23 Septiembre 2024 09:30 | Collège de France – Amphithéâtre Guillaume Budé
Intervento di Markus Dröge
I.
L’anima dell’Europa assomiglia però, oggi, al paesaggio di un cratere bruciato. I vulcani sono spenti. I fuochi dell’esaltazione sono estinti. Ceneri scure coprono tutto ciò che vive. Scepsi e malinconia si diffondono e fanno apparire l’Europa vecchia e grigia. Abbiamo perso l’orientamento. Le grandi passioni per un futuro migliore sono in frantumi. Non ci crediamo più capaci di nulla di grande....”. (Zeitzeichen (Segni dei Tempi) 7/2005, p. 20).
Queste parole hanno vent'anni. Sono state scritte dal grande teologo tedesco della speranza, Jürgen Moltmann, morto il 3 giugno 2024 all'età di 98 anni. Gli devo molto. Questa analisi critica dello stato dell'Europa è per me molto dolorosa - per me che sono nato nove anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale e che sono cresciuto a Bonn, Parigi e Bruxelles con l'idea che sia compito della mia generazione lavorare per un'Europa riconciliata.
II.
Nel frattempo, i tempi si sono fatti più duri. In Germania si parla di una “Zeitenwende”, un punto di svolta epocale. L'anno scorso, un influente pensatore tedesco, lo storico Herfried Münkler, ha pubblicato un libro intitolato “Il mondo in subbuglio”. In un solo anno è già uscito nella sua decima edizione. Egli interpreta la “svolta” nel senso che le speranze e gli ideali fondamentali sono giunti al capolinea: L'idea che i trattati e la cooperazione economica permettano ai popoli di vivere insieme pacificamente si è indebolita; l'idea di una comunità di nazioni che lavorano insieme nell'ONU per trovare soluzioni globali ai problemi manca di autorità; la credibilità del concetto di diritti umani universali è sotto attacco, dato che molti conflitti del recente passato hanno mostrato come questi valori siano usati in realtà per perseguire interessi di parte. Secondo la sua tesi, ci stiamo dirigendo verso un'epoca in cui cinque centri politici si spartiranno il potere geopolitico: Cina e Stati Uniti, Russia e India, e forse anche l'Europa, e quest’ultima è in forse perché non è sicuro se l'Europa riuscirà a cementare ulteriormente la propria unità e ad affermarsi come attore geopolitico economicamente e militarmente forte.
Come cristiano, posso condividere la sua tesi, e cioè che grandi visioni e ideali sono attualmente messi in discussione. Ma solo come analisi dei fatti, non come tesi normativa. Le tradizioni bibliche mi obbligano a continuare a credere e a lavorare perché le visioni di pace diventino realtà, affinché la giustizia venga attuata attraverso norme vincolanti, affinché vengano conclusi trattati, e affinché questi vengano osservati per risolvere i conflitti in modo amichevole, affinché la dignità umana e i diritti umani siano rispettati. Da uomo di fede, è particolarmente importante per me che le diverse religioni riconoscano la pari dignità di tutte le persone e lavorino per la pace. La Dichiarazione di Abu Dhabi sulla fraternità umana - firmata da Papa Francesco e dal Grande Imam Al Tayeb nel 2019 - è stata un importante passo interreligioso e interculturale verso la ricerca di un terreno comune per la dignità e i diritti umani.
Sì, l'Europa e la geopolitica sono in crisi. Ma una crisi non deve portare all'abbandono degli ideali. Al contrario, deve portare a una rinnovata attenzione ai valori fondamentali.
III.
Jürgen Moltmann, il cui testo quasi poetico ho citato all'inizio, non si è fermato ad analizzare con ansia la crisi. Vent'anni fa ci ricordava che l'Europa è sempre stata un “continente di speranza” nel corso della sua storia, attraverso rivoluzioni, riforme e rinascite. L'Europa vive di tradizioni di speranze non realizzate che hanno ancora un futuro davanti a sé. Grandi idee e tragici fallimenti ne fanno parte: Prima c'era l'idea di un Occidente cristiano, poi di un'Europa umanista. Una delle visioni europee era quella di Immanuel Kant, che voleva guidare le nazioni verso una comunità che abbracciasse tutto il mondo e fosse nella pace. Tutte queste grandi idee sono state tradite dalle guerre mondiali e dai totalitarismi del XX secolo. Ma poi è emerso il modello di un'Europa riconciliata e unita, nello spirito dei diritti umani e della solidarietà vissuta. Questo modello è ora in crisi. Ma secondo Jürgen Moltmann, questo dovrebbe motivarci a guardare di nuovo alle fonti che hanno ripetutamente dato speranza all'Europa.
Egli vede le fonti della speranza nella tradizione ebraico-cristiana, che ha sempre collegato la fede in Dio con le speranze umane reali: la fede in Dio ha portato Israele fuori dalla cattività in Egitto. La fede in Cristo risorto non è rimasta solo un'idea, ma ha dato vita a una comunità che ha vissuto la carità. “Lo spirito europeo”, scrive Jürgen Moltmann, “si è formato nell’accordo e nella contraddizione, nella fede e nel dubbio, nel coraggio e nella disperazione rispetto al mistero divino della speranza.... Dallo spirito di questa speranza”, Moltmann ne è convinto, ‘l’Europa sarà rigenerata e troverà la sua forma (Gestalt) nel mondo.
IV.
L'Europa troverà davvero la sua nuova forma per il mondo in futuro? Non sono un profeta. Posso solo dire che molte persone di fede nelle chiese d'Europa continuano a vivere, lavorare e pregare per questo progetto di pace. La fede biblica non rinuncia alle promesse quando queste entrano in crisi. Sono fermamente convinto che i cristiani debbano rimanere attaccati alle visioni di pace che hanno fondamento nella Bibbia, le quali, nel mondo politico laico, si traducono in sforzi per raggiungere la pace tra le nazioni, ottenuta attraverso la conclusione di trattati.
Nell'attuale dibattito politico del mio Paese, la “Zeitenwende”, il punto di svolta epocale, è intesa nel senso che l'Europa deve ridiventare una potenza politica, economica e persino militare per ritrovare il proprio ruolo geopolitico. Come cristiano, posso solo dire: l'Europa ha anche un'anima! Per conservare la sua anima, l'Europa deve mantenere i suoi valori fondamentali, fare i conti con le colpe del passato e continuare a cercare un'unità nella riconciliazione.
Gli esperti di geopolitica possono anche dire, giustamente, che l'Europa deve ridefinire il proprio ruolo politico, economico e militare. Ma i cristiani devono sottolineare questo aspetto: l'Europa deve soprattutto conservare la propria anima! Deve rinascere dallo spirito di speranza! L'Europa non deve smettere di cercare nuove idee di riconciliazione e di pace per introdurle nel dialogo tra culture, religioni e nazioni!