Con grande emozione prendo la parola in questo luogo dove la storia – nel bene e nel male – ha parlato tanto. Mi chiedo, ci chiediamo: un incontro come il nostro non entra anch‘esso nella storia di questa città? E si potrebbe aggiungere ancora – come abbiamo ascoltato dalle parole sapienti degli esponenti delle religioni che hanno parlato in questi giorni –: il nostro incontro non sta provocando un movimento, forse piccolo ma decisivo, un movimento destinato a divenire un’onda lunga, onda di bene per tanti popoli?
In tutta umiltà, credo di sì.
Anche quando non ce ne accorgiamo, nella storia ci sono movimenti profondi che provocano mutamenti, trasformazioni che solo ad un certo punto emergono chiari ed evidenti. Oggi siamo in uno di quei momenti -quasi miracolosi- in cui tutto ci appare più chiaro.
Mi sembra che dopo 37 anni di cammino, da Assisi a Berlino, dobbiamo dire che realmente qualcosa di profondo è cambiato nel mondo delle religioni. Proprio qui è caduto un altro muro. Sì: è caduto un muro di diffidenza, di ignoranza e di senso di superiorità gli uni verso gli altri. Oggi, dopo tanti anni di cammino comune, vediamo cadere questo muro che ci separava. Le religioni, pur nella loro diversità, hanno imparato a coesistere, ad essere complementari e solidali, a non combattersi più, a non competere tra loro ma a stare le une assieme alle altre, le une accanto alle altre. Questa svolta storica è avvenuta perché le religioni hanno fatto della pace la loro lingua comune. Hanno creduto cioè nel potere della parola a cambiarle: una parola di pace, amichevole, rispettosa e mite ma che possiede una grande forza storica.
Oggi parliamo la stessa lingua, quella della pace!
È un grande risultato con il quale ci presentiamo ancora più credibili di fronte a questo mondo: più credibili di fronte alla politica, alla diplomazia, alla cultura. Gli Stati oggi sono più distanti fra loro di quanto lo siano le religioni. Cosi siamo più credibili davanti alla nostra gente e davanti al mondo.
Il desiderio di pace oggi acquista una più grande credibilità proprio perché osserviamo con tristezza, e talvolta con orrore, quanto la pace sia stata sprecata, maltrattata, calpestata in tante situazioni. E questo provoca grandi sofferenze nelle persone. Abbiamo sentito l’urgenza di tale dolore e abbiamo lavorato su noi stessi per diventare tutti assieme discepoli della pace.
Oggi lo diciamo con una rinnovata energia: le religioni non sono un fenomeno residuale, qualcosa del passato, del mondo di ieri, ma fanno la storia del presente e guardano al futuro del mondo, purificate da tanti errori e fatiche. Questa è una grande ricchezza che dona speranza ai popoli.
Le religioni dicono al mondo che la pace è possibile, anche laddove sembra che non vi siano spazi o altre vie di uscita. Le religioni dicono che la storia può cambiare perché la preghiera all’Onnipotente mette il mondo nelle mani di chi ha vinto l’impossibile.
Abbiamo ascoltato in questi giorni tante cose belle, parole piene di speranza diventate una risorsa inattesa che si è rivelata a noi. Vediamo con i nostri occhi quelle che Andrea Riccardi definisce le sorprese della storia. Sì, la storia è piena di sorprese. A Berlino ci siamo stupiti con gioia ad osservare un altro muro cadere.
Siamo diversi, ma siamo insieme più forti e solidali, uniti nella ricerca della pace e nella stima che i credenti hanno imparato ad avere gli uni per gli altri.
E’ questa sorpresa della storia che crea un futuro comune. Di questo non possiamo che essere felici insieme. Qui vediamo una grande risorsa per la pace nel mondo che ci dà speranza.