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Muhammad Abdul Khabir Azad

Grande imam della moschea di Lahore, Pakistan
 biografia
Onorevole Presidente! 
Alhamdolillah perché siamo tutti qui per una grande causa.  
E grazie all’organizzazione e guida della Comunità di Sant’Egidio che organizza questo convegno. 
Spettabile pubblico!!
 
Il tema “Religioni in Asia e ricerca della Pace” è grande, ampio e riflette realmente la storia, la situazione attuale e futura di 4,56 miliardi di persone nel mondo. 
 
Le religioni in Asia sono profondamente radicate, molto antiche, con fiori e frutti ma anche spine. Per molti le religioni in Asia sono fonte di benedizione e per altri fonte di problemi. 
 
L’Islam è tra queste numerose religioni. “Islam” significa la nostra sottomissione alla volontà di Dio e che questa è la vera pace. 
 
E Dio ha dato dignità a tutti gli esseri umani. 
 
Il messaggio è che gli individui, tutti e ciascuno, su questa terra meritano dignità indipendentemente dal proprio background religioso, di colore, di razza, o geografico.
 
E sarete felici di sapere che questo è lo spirito di tutte le religioni rivelate.
 
E ora veniamo ad alcune realtà aspre, dolorose, situazioni sorprendenti e spaventose che di recente si sono verificate in Pakistan. 
 
La tragedia di Jaranwala, quando una folla inferocita e folle ha attaccato le chiese e le case dei cristiani. 
 
Nel momento in cui la tragedia ha avuto luogo mi trovavo in Arabia Saudita per un Convegno Internazionale sulla Pace. Sono stato interpellato dalle massime autorità cristiane, tra cui l’Arcivescovo Sebastien Shaw. Mi disse:” Maulana Azad, abbiamo bisogno di lei in questo momento. Abbiamo bisogno del suo aiuto. Siamo turbati. Per favore venga in nostro aiuto. La folla impazzita ha bruciato le nostre case e le nostre chiese”. 
 
Questa notizia sconvolgente mi turbò molto. Subito feci presente ai responsabili del Convegno e all’organizzazione che dovevo rientrare subito nel mio paese. I miei fratelli cristiani, sorelle e figli sono in difficoltà, hanno bisogno di me in questo momento. Non posso restare qui. Cambiai il mio programma e raggiunsi il Pakistan. Quel giorno stesso convocai un incontro di musulmani e responsabili di altre religioni e ci riunimmo per una conferenza stampa di condanna a livello nazionale. Condannammo questo atto barbaro e dichiarammo di stare dalla parte dei fratelli, sorelle e figli cristiani. Questo fu un passo importantissimo che fu seguito da tutti gli Imam e Khateebs in tutto il paese. E inoltre, su mia richiesta, il sermone del venerdì fu dedicato ai diritti delle minoranze nell’Islam. 
 
Il giorno seguente convocai una delegazione di studiosi religiosi e esponenti del governo e incontrammo le vittime della tragedia. Subito dopo il mio arrivo scoprii che questi stavano aspettando con ansia che fossi io la loro voce e loro fratello. Fu molto difficile per me vedere la loro situazione. Mi era stato consigliato da molti di non andare nei luoghi cristiani. Risposi che loro avevano bisogno di me e che mi consideravano un fratello. Mi unii a loro. Erano feriti e spaventati. Fu una sfida per me sollevarli dalla loro paura. Trascorsi molto tempo con loro e assicurai loro il mio pieno sostegno. 
 
Li raccogliemmo in una chiesa e consolammo le famiglie delle vittime, assicurando loro l’arresto dei colpevoli. 
 
Quello che ho fatto è stato di aiuto ed utile. L’ho fatto nella luce del Corano, insegnamento dei Profeta (PBUH).
 
E questo è il vero e autentico spirito dell’Islam e delle altre religioni: aiutare le vittime e le persone colpite indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa. In questo senso ho fatto una seconda visita con il Ministro federale per gli affari religiosi e l’armonia interreligiosa. 
 
Caro pubblico!!
 
So bene che lo scenario effettivo del Pakistan rappresenta una grande sfida. Durante la guerra al terrorismo la nazione ha sofferto molto; moschee, Imam Bargah, santuari, riunioni religiose e politiche, centri missionari, chiese, stazioni di polizia, esponenti dell’esercito e persino scuole, ospedali, non erano stati risparmiati. 70.000 persone sono state uccise nella Guerra contro il terrorismo. Miliardi di dollari sono stati persi e l’economia è caduta in condizioni disastrose. 
 
Governo, forze armate, agenzie di sicurezza, polizia, istituzioni nazionali hanno fatto sacrifici senza precedenti. 
 
Oggi il popolo, le nostre forze armate, le agenzie di sicurezza sono sulla stessa lunghezza d’onda, contro il terrorismo e l’estremismo. Particolarmente i dotti religiosi hanno fatto uno sforzo nel senso di una nuova narrativa sul Pakistan. Questa è la vera immagine e la vera narrazione del Pakistan: promuovere l’armonia tra le religioni, il rispetto dell’umanità e la tolleranza a tutti i livelli. 
 
La nostra speranza ultima è posta in Dio che ci ha dato la vita, sostiene il mondo con la sua potenza e ci ha chiamati ad operare per la Pace.
 
Grazie