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Martha Ama Akyaa Pobee

Dipartimento per gli affari politici e di costruzione della pace e le operazioni di pace, ONU
 biografia

Signore e signori,

Sono molto contenta di essere qui oggi con voi a questo incontro di pace.

Più di trent’anni fa, dalla città di Assisi, la città di San Francesco, il Papa Giovanni Paolo II lanciò un’iniziativa per rafforzare la causa della pace in tutto il mondo attraverso il dialogo.  Questa iniziativa continua a ispirare persone dovunque, creando generazioni di operatori di pace uniti dallo Spirito di Assisi.

Oggi, 36 anni dopo quell’incontro, il dialogo e il multilateralismo sono più importanti che mai per raggiungere la pace in un mondo sempre più diviso. Siamo testimoni del rapido deterioramento della pace e della sicurezza globali. La violenza cresce, aumentano le violazioni dei diritti umani e le emergenze umanitarie ci trovano impreparati.

Una serie di minacce alla pace e alla sicurezza si sommano con conseguenze drammatiche. La natura dei conflitti si è evoluta, accompagnata da livelli considerevoli di violenza in molte regioni, e con essa una più ampia estensione regionale dei conflitti locali. L’emergenza climatica e la rivoluzione digitale stanno cambiando la dinamica dei conflitti nel mondo. La percezione dell’incapacità degli Stati di garantire i servizi essenziali alla popolazione, in particolare ai giovani, è all’origine di tensioni e disordini sociali in molti paesi. 

L’ineguale ripresa dagli impatti multidimensionali della pandemia di COVID-19 unita alla recente impennata dei costi del cibo e dell’energia hanno aggravato ulteriormente queste minacce e il rischio di sconvolgimenti sociali in numerosi paesi. Ciò ha inoltre aumentato la pressione sulle capacità degli Stati di dare risposte e ha rivelato i notevoli limiti della preparazione, cooperazione e solidarietà globali. Un numero crescente di giovani manifesta le proprie aspirazioni a condizioni migliori di vita ma percepisce invece un peggioramento.  

La crescita della competizione e la frammentazione a livello geostrategico rendono la cooperazione internazionale per rispondere a tali minacce più ardua proprio nel momento in cui ce n’è più bisogno.

 

L’architettura globale necessaria per affrontare le dispute e ridurre i conflitti appare più fragile oggi che nel passato. Ciò costituisce un’importante preoccupazione perché innalza il rischio di errori di calcolo con conseguenze globali potenzialmente devastanti. 

Siamo a un punto di svolta.

Di fronte alla complessità dello scenario globale dovremo adattare e continuare a dimostrare il valore vitale della cooperazione internazionale, del dialogo e del multilateralismo. C’è bisogno di un multilateralismo che sia giusto e inclusivo, in cui i paesi in via di sviluppo abbiano voce e un’equa rappresentatività. 

 

Signore e signori,

All’ONU abbiamo fatto molto per adeguare il nostro lavoro per la pace e la sicurezza perché sia in grado di rispondere meglio alla complessità dei conflitti attuali. Ci stiamo sforzando di capire come il cambiamento climatico e la tecnologia influenzano i conflitti e di adattare le nostre risposte. Al centro di questo approccio c’è la necessità di agire in anticipo e proattivamente senza aspettare di rispondere a una crisi dopo che essa è già deflagrata. E di focalizzarsi non solo sull’attività politica ai livelli alti ma anche sul sostegno alla resilienza delle comunità locali.

Un cardine della nostra strategia è il rafforzamento della partnership con altri attori impegnati nella costruzione della pace, spesso in prima linea nei nostri sforzi di prevenzione dei conflitti a livello globale, regionale, nazionale e locale.

Un esempio significativo è il ruolo determinante svolto da Sua Santità Papa Francesco e dalla Comunità di Sant’Egidio. Il loro lavoro è stato importante per trovare soluzioni pacifiche in situazioni in cui l’ONU è spesso coinvolta direttamente.

In Sud Sudan, per esempio, la Comunità di Sant’Egidio ha giocato un ruolo importante facilitando i colloqui tra il Governo Transitorio di Unità Nazionale e i gruppi di opposizione che non hanno firmato gli accordi del 2018 nello sforzo di assicurare una pace sostenibile nel paese. 

Vorrei sottolineare anche il contributo decisivo dato da Sant’Egidio in Ciad per favorire l’incontro dello scorso gennaio a Roma tra i vari gruppi politico-militari; in quell’occasione fu sottoscritta una dichiarazione congiunta in cui le parti sottolineavano la volontà di contribuire alla stabilizzazione in Ciad attraverso un dialogo costruttivo. 

Ci sono poi le collaborazioni attuate in Mozambico, nella Repubblica Democratica del Congo, nella Repubblica Centrafricana e molte altre. 

 

Signore e signori,

Nella Carta delle Nazioni Unite gli Stati membri si impegnano a preservare le generazioni future dal flagello della guerra. Due anni fa, in occasione delle celebrazioni per i 75 anni dell’ONU, l’Assemblea Generale adottò una dichiarazione ambiziosa che riconosceva la necessità urgente di soluzioni collettive e la centralità delle Nazioni Unite nell'affrontare le sfide emergenti. 

In risposta alla Dichiarazione dell'ONU75, il Segretario Generale ha presentato il suo rapporto su “La nostra agenda comune”. Il rapporto offre una visione ambiziosa per la pace sostenibile, lo sviluppo e i diritti umani. Ciò includeva l'impegno a preparare una Nuova Agenda per la Pace che ponga la prevenzione e la riduzione della violenza al centro del nostro lavoro. L'Agenda offre una solida visione per rafforzare la "cassetta degli attrezzi diplomatici" contenuta nel Capitolo VI della Carta delle Nazioni Unite e cerca di forgiare un nuovo consenso globale sulla cooperazione per la nostra sicurezza collettiva. 

Mantenere questi impegni sarà un'impresa significativa, in particolare nell'ambiente globale polarizzato e frammentato che dobbiamo affrontare oggi. Richiederà a tutti noi di lavorare insieme, basandosi sui nostri rispettivi punti di forza. Attendo con impazienza il vostro sostegno a questa Agenda e la vostra continua cooperazione con le Nazioni Unite.

Grazie

 

 



Martha Ama Akyaa POBEE a #thecryforpeace:
Forum 11 - Nessumo si salva da solo: dialogo e multilateralismo in un mondo diviso
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