Vincenzo Paglia
Arcivescovo, Presidente della Pontificia Accademia per la vita, Santa Sedebiografia
Ci troviamo nel mezzo di un’epoca di profondi cambiamenti. Papa Francesco parla di un cambiamento d’epoca. E’ a dire che per la prima volta nella storia umana l’uomo può distruggere l’intera vita del pianeta. E’ iniziata con il nucleare, poi con il disastro climatico ed ora con le nuove tecnologie emergenti e convergenti. Queste ultime – e tra esse l’Intelligenza Artificiale – possono trasformare radicalmente l’umano, ad esempio, cambiando il dna, oppure controllando in maniera totale la vita umana: c’è chi parla di capitalismo della sorveglianza. Insomma di soggiacere alla “dittatura della tecnica”. In un congresso dell’Accademia di cinque anni fa, lo scienziato giapponese Hishiguro, che si è creato un suo clone, arrivò a dire che noi siamo l’ultima generazione organica, la prossima sarà non organica, magari al “litio”. Insomma, il nucleare, la crisi del clima e le nuove tecnologie richiedono un nuovo patto globale. Per il nucleare c’è stato un patto di non proliferazione; per il clima, dopo decenni, c’è stata la conferenza di Parigi; per le nuove tecnologie, a mio avviso, dobbiamo affrettare un’assise internazionale per il governo delle nuove tecnologie.
In questa prospettiva la Pontificia Accademia per la Vita, ha promosso nel 2020 un manifesto - la Rome Call for AI Ethics – con il quale si chiede a tutti gli stakeholder e alla società civile nel suo complesso di adottare principi etici, pedagogici e giuridici, nella realizzazione delle intelligenze artificiali. Il Papa ci ha parlato della necessità di passare dal pericolo di una algocrazia alla necessità di perseguire una algoretica.
In questa prospettiva Papa Francesco, per la Giornata Mondiale della Pace del 1° gennaio 2024, ha preparato un testo che ha per titolo "Intelligenze artificiali e Pace".
Quest’anno per la prima volta affrontiamo questo tema nelle giornate di riflessione e Preghiera per la Pace. Le notizie sull’intelligenza artificiale sono esplose. Quello che sino a poco tempo fa sembrava un argomento per tecnici riempie ormai le pagine dei quotidiani. E’ una nuova tecnologia che giocherà un ruolo decisivo nel prossimo futuro del pianeta. Se non viene utilizzata in modo responsabile ed etico, può giungere sino alla distruzione dell’umano. Se invece viene progettata e applicata eticamente avrà un impatto molto positivo sulla vita umana, compresa anche la pace.
Due esempi chiariscono l’urgenza di una prospettiva etica anche in questa area tecnologica. Il primo esempio riguarda il settore della comunicazione.
Già ora sentiamo parlare dei rischi che derivano dalla disinformazione e dai cosiddetti deepfake (video, foto o registrazioni audio manipolati con l'intelligenza artificiale per far apparire qualcuno che dice o fa qualcosa che in realtà non ha mai detto o fatto). Questa tecnologia può diffondere notizie false, creare falsi scandali, perpetrare molestie e abusi, nutrire la criminalità informatica e comunque influenzare le opinioni pubbliche e minare la qualità stessa delle democrazie. Questo utilizzo dell’intelligenza artificiale – plasmarla per la disgregazione invece che per la coesione sociale – va ovviamente contrastato perché espone ai rischi e alle conseguenze reali di una violenza virtuale le persone più deboli, meno consapevoli, più incapaci di difendersi.
Il secondo settore nel quale l’applicazione dell’intelligenza artificiale è rischiosissima è il settore militare. Oggi con l’intelligenza artificiale si possono prendere decisioni e compiere azioni in campo militare senza un intervento umano diretto. E questo non dipende dalla grandezza o meno degli stati, ma dalla “potenza economica”. Proprio in questi giorni esperti militari parlano del cambiamento del modo di fare la guerra con i droni che si sta sperimentando in Ucraina…Mi chiedo se anche questa prospettiva non contribuisca a far proseguire il conflitto…le armi tecnologiche – anche le altre in verità - si testano in guerra, non nel poligono di tiro. Sono solo due tra i molteplici esempi che si possono fare.
