Per la Chiesa ortodossa, la questione del calendario in generale e della celebrazione della Pasqua in una data comune sono di particolare importanza, poiché a livello pan-ortodosso esistono approcci diversi al calendario e una decisione in merito potrebbe avere importanti implicazioni nella manifestazione dell'unità della Chiesa.
La seconda Conferenza presinodale panortodossa (Chambésy 1982) ha raggiunto un accordo su alcuni punti importanti a questo proposito, affermando che la questione del calendario nel suo complesso è "al di là dell'accuratezza scientifica, una questione di coscienza ecclesiale dell'Ortodossia una e indivisa, la cui unità non deve essere turbata in alcun modo". È stato anche dichiarato che "qualsiasi revisione - in vista di una maggiore precisione nella determinazione della data della Pasqua, che abbiamo celebrato in comune per secoli - deve essere rimandata al momento opportuno, quando Dio lo vorrà, senza turbare l'unità della Chiesa". Il problema del rapporto con il calendario e le opinioni correlate, così come alcune situazioni difficili che si sono venute a creare, non devono in alcun modo portare a divisioni, divergenze o scismi".
Sebbene questa Conferenza abbia sottolineato la necessità di informare i fedeli di ogni Chiesa ortodossa locale nel modo più sistematico possibile, affinché l'Ortodossia possa avanzare "con larghezza di spirito e di cuore, sulla via della realizzazione comune - in acribia (accuratezza) e in fedeltà allo stesso tempo allo spirito e alla lettera della decisione del Primo Concilio Ecumenico - verso una celebrazione comune della più grande festa cristiana", finora non possiamo parlare dell'esistenza di un comune accordo per avanzare verso questo obiettivo.
Anche se in molte Chiese ortodosse autocefale c'è la consapevolezza della necessità di individuare una soluzione per la celebrazione comune della Pasqua, per tutti i cristiani, è evidente che occorre molto equilibrio e pazienza, per non rischiare di adottare una soluzione a livello intercristiano - anche se accompagnata da argomenti scientifici irrevocabili - che provocherebbe divisioni e scismi ancora più profondi di quelli che stiamo vivendo.
Le testimonianze canoniche su questo tema (il primo canone di Antiochia e il settimo canone apostolico) sottolineano l'importanza di preservare l'unità per quanto riguarda la celebrazione della Pasqua, in conformità con i canoni stabiliti nel primo Concilio Ecumenico. Allo stesso tempo, i canoni 34 e 51 del Concilio di Cartagine mostrano che la determinazione della data della Pasqua è un problema che riguarda tutta la Chiesa e che per questo motivo la data della Pasqua deve essere stabilita in ambito sinodale. Purtroppo, la rimozione della questione del calendario dall'ordine del giorno del Santo e Grande Sinodo della Chiesa ortodossa ha dimostrato che, per il momento, non è possibile raggiungere un ragionevole consenso su questo punto.
Attualmente, le Chiese ortodosse assumono il principio stabilito alla Conferenza panortodossa di Mosca del 1948, dove è stata adottata una soluzione di compromesso per mantenere l'unità. Si decise che tutte le Chiese ortodosse avrebbero celebrato la Pasqua nella stessa data, la domenica, ma non contemporaneamente alla Pasqua ebraica, in conformità con il modo alessandrino di calcolare la data della Pasqua, che soddisfa ampiamente le esigenze della Chiesa.
È incoraggiante che alcune Chiese autocefale si siano mosse verso una comprensione più profonda di questo problema e abbiano partecipato a diversi incontri che hanno affrontato la questione della celebrazione comune della Pasqua: uno si è tenuto nel 1997 ad Aleppo sotto gli auspici del Consiglio Mondiale delle Chiese e del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente ed è stato di grande importanza. In quella occasione, si decise di riconoscere le differenze tra il calendario giuliano e quello gregoriano in relazione alle date astronomiche e si ritenne necessario mantenere la norma nicena secondo cui la Santa Pasqua si sarebbe dovuta celebrare la prima domenica dopo il plenilunio successivo all'equinozio di primavera. È stato inoltre proposto di calcolare su base scientifica i dati astronomici, l'equinozio di primavera e la luna piena, prendendo come punto di riferimento il meridiano di Gerusalemme (il luogo della crocifissione del Signore Gesù Cristo). In questa occasione, è stata fatta una seconda raccomandazione, dando alle Chiese un po' di tempo per soffermarsi sulla questione del calendario, al fine di prendere una decisione al momento opportuno, tenendo conto dei principi proposti.
È ovvio che al momento nella Chiesa ortodossa non c'è consenso sul cambiamento del modo di stabilire la data della Pasqua, quindi possiamo sperare nella definizione di alcuni principi che porteranno a una celebrazione comune con tutti i cristiani cambiando il modo di calcolare il giorno della Pasqua.
Tenendo conto del principio biblico: "Il sabato è stato fatto per l'uomo, non l'uomo per il sabato" (Marco 2:27), sarebbe auspicabile che a livello di Chiese cristiane si valutassero le condizioni per realizzare una celebrazione comune della Pasqua, senza mettere in pericolo l'unità esistente all'interno delle diverse confessioni.
Se conveniamo che per i cristiani il calendario è un mezzo che ci permette di avere un quadro di riferimento per organizzare la vita della Chiesa, la pastorale e la missione, e che non è un fine in sé, dal nostro punto di vista, e in attesa che a livello pan-ortodosso vengano accettati alcuni cambiamenti, riteniamo che una proposta che potrebbe portare alla rapida realizzazione della celebrazione comune della Pasqua, sia quella di un periodo di tempo, che vorremmo il più breve possibile, in cui tutte le confessioni cristiane utilizzino il metodo alessandrino di calcolo della Pasqua, utilizzato dalla Chiesa ortodossa, per stabilire la celebrazione della Pasqua, preservando così l'unità dell'Ortodossia, che attualmente non è sufficientemente preparata ad accettare una riforma nel campo della definizione della data della Pasqua. Arrivando così a una celebrazione comune della Risurrezione del Signore, siamo convinti che le nostre preghiere faranno sì che anche i cuori più turbati assumano o integrino, quando Dio vorrà, un'adeguata riforma della fissazione della data della Pasqua, affinché la decisione del primo Concilio Ecumenico sia valorizzata o attuata rispettando i risultati scientifici che stabiliscono i dati astronomici per la determinazione della data della Pasqua.