12 Septembre 2011 09:00 | Residenz, Allerheiligen-Hofkirche
Il sacerdote martire Konstantin Golubev (1852-1918) di Ilarij
L’inizio del XX secolo è segnato dalla terribile persecuzione contro la Chiesa. Come nei primi secoli della cristianità i martiri versavano il loro sangue per Cristo, così anche nel nostro tempo i testimoni della fede “fino al sangue” hanno glorificato il Signore e hanno dato la loro vita per Cristo.
I nuovi martiri del XX secolo.
Uno dei primi testimoni – nuovi martiri Russi, Sua Beatitudine il Patriarca Tichon, chiamò il gregge ortodosso ad accettare con coraggio la prova nell’epoca tragica e a condividere con lui il calice della sofferenza: “Se è necessario soffrire a causa di Cristo,vi chiamiamo, amatissimi figli della Chiesa, a questa sofferenza insieme a Noi. Se è necessario un sacrificio di espiazione, la morte degli agnelli innocenti del pascolo di Cristo, benedico i servi fedeli del Signore Gesu Cristo al tormento e alla morte per Lui”.
La folla senza numero dei martiri della Chiesa Russa nel XX° secolo, loro tutti, quelli noti e quelli ancora ignoti, sono glorificati in Dio. In questo numeroso ordine di testimoni della verità il sacerdote Konstantin Golubjev occupa un posto non secondario.
Konstatin Alkseevic Golubev era nato nel 1852 nel villaggio di Baranovka del distretto di Vol’sk del Governatorato di Saratov nella famiglia di un accolito. Nel Santo Battesimo gli venne dato il nome del santo principe Costantino, operatore di miracoli di Jaroslav (memoria il 19 settembre/ 2 ottobre). Suo padre morì, quando il ragazzo aveva compiuto nove anni. Subito dopo Konstantin entrò nell’Accademia Teologica di Saratov, che terminò fra i primi della classe.
Missionario per vocazione
Quando compì ventiquattro anni Konstantin, sentendo in sé il dono del servizio missionario, entrò a far parte della fraternità di Saratov in onore della Croce del Signore e con la benedizione del vescovo di Saratov e di Zarizin Tichon si recò come missionario nel paese natale di Baranovka.
Konstantin Alekseevic era convinto che l’abbandono della fede ortodossa poteva avvenire solo se non c’era la predicazione nella Chiesa e un’autentica istruzione. Per questo come prima cosa istituì una scuola ecclesiastica parrocchiale. Il giovane missionario era aiutato il titolare della chiesa locale, il sacerdote M. Vasil’ev. Le autorità locali gli assegnarono uno stipendio fisso per le attività di insegnamento.
Il raggio d’azione dell’attività missionaria di Konstantin si allargò gradualmente. Con la benedizione del santo vescovo Tichon lo confermarono insegnante di russo e slavo ecclesiastico nel Seminario di Vol’sk e lo nominarono missionario della Fraternità della Croce del Signore, conduttore delle conversazioni missionarie e fondatore della biblioteca contro il settarismo a Vol’sk. Ancora dopo tre anni il santo vescovo Tichon, rendendosi conto del successo di Konstantin Golubev nel campo missionario, lo nominò missionario contro il settarismo della diocesi di Saratov.
Difficile sapere il numero ed anche contarli
Nel periodo del suo servizio missionario eroicamente altruistico nell’eparchia (dal 1876 al 1895) Konstantin Alekseevic riuscì a trattenere molti dall’aderire a diverse sette, e confermò anche nell’ortodossia più di cinquecento persone nonostante che, secondo la testimonianza dei contemporanei, fosse difficile sapere il numero “e lo stesso contarli“.
L’attività del missionariato eparchiale di Saratov attirò su di lui l’attenzione del Metropolita di Mosca e di Kolomenskoe Sergij (Lapidevskij). In quel periodo lo preoccupava l’attività delle sette nel Governatorato di Mosca, in particolare nel distretto di Bogorodsk.
Proprio qui, a Bogorodsk, il 4 marzo del 1895 Konstantin Golubev fu nominato come Arciprete – non era forse questo un grande apprezzamento del servizio di Konstantin Alekseevic nel campo missionario? – nella cattedrale Bogojavlenskij con diritto di precedenza fra tutti i sacerdoti dei distretti di Bogorodsk e di Pavlovo-Posadskij
Onorificenze e nomine
Il 12 marzo il vescovo di Mozhaisk Tichon (Nikanorov) consacrò sacerdote Konstantin Golubev. Padre Konstantin conquistò rapidamente la simpatia non solo dei fedeli ortodossi, ma anche dei Vecchi Credenti. Nello stesso anno l’Arciprete Konstantin entrò nel numero degli amministratori obbligatori del comitato per le carceri della divisione distrettuale fiduciaria di Bogorodsk e iniziò a prendere parte attiva nella sua attività a favore dei carcerati. Così celebrava la Liturgia nella Chiesa del carcere, dato che non vi era designato nessun sacerdote fisso.
Per la conversione all’Ortodossia di quanti se ne erano allontanati padre Konstantin fu insignito della croce pettorale. Nella primavera del 1896 lo nominarono presidente della sezione di Bogorodsk e Bogojavlenskij della Fraternità di Cirillo e Metodio. Nel 1897 venne nominato a capo della scuola ecclesiastica parrocchiale presso la fabbrica Shibaevikh, di cui dal 1901 divenne insegnante di religione.
Educazione femminile
Nel 1897 l’arciprete Konstantin Golubev fu scelto come membro del consiglio fiduciario del ginnasio femminile di Bogorodsk. L’attività nel consiglio aprì il sacerdote ai problemi dell’educazione religiosa e dell’istruzione femminile in Russia, da cui dipendeva in modo significativo l’educazione religiosa e morale del popolo.
“Come saranno le donne nel paese” – egli pensava – “come sarà la loro fede e la loro educazione religiosa, così saranno anche i cittadini russi.” Questo aveva un significato particolare per le città industriali, come allora Bogorodsk. E nel 1900 padre Konstantin aprì presso la cattedrale di Bogojavlensk una scuola ecclesiastica parrocchiale femminile.
Nel 1901 venne scelto come membro del comitato di Bogorodsk per la sobrietà del popolo. Nonostante il carico di lavoro il sacerdote non lasciò l’attività missionaria. E oltre la predicazione, nella cattedrale organizzò più di dieci conversazioni pubbliche nella città e nei villaggi del distretto di Bogorodsk.
La famiglia di padre Konstantin
Nonostante l’enorme attività pastorale, padre Konstantin trovò tempo anche per la sua famiglia. La sua famiglia era grande, unita, e i sette figli erano educati nella stretta osservanza ortodossa. Le due figlie più grandi si sposarono con sacerdoti; il figlio maggiore, l’arciprete Konstantin Golubev, negli anni del dopoguerra fu a capo della chiesa della Santa Trinità a Natashinie (è morto nel 1970); il più giovane, Leonid Konstantinovic, dopo la fine dell’Accademia Teologica di Mosca divenne pedagogista e direttore di scuola media.
Padre Konstantin, secondo la testimonianza dei membri della famiglia, fu spiritualmente vicino all’arciprete Ioann Vostorgov. Spesso si trovava a Mosca, celebrava nella cattedrale dell’Intercessione e nel monastero di Pudovo, e in occasione delle visite dell’Imperatore Nicola prendeva parte alle celebrazioni solenni nel Cremlino.
Nel 1913 morì la moglie di padre Konstantin, Maria Nikitina. Sono significative le circostanze della sua malattia in punto di morte e della sua fine. Durante la preghiera notturna della vigilia, nel giorno della memoria del santo vescovo Filarete il Misericordioso, il padre si sdraiò per riposare. Nel sonno gli apparve il santo Filarete e gli disse: “Cosa guardi, tua moglie è gravemente malata”. Quella sera Maria Nikitina si addormentò nel Signore. Il 1 dicembre (14 dicembre del nuovo calendario).
La catastrofe del 1917
Ma ecco che sulla Russia si scatenava la terribile catastrofe del 1917, e insieme ad essa avvenivano cose senza precedenti in tutta la storia della persecuzione della Chiesa di Cristo. Giunsero pure fino alla tranquilla Bogorodsk, che viveva la sua vita patriarcale, e in primo luogo colpirono i testimoni della santa Ortodossia ...
Padre Konstantin fu arrestato dopo il servizio divino nell’aprile-maggio del 1918 (secondo altre testimonianze in settembre – ottobre; è impossibile stabilire la data esatta per l’assenza di documenti d’archivio). Lo tennero in arresto per qualche giorno nella prigione di Bogorodsk. In quel periodo a Bogorodsk viveva la figlia Margarita, sposata con un sacerdote, e insieme al padre viveva la figlia nubile Anna.
Senza processo né inchiesta padre Konstantin venne condannato a morte. Evidentemente tutti gli spiegarono che l’avrebbero fucilato, così che fece uscire dal carcere la sua croce pettorale e il suo messale.
Il sacerdote non chiese di essere liberato. Sapeva di essere condannato a morte e vi era pronto. Solo non sapeva che i malvagi, avendo pienamente sperimentato la forza della fede del sacerdote per il tempo della sua permanenza in carcere, avevano scelto per il testimone della fede un’esecuzione straziante. Padre Konstantin lo capì quando cominciò. Anche allora però non chiese di essere liberato, ma che avendo deciso di uccidere lo uccidessero più in fretta, senza quel tormentoso accanimento, a cui erano ricorsi i carnefici ...
La data della morte di padre Konstantin non è nota. In quel giorno c’era un tempo piovoso e soffiava un forte vento. Sappiamo delle circostanze della morte di padre Konstantin dalla relazione di un membro del Concilio Locale Panrusso del 1917-1918, V.P. Schein. Successivamente egli divenne archimandrita con il nome di Sergio, e in seguito nuovo martire. Fu fucilato nel 1922 insieme al Metropolita di Pietrogrado e di Gdov Veniamin (Kazanskij). Forse il martirio di molti testimoni della fede nei primi anni della persecuzione contro la Chiesa di Cristo, fra cui il martirio di padre Konstantin Golubev, non fu per V.P. Schein esempio di testimonianza per la verità “fino al sangue”?
Martirio
Ed ecco nella relazione del futuro martire leggiamo queste parole sulla morte di padre Konstantin: “Nel corso della fucilazione in Bogorodsk, nell’eparchia di Mosca, dell’arciprete Konstantin Golubev, gli assassini lo ferirono solamente. Lo gettarono ancora vivo nella fossa, e iniziarono a riempirla di terra. L’infelice sollevò la testa dalla fossa e implorò di finirlo; la figlia che si trovava là pregava in ginocchio fra i singhiozzi che non seppellissero vivo il padre. Ma nessuno aiutò, e l’azione malvagia venne compiuta fino in fondo – lo seppellirono vivo.”
Padre Konstantin aveva servito a Bogorodsk per 23 anni. Quando il plotone di Guardie Rosse condusse il sacerdote dal carcere al luogo dell’esecuzione, dietro a lui si muoveva una fitta folla di persone. Quelli che gli erano più vicini sentivano come padre Konstantin ricordava le parole del Salvatore: “Non sanno quello che fanno”.
Così fucilarono padre Konstantin ai margini di una pineta e lo seppellirono in una piccola fossa semivivo – secondo alcuni testimoni oculari la terra “respirò” ancora per un poco di tempo. Successivamente chi passava nel luogo della fucilazione dell’arciprete seppelliva i piedi che spuntavano dalla terra e l’estremità della sua tonaca.
I testimoni della fucilazione del sacerdote ricordavano anche che insieme al padre venne fucilata una donna che lo aveva difeso senza paura, e un soldato che si era rifiutato di eseguire la condanna a morte. I loro corpi furono gettati nella stessa fossa.
Secondo le parole della figlia maggiore, Maria Konstantinovna, la sentenza fu eseguita da un certo Belov. La cattiva coscienza, evidentemente, turbava l’assassino. Varie volte gli apparve il defunto padre Konstantin. Ed ecco una volta, vedendo sua moglie uscire da casa con i capelli sciolti, Belov, in un impeto di follia, la scambiò per il sacerdote fucilato. Le sparò mentre usciva e la uccise, e successivamente si sparò.
Per molti decenni il luogo della morte di padre Konstantin è stato venerato dai pii abitanti di Bogorodsk, nonostante varie volte i senza Dio abbiano spianato la piccola collina, cercando di cancellare tutti i segni della sepoltura del martire. Ma i figli spirituali e quelli che onoravano padre Konstantin ogni volta la ricreavano, portavano fiori sulla tomba, icone e candele, accendevano lampade e celebravano panikhidi per l’arciprete ucciso.
Riconoscimento nel novero dei santi
Così la memoria del grande missionario e martire è arrivata fino ai nostri tempi, quando il Signore con tutta la forza manifestò la gloria del suo testimone e il 20 novembre 1995 furono recuperati i resti santi incorrotti dell’arciprete Konstantin, e anche i resti degli altri due martiri che hanno patito con lui.
Nel 1996 il sacerdote martire Konstantin Bogorodskij è stato canonizzato come santo locale dell’eparchia di Mosca, e nell’agosto del 2000 glorificato nel novero dei nuovi martiri Russi anche per la venerazione di tutta la Chiesa. La sua memoria ricorre il due ottobre (secondo il nuovo stile). I resti santi del sacerdote martire Konstantin riposano nella cattedrale Bogojavlenskij di Noginsