23 Septiembre 2024 16:00 | Mairie du Vème arrondissement – Salle des fêtes
Intervento di Jonathan Safran Foer
Buon giorno e grazie di avermi invitato.
Posso parlare di alcune delle mie esperienze personali per comprendere la crisi del clima e, come spero, partecipare in n modo costruttivo alla vostra discussione. Nel 1942 un cattolico di 28 anni, un giovane polacco, Carchi, si recò dalla Polonia in Inghilterra e poi negli Stati Uniti, per informare tutti di qual atrocità stavano commettendo i nazisti. Ha accumulato testimonianze da riportare in Occidente e ricorda di essersi incontrato con il leader della associazione socialista ebraica. E ha detto del suo dolore e del suo tentativo “di dire a tutti i leader che la sua missione non era una questione tattica, che bisognava suscitare la reazioni di tutto il mondo, che tutto i mondo finalmente si svegliasse, capisse e procedesse a far finire le atrocità” Dopo essere sopravvissuto si è recato a Washington, dove è arrivato nel giugno del ’43 e si è incontrato con uno dei più grandi giudici ebrei. Dopo aver ascoltato la descrizione di quello che stava succedendo nel ghetto di Varsavia, nei campi di sterminio nazisti, il giudice percorse a lungo la sua stanza, poi gli ha detto: “Signor Carchi, un uomo come me che parla con uno come lei deve essere assolutamente schietto, mi permetta di dirle che non riesco a credere quanto lei mi sta raccontando”. Carchi insistette per essere ascoltato, e il giudice, rispose: “Non ho detto che stia mentendo, dico semplicemente che non riesco a credergli, perché la mia mente e il mio cuore sono fatti in modo che non riesco ad accettare una idea di questo genere”. Il giudice non ha contestato che i nazisti facessero quello che stavano facendo. Ammise non soltanto la propria incapacità di credere a questa che era la verità, ma la consapevolezza della propria incapacità. Cioè, non riusciva a svegliarsi, a capire e a procedere, ad agire. Le nostre menti e i nostri cuori sono costruiti per svolgere alcuni compiti. Siamo bravi a svolgere compiti come calcolare il percorso di un uragano, siamo bravi ad aver cura di noi stessi e a trovare a volte l’empatia per prenderci cura di altri. Quello che succede ad altri che sono lontani da noi ci risulta a volte difficile. Gli eventi climatici estremi, la scarsità delle risorse, sono dei fenomeni assai vividi, che però delle volte percepiamo come astratti, come distanti, frammentari ed isolati, anziché come parti di una narrazione. Ci vengono raccontati come una storia, ma noi non riusciamo a crederci. Coloro che negano il cambiamento climatico sono coloro che negano che il pianeta si stia surriscaldando a causa delle attività antropiche. Però, può darsi che noi non pensiamo che gli scienziati ci stiano mentendo, eppure non riusciamo a credere davvero a ciò che ci dicono e quindi non riusciamo, delle volte, a scuotere la nostra coscienza collettiva, a decidere consapevolmente di fare sacrifici grandi e piccoli per cercare di assicurare la sopravvivenza di coloro che verranno dopo di noi. Tutto questo sicuramente non ci salverà. Quand’ero bambino, quando sapevo di stare facendo qualche cosa di vietato mi dicevano spesso: ma tu lo sai che non lo devi fare.. E quindi, se accettiamo fattualmente che stiamo distruggendo il pianeta e stiamo condannando a morte le future generazioni, ma non riusciamo a crederci tanto da cambiare il nostro comportamento in modo significativo, ci dimostriamo di essere semplicemente un altro tipo di negazionisti. E allora, quale sarà l’errore più grave e quale sarà un vero e proprio peccato? Fa comodo parlare dei cambiamenti che ci si richiedono in termini astrati. Perché ci sentiamo buoni, lo scriviamo anche sulle magliette, sugli stendardi che sventoliamo alle manifestazioni, però dobbiamo essere consapevoli che ci sono delle limitazioni alla rapidità del cambiamento che vogliamo adottare. Il perimetro del possibile è chiaramente segnato e tuttavia siamo liberi di scegliere fra tante opzioni possibili, che cambino la traiettoria della nostra esistenza. Le cose più importanti andranno fatte a livello delle politiche pubbliche, ma anche noi possiamo prendere decisioni nella nostra vita privata che conducano al raggiungimento di questo. Scegliere i mezzi di trasporto con meno emissioni di anidride carbonica, adottare gesti che possano veramente cambiare le cose a livello individuale e generale. In modo particolare si tratta di rivedere il nostro modo di allevare e di coltivare ciò di cui ci cibiamo. Dobbiamo cercare di applicare qualche cosa di simile ad una tassa sull’anidride carbonica. Dobbiamo continuare la ricerca sulle energie alternative. Dobbiamo cercare di fare presenti gli obblighi a paesi come il mio, cioè gli Stati Uniti d’America, che sono tra i più grandi inquinatori. Dobbiamo cercare di realizzare obiettivi molto difficili da conseguire per i singoli individui, eppure i grandi movimenti sono fatti da individui, guidati da individui, rafforzati da individui. E quindi, non possiamo conseguire l’obiettivo di limitare la distruzione ambientale se tutte le persone non sono capaci di prendere delle decisioni. Mangiare meno carne, volare di meno, cioè usare di meno l’aereo, contenere la catastrofe che stiamo producendo e cercare di stornarla. È vero che la decisione di un singolo individuo non cambia la storia, però è vero che le decisioni di centinaia di migliaia di persone lo faranno. Non sto cercando di sminuire la difficoltà di cambiare la propria vita, cerco io personalmente di compiere scelte che rispettino le convinzioni che vi sto esponendo. Spesso mi trovo di fronte al quesito: ma il prezzo in termini di anidride carbonica di questo mio viaggio, che io ho in mente di fare, vale la pena? Non è di purezza che stiamo parlando, stiamo parlando di una convinzione che cerchiamo di esprimere a tutti i livelli, e abbiamo bisogno di tutti. C’è una comprensibile tendenza anche a esagerare il lato catastrofico delle cose. Anch’io quando penso al cambiamento climatico sono incline alla disperazione, ma non ce lo possiamo permettere perché in cuor nostro riconosciamo quello che abbiamo già capito riguardo alla lotta che abbiamo di fronte. Crescerà anche il coraggio di cambiare da parte di tutti noi. Vi ringrazio molto per la vostra attenzione.