Ricordo il 28 di febbraio del 2020, quando come Pontificia Accademia per la Vita, abbiamo lanciato la firma di un appello di responsabilità che abbiamo chiamato: Rome Call for AI Ethics. E’ stato sottoscritto da me come Pontificia Accademia; da Brad Smith, presidente di Microsoft; da John Kelly III, vicedirettore esecutivo di IBM; da Qu Dongyu, direttore generale della Fao; e dall’allora Ministro per l'innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano per il governo italiano. Era presente anche l’allora presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli.
La Rome Call – firmata il 20 febbraio del 2020 a Roma – è un documento destinato a tutti per favorire una nuova sensibilità etica. Destinatari del documento sono le società nel loro complesso: le organizzazioni, i governi, le istituzioni, le tech companies internazionali, le religioni…. Chi firma la Rome Call si impegna a seguire sei principi fondamentali: trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità, affidabilità e sicurezza.
Con questo genere di impostazioni, le intelligenze artificiali possono diventare strumento di sviluppo umano e di promozione della pace. L’utilizzo delle AI può facilitare e migliorare la qualità della comunicazione e la comprensione tra diverse culture, superando le barriere linguistiche e culturali. Un esempio di tecnologia AI utilizzata in questo contesto è ChatGPT-4, che utilizza l'elaborazione del linguaggio naturale per facilitare la risoluzione delle controversie. Comprendendo il contesto delle conversazioni, il sistema può aiutare a ridurre i malintesi.
Ancora: l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per analizzare e prevedere potenziali conflitti a livello internazionale, permettendo agli attori internazionali di intervenire in modo proattivo per prevenire l'escalation delle tensioni.
Può essere anche un prezioso supporto alla diplomazia: tramite il monitoraggio e l’analisi delle relazioni internazionali, l’AI può fornire informazioni preziose ai diplomatici e ai responsabili politici per prendere decisioni informate e promuovere la pace.
In campo medico, l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati medici, per identificare modelli e tendenze utili per i medici per fare diagnosi importanti; può contribuire allo sviluppo di nuovi farmaci e di una medicina personalizzata. Può migliorare la nostra vita.
Può essere utilizzata nella gestione delle risorse idriche, prevenendo gli sprechi e identificando le fonti di inquinamento tramite sensori; può monitorare l'inquinamento atmosferico. Può essere preziosa per la conservazione della biodiversità; ottimizzare il consumo energetico, aiutare nella gestione dei rifiuti, ridurre gli sprechi nei processi industriali.
Infine l’intelligenza artificiale può contribuire significativamente alla salvaguardia ambientale del pianeta in diversi modi. E può aiutare a comprendere meglio l’utilizzo dello spazio attorno alla terra e le ricchezze che sono nel fondo marino, due ambiti ancora non esplorati.
La PAV, per sua parte precipua, si è impegnata a coinvolgere i mondi religiosi. La Rome Call, nello scorso gennaio, è stata firmata anche da ebrei e musulmani; nel prossimo luglio, ad Hiroshima in Giappone, sarà firmata anche dalle altre grandi religioni mondiali. Nel frattempo hanno aderito trenta università americane e italiane e il 21 settembre firmeranno probabilmente anche le 160 università dell’America Latina riunite a Roma. Stiamo preparando anche la firma della Confindustria italiana e di quella europea.
Riteniamo importante che si sviluppa una sensibilità etica, pedagogica e giuridica in tutti gli ambiti della vita pubblica perché queste nuove tecnologie siano al servizio dello sviluppo umano e non al servizio di poteri che possono – attraverso di esse – portare alla distruzione della vita umana nel Paese. Sono convinto che anche questa tavola rotonda, nel contesto dello Spirito di Assisi, rappresenti un prezioso tassello per aiutare la fraternità tra i popoli.