Gentili ospiti riuniti qui come persone di fede,
Permettetemi prima di tutto di esprimere la mia più profonda gratitudine e ammirazione per la Comunità di Sant’Egidio, per lo spirito di pace e comunione che ha creato in questo convegno. È per me il mio primo incontro e so che non sarà l’ultimo.
Per dieci minuti vorrei inquadrare due temi principali:
a. La gravità della crisi
b. Le risposte necessarie nelle nostre diverse competenze come persone di fede, cittadini dei nostri paesi, leader delle nostre istituzioni e fratelli e sorelle dei bisognosi.
(A) La gravità della crisi:
1. Nel 2014, secondo il rapporto dell’UNHCR, 59,1 milioni di persone sono state costrette a lasciare le loro case (contro i 37,5 milioni nel 2013). Questo è il più alto numero dalla seconda guerra mondiale. Se lo si contasse come un paese, sarebbe il 24° più grande del mondo.
2.Questo numero comprende 19,5 milioni di rifugiati, 38,2 milioni di sfollati interni e 1,8 milioni di richiedenti asilo. L’aumento maggiore si è avuto per gli sfollati interni, il cui numero è quintuplicato in 10 anni.
3. Approssimativamente 14 milioni di persone sono nuovi migranti. Il che equivale a 42.000 persone al giorno (rispetto agli 11.000 del 2010). Di contro, il numero di rifugiati che sono tornati a casa è di 126.000, il numero più basso degli ultimi 20 anni.
4. Del numero complessivo di sfollati, il 51% sono bambini, intesi come minori di 18 anni.
5. La Siria, l’Afghanistan e la Somalia rappresentano il 52% del totale. Gli altri paesi che completano la classifica dei primi dieci sono il Sudan, il Sud Sudan, la Repubblica Democratica del Congo, la Repubblica Centrafricana, Iraq, Eritrea e Myanmar.
6. I paesi che hanno più rifugiati interni sono la maggior parte di quelli ricordati prima, più Ucraina, Pakistan e Colombia.
7. In totale, ci sono 15 conflitti negli ultimi 5 anni: 8 in Africa, 3 in Medio Oriente, 3 in Asia e 1 in Europa.
(B) Risposte necessarie
1. La nostra storia di fede che sostiene i rifugiati/migranti conferma assolutamente la loro dignità.
2. Bisogno di misure per la protezione e contro i trafficanti (addestramento di personale, preparazione delle comunità, impegno delle autorità governative, individuazione di settori vulnerabili, integrazione dei programmi)
3. Sopperire ai bisogni immediati:
--cibo e nutrizione,
--forniture: prodotti non alimentari,
--alloggio,
--servizi igienici,
--assistenza sanitaria/farmaci,
--luoghi di preghiera
4. Fornire un’informazione accurata, traduzioni, riconoscimento dei loro diritti di rifugiati, altra assistenza legale
5. Educazione e sostegno psico-sociale per i bambini (Sesame Street ha ideato pupazzi-marionette)
6. Competenze che rafforzino:
--governo che supporta agenzie e polizia di frontiera
--società civile, anche organizzazioni confessionali, servizi sociali, scuole nei nuovi insediamenti
--comunità
--la capacità di collaborare tra organizzazioni partner
7. Assistenza ai paesi ospiti
8. Assistenza legale:
--ai paesi ospiti su politiche di sostegno ai migranti
-- ai paesi ospiti e a istituzioni multilaterali in soluzioni diplomatiche delle crisi
--alle comunità per favorire l’accoglienza, l’ospitalità e, quando necessario, l’integrazione
--ai media per la visibilità delle notizie e una presentazione positiva; per sfidare la retorica anti-immigrati
9. rafforzare la raccolta fondi:
Secondo l’ONU, generalmente le crisi umanitarie sono finanziate solo con il 15-35% delle cifre necessarie. Le promesse fatte dai paesi donatori non vengono onorate. Questo ha portato alla fine della distribuzione delle razioni alimentari (per esempio a 1,3 milioni di rifugiati siriani) e il razionamento alimentare per i più poveri in Libano è fissato a 13 dollari al mese. 184 cliniche hanno chiuso in 10 dei 18 distretti in Iraq lasciando 3 milioni di persone senza accesso a cure sanitarie.
10. Lavorare sulla cause alla radice:
--conflitti, oppressione, violenza
--povertà, ingiustizia
--mancanza di accesso al lavoro e ai servizi di base (scuola, sanità, cibo, alloggio adeguato)
--crisiambientali