Vorrei iniziare il mio intervento esprimendo sincera gratitudine alla Santa Sede per aver inviato sua Eminenza il cardiale John Tong Hon in qualità di “incaricato personale” del Santo Padre Papa Francesco alle celebrazioni del 30° anniversario del Summit religioso del Monte Hiei, l’incontro di preghiera per la pace nel mondo che si è svolto il mese scorso sul Monte Hiei in Giappone. Alla nostra comune preghiera per la pace nel mondo si sono aggiunte alcune importanti riflessioni e considerazioni dei leader delle religioni mondiali che hanno partecipato al summit. Grazie a questo la nostra reciproca comprensione si è approfondita.
Ora inizierò a parlare del tema di questo panel, “Le religioni in Asia: la dignità della vita nell’epoca del mercato globale”.
Il rapido sviluppo delle tecnologie dell’informazione, seguito dall’accelerazione delle comunicazioni e dei trasporti, ha fatto arrivare la globalizzazione in ogni angolo del mondo. Tale sviluppo ha, tuttavia, incrementato allo stesso tempo la disparità nella distribuzione della ricchezza che è divenuta a sua volta causa indiretta della distruzione dell’ambiente globale e delle culture locali in varie parti del mondo.
Attualmente stiamo forse sperimentando una tendenza opposta poiché molti stati sembrano volersi orientare verso l’esclusione e danno priorità alla propria nazione. La “prospettiva globale” viene ora sostituita dalla “prospettiva locale” provocando attriti e divisioni in tutto il mondo; ciò mi preoccupa molto.
Il Buddismo non è l’unica religione in Asia, anzi l’Asia è soverchiata da molte diverse religioni. Aggiungo che in Asia le religioni si sono sviluppate in un modo peculiare mescolandosi con le culture e le tradizioni locali. Secondo me questa diversità o “non omogeneità” o “non-uniformità” è essenziale per le persone asiatiche.
La povertà assoluta è profondamente radicata nel continente asiatico. Viene definita come “assenza di risorse sufficienti a garantire le necessità di base quali alloggio, acqua potabile, cibo, vestiario, cure mediche e istruzione”. Ci sono 1,2 miliardi di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno. 3 miliardi vivono con meno di 2 dollari e rappresentano la metà della popolazione mondiale.
La povertà non è l’unico problema in Asia, abbiamo molti altri gravi problemi quali aumento della popolazione, disparità di reddito, scarsità di cibo, reti fognarie insufficienti, penuria di risorse e così via.
Di conseguenza la vita umana è svalutata e le persone vengono trattate ingiustamente. Ho appreso che in un paese asiatico il risarcimento per una persona deceduta è normalmente di 200.000 yen, cioè l’equivalente del prezzo di un motorino, un piccolo veicolo a pedali, simile a una bicicletta. Come si può valutare la vita umana tanto poco, quanto un motorino! La disparità di ricchezza e la discriminazione, più drammatiche rispetto alle nazioni sviluppate, sono sicuramente alla radice del terrorismo e dei conflitti che in questo tempo coinvolgono il mondo intero.
La mancanza della strutture essenziali per vivere, cioè delle infrastrutture locali è critica. Intendo dire le infrastrutture quali elettricità, strade, porti, acqua e fognature, comunicazioni, trasporto pubblico, case, scuole, ospedali ecc. ancora non esistono in molte zone dell’Asia. Il Buddismo Tendai ha offerto aiuti finanziari per migliorare la situazione, anche se di poco.
Nelle aree sviluppate dell’Asia, al contrario, la dignità della vita sembra essere entrata di recente in una diversa dimensione avvalendosi della ricerca genetica. Nel “Hieizan’s Message of 2017”, proclamato alla Cerimonia di Preghiera per la Pace Mondiale sul monte Hiei nell’agosto 2017, abbiamo affermato che
“Dobbiamo riconoscere che i problemi politici e economici mettono oggi indirettamente in pericolo le nostre preziose vite. In questi ultimi anni la scienza e la tecnologia insieme ai meccanismi economici hanno alimentato i desideri delle persone. Si è data la priorità al profitto e ai guadagni del mercato piuttosto che al benessere umano. Ad esempio, con lo svilupparsi delle modifiche genetiche aumenta la preoccupazione per come si può alterare la nostra stessa specie. La nostra coscienza etica non è stata conquistata dagli sviluppi scientifici e tecnologici, tanto più nel mondo dopo la guerra nucleare.
In tal modo, poiché la priorità è il profitto, è diventato ancor più difficile indirizzare la scienza e la tecnologia perché sia a vantaggio del benessere o del beneficio della razza umana. Noi chiediamo, dunque, che lo sviluppo della scienza e della tecnologia sia in accordo con l’etica e la saggezza delle religioni mondiali”
Abbiamo voluto esprimere attraverso questo documento la nostra preoccupazione per lo sviluppo umano che osa invadere lo spazio divino con la scienza e la tecnologia.
Infine, devo menzionare un’inquietudine ancora più grave in Asia orientale. Proprio mentre noi stiamo parlando uno scontro militare potrebbe distruggere molte vite innocenti. Dobbiamo evitarlo, vorrei suggerire un’azione preventiva. Noi, come sacerdoti Tendai, seguiamo l’insegnamento di Dengyo-Daisih-Saicho, il fondatore del Buddismo Tendai in Giappone che dichiara “la devozione altruista al servizio degli altri è la compassione estrema”. Continueremo a dire ad ogni persona nel mondo che “la comprensione reciproca e la solidarietà” porteranno la pace e la prosperità sulla terra, non “l’esclusione e l’isolamento”.
Vi ringrazio per la vostra cortese attenzione.