Caro Presidente,
Desidero rivolgere un caloroso saluto e, insieme, il mio più convinto incoraggiamento agli organizzatori e a tutti i partecipanti all’Incontro internazionale di Tirana, ultima tappa di un fruttuoso lavoro che la Comunità di Sant’Egidio porta avanti ormai da quasi trent’anni sulla scena internazionale.
I temi prescelti e l’autorevolezza dei relatori, provenienti da ogni parte della Terra, confermano la vostra intenzione di far vivere e attualizzare lo “spirito di Assisi”, invitando non solo le istituzioni ma i popoli e le comunità a diventare veri protagonisti nella costruzione della pace. La pace è un orizzonte ideale che si raggiunge giorno per giorno, con un lavoro concreto e tenace.
Venti di guerra si agitano in tante parti del mondo, generando violenza, morte e paura. L’interconnessione planetaria ci obbliga ad aprire gli occhi su terribili conflitti e nuove forme di sopraffazione. Nessuno, in tempi di globalizzazione, può chiamarsi fuori o sentirsi al sicuro. Le fiamme della guerra lambiscono i nostri confini, provocando miseria, devastazioni e ondate di profughi che bussano alle porte dei Paesi occidentali con la speranza di trovare salvezza, speranza e diritti.
La risposta delle nazioni democratiche non può essere la chiusura e l’arroccamento. I muri e i fili spinati non fermeranno il divampare degli incendi. La soluzione è porsi alla guida dei processi mondiali. Per farlo, serve un’intelligente, lungimirante, coraggiosa azione politica. Che coniughi dialogo, sviluppo, integrazione e sicurezza per i cittadini.
Come ben sapete e mettete da decenni in pratica, le religioni possono dare un contributo molto importante per alzare lo sguardo, per mobilitare le coscienze, per vincere l’indifferenza. Papa Francesco ha recentemente ribadito che “è un sacrilegio uccidere in nome di Dio”. Le grandi religioni hanno una speciale responsabilità nel promuovere il dialogo e la comprensione. L’uomo autenticamente religioso incarna gli ideali di pace, di rispetto, di collaborazione, di rifiuto della violenza, di carità e di amore. La libertà religiosa – minacciata in molte parti della terra – è uno dei fondamenti dei diritti umani e delle democrazie.
Il dialogo è un lavoro complesso e paziente. Ma la conoscenza reciproca mitiga la diffidenza, l’amicizia e il rispetto estirpano l’intolleranza.
Dobbiamo combattere e isolare i predicatori di odio, chi strumentalizza la fede religiosa, propria e di altri, per diffondere violenza e terrore. Dobbiamo contrastare con azioni concrete ed efficaci chi alimenta l’idea dell’ineluttabilità dello scontro di civiltà. La sola civiltà che accettiamo, e per la quale lavoriamo alacremente, è quella della pace, dell’incontro, della collaborazione, dei diritti fondamentali dell’uomo, della riduzione delle diseguaglianze. Non è un cammino facile, ma è l’unica strada concessa se desideriamo raggiungere una pace autentica senza smarrire o, peggio, tradire i nostri valori. Quando prevalgono l’egoismo e la demagogia, l’Europa e l’intero Occidente risultano più deboli e la loro voce diventa meno efficace nel mondo.
Sono sicuro che i semi che getterete in questi giorni a Tirana daranno buoni frutti. Vi rinnovo pertanto i migliori auguri di pieno successo della vostra importante iniziativa.
Roma, 6 settembre 2015