7 Settembre 2015 16:30 | Galleria delle Arti - Galeria Kombëtare e Arteve
Intervento di Gerhard Ulrich
Probabilmente la questione centrale, più importante di tutte, alla quale i cristiani devono rispondere è: chi siamo noi? E di chi siamo noi?
Sono contento che mi sia stato chiesto di parlare della misericordia di Dio perché può aiutare a rispondere a questa importante domanda.
Nella Bibbia “misericordia” è un termine strettamente connesso a “grazia”.
Nella lettera agli Ebrei ad esempio si legge: “Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.”(Eb 4,16)
Un altro esempio di questo binomio lo troviamo nel libro della Sapienza: “Quanti confidano in lui comprenderanno la verità; coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell'amore, perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti. (Ed egli veglierà sui suoi eletti)”( la Sap nella versione cattolica differisce è Sap 3,9 non 3,8. Inoltre, nella traduzione italiana manca l’ultima frase.)
La riflessione sulla misericordia e sulla grazia è il cuore della teologia luterana. Nella nostra dichiarazione di fede ci viene ricordato: “poiché riceviamo il perdono dei peccati e siamo riconciliati a ragione di Cristo solo per fede, solo la fede giustifica. Questo perché coloro che sono riconciliati sono considerati giusti e figli di Dio non a motivo della loro purezza personale, ma per la misericordia a causa di Cristo, fintanto che si affidano alla sua misericordia con la fede” (Apol IV,86). In maniera più sintetica: “Per l’assoluta misericordia mediante Cristo, non per i nostri meriti e opere buone, siamo stati salvati” (Formula di Concordia XI,87).
Ognuno ha bisogno di sentirsi accettato, si sforza di essere apprezzato e lodato; tuttavia sperimentiamo di continuo fallimenti e senso di inferiorità. Allora come veniamo accettati? Come siamo giustificati? Siamo giustificati solo per la grazia di Dio. Queste sono le riflessioni che la teologia luterana può offrire alla cristianità. La grazia di Dio e la sua misericordia sono dei doni assolutamente gratuiti e incondizionati. Non possiamo guadagnarceli, così come pure la salvezza non ci viene garantita osservando alcune pratiche o rituali. Non dobbiamo affannarci per la salvezza compiendo azioni meritevoli. No, siamo già liberi, già perdonati, abbiamo già ricevuto la grazia e la misericordia di Dio. Ci sono già state donate in Cristo. La grazia e la misericordia di Dio e il suo amore sono state rivelate in Gesù Cristo, con le sue parole, le sue opere, le sue sofferenze e la sua resurrezione. In Cristo risplendono la misericordia liberatrice e la grazia di Dio.
Allora posso rispondere alla domanda che avevo posto all’inizio:
Chi siamo? Siamo persone liberate per la misericordia e la grazia!
Di chi siamo? Siamo il popolo di Dio, che ci ha liberati.
Questo continuerà a essere un mistero: Dio ci ama, ama ciascuno di noi. Non perché siamo esseri perfetti, non perché abbiamo fatto grandi opere. No! Dio si volta verso di noi e ci chiama figli, anche se noi siamo quello che siamo: esseri non perfetti e peccatori. Dio ci ama anche se disobbediamo alla sua volontà.
Questo è motivo di stupore, come per la persona che prega nel salmo 8: “Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi?”, e improvvisamente arriva la risposta, sorprendente: “Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli (di Dio,nella Bibbia in inglese), di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi…”.
Se guardiamo al mondo nella sua mancanza di pace, allo spietato sfruttamento del creato, sembra che abbiamo scambiato la misericordia di Dio per un assegno in bianco con cui fare ciò che vogliamo. Abbiamo forse dimenticato lo stupore, il significato di quel termine desueto che è “umiltà”? Noi siamo poco meno di Dio, ma non siamo Dio! Siamo immagine di Dio, non idoli clonati.
La misericordia implica che noi riconosciamo Dio come Signore onnipotente. Queste parole, “poco meno di Dio”, sono la radice della dignità di ogni persona. Il valore infinito e la dignità sacrosanta del genere umano non vengono dai successi ma dalla misericordia. Poiché Dio mi rivolge il suo sguardo d’amore, io sono quello che sono, cioè un figlio amato e prezioso.
Ormai sono nonno, ho il privilegio di veder crescere due nipoti, di vederli imparare a gattonare, parlare, camminare. È sorprendente il modo in cui scoprono il mondo, e mostrano apertamente quello che pensano e sentono.
Quando i nostri nipoti sono con noi, anche noi possiamo scoprire il mondo nuovamente. Quando quelle piccole braccia si aggrappano al mio collo, sono in grado di sentire quale grande e immeritato amore ricevo. “Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari” recita il salmo 8. E Gesù dice “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. "(Mc 10).
Con i miei nipoti sperimento la misericordia di Dio attraverso queste nuove vite.
Come possono esseri così piccoli, che secondo la misura del mondo hanno così poca importanza, arricchire così tanto le nostre vite?
Possono perché sperimentano cos’è la vita, cos’è il dono della misericordia, l’affetto non richiesto. Noi esseri umani dipendiamo e viviamo per quest’affetto, questo “elementare sentimento di fiducia”.
L’amore dei bambini, che io ricevo come nonno, è un amore di riflesso, è la risposta a una faccia luminosa e splendente sulla culla che promette loro pace. E’ la realizzazione immotivata della pace di Aronne: “ll Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace.”. L’amore esiste solo in quanto risposta: infatti proprio attraverso l’amore dei genitori risplende la misericordia di Dio con la quale Egli ci chiama alla vita e ci rende liberi di vivere e di amare.
La Federazione Luterana Mondiale si è data il seguente tema per la celebrazione del 500° anniversario della Riforma nel 2017: “Liberati per grazia di Dio”. Questo è il tema fondamentale su cui noi luterani vogliamo riflettere e meditare mentre ci prepariamo al 2017. Siamo convinti che questa idea sia ancora una verità importante e significativa anche 500 anni dopo Lutero. Ha ancora un valore essenziale per noi cristiani oggi, anzi un valore per tutta l’umanità.
Anzi, c’è un’altra cosa importante: dato che la grazia e la misericordia di Dio sono dei doni incondizionati, chiedono una risposta di gratitudine. Questa risposta si esprime in un impegno attento e amorevole verso gli esseri umani e tutta la creazione. Questo è quello che ci viene chiesto. Per questo il motto della Lutheran World Federation continua con tre sottotematiche:
Salvezza – non in vendita!
Esseri umani – non in vendita!
Creazione – non in vendita!
Riscattati per grazia di Dio, siamo stati resi liberi per prenderci cura dell’umanità e del creato, e dobbiamo proteggere la loro integrità. “Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Lc 6,36), questo ci domanda Gesù. Lutero sottolineava sempre che siamo chiamati a essere una chiesa vivente nel mondo, una chiesa di attiva cittadinanza. Dio ha chiamato ciascuno di noi a servire nel mondo. Ha chiamato tutti noi a essere cittadini cristiani che amano e si prendono cura del loro prossimo e del creato.
Gli uomini e il creato non possono essere considerati come merce il cui valore può essere misurato in termini di profitto. Non sono in vendita. Come cittadini cristiani nel mondo alziamo la nostra voce contro l’ingiustizia e lo sfruttamento. Faremo sentire la nostra voce quando la dignità degli individui o di alcuni gruppi è violata. Rivolgiamo la nostra amorevole attenzione a un creato sotto la “schiavitù della corruzione” e che “geme … nelle doglie del parto” (Rm 8,21ss).
Nel mondo sperimentiamo una totale mancanza di misericordia.
Al momento non c’è nulla che ci affligga di più in Europa che il numero sempre crescente di rifugiati che devono lasciare le loro case perché sono spaventati a morte, sono perseguitati e temono per la loro vita.
Quello che cercano non è altro che grazia, nient’altro che il volto del Signore che splenda su di loro. Non cercano ricchezza o avventura. Scappano e fuggono per ritrovare la loro dignità. Sono felice e grato per tutti quelli che in Europa e nel mio paese, in Germania, accolgono amorevolmente gli stranieri, che aprono loro il loro cuore e le loro porte. Sono il riflesso della grazia di Dio e riconoscono in ogni straniero una persona che è stata creata solo di poco inferiore a Dio. Sono grato a Sant’Egidio per l’impegno in ogni parte del mondo a favore dei rifugiati e i miserabili e li ringrazio per il loro rispetto esemplare della dignità di queste persone sradicate.
Chi siamo dunque? Siamo persone liberate dalla misericordia e dalla grazia di Dio per dare misericordia e grazia.
Di chi siamo? Siamo il popolo di Dio che ci ha liberato.
Se questa è la risposta alla domanda, se noi come uomini e donne di Dio abbiamo sperimentato il valore della misericordia e della grazia di Dio nella nostra vita, allora siamo chiamati a far conoscere questa grazia e questa misericordia liberatrice a tutti e ad agire di conseguenza nell’interesse dell’umanità e del creato.
La misericordia di Dio è forza di vita.
La misericordia di Dio è la fonte della pace.