza, ad essere spada dello spirito. Siamo permeati dalla sua Parola, dal suo amore, che egli manifesta in Colui che è salito sulla croce e che vince la morte. Affinché noi abbiamo la vita.

E’ a partire da tutto questo che abbiamo la possibilità di vivere, di discutere, di incontrarci, di dare testimonianza a questo mondo. “Sine vi humana sed verbo” – conduciamo le nostre controversie non con forza umana ma con la parola – questo dice la nostra Confessione. Non con la forza – ma, beninteso, con il potere dell’amore, della pace e della fraternità. “Non si può regnare sul mondo con la parola di Dio”, disse una volta un potente. Ma la Parola di Dio può regnare sui cuori. E i cuori, su cui regna la Parola, regnano sul mondo in modo differente: “né con la potenza né con la forza, ma con il mio spirito”, dice Dio attraverso il profeta.

La Parola ci è data, affinché creiamo la pace. Creare e mantenere la pace, anche tra di noi.

Con rispetto per le varie culture e le varie storie, per i perseguitati e per gli angustiati, con rispetto per gli stranieri.

Chi ascolta la Parola di Dio, chi veramente presta ascolto alla parola liberatoria e rivoluzionaria, con cui Gesù rialza chi è curvato, innalza gli umili, incoraggia chi è nella colpa – chi ascolta veramente tutto ciò, si farà commuovere. Egli andrà a cercare tutti coloro che sono disperati e nel bisogno, aprirà le porte a tutti coloro che cercano riparo. Senza guardare chi sono, da dove vengono, come credono. Egli rinforzerà le spalle e le mani che aiutano a costruire la pace e la giustizia.

Lo spirito che Dio ci dona è uno spirito dal cuore largo, non uno spirito di paura o di angustia.

“Lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano.”

“Afferrate sempre lo scudo della fede”: è questo l’atteggiamento di coloro che confessano con la loro bocca che Gesù è il Signore, che giungono le mani per la preghiera e che le aprono per compiere l’opera che Gesù ha iniziato. E’ l’atteggiamento di coloro che proiettano la loro vita oltre questo mondo fino a giungere a Dio, che proiettano se stessi fino a Colui che promette: “le cose vecchie sono passate; ecco, ne faccio di nuove“.

E con ciò siamo equipaggiati per percorrere la via della pace, nella pace del Signore, che ha fatto cielo e terra! Amen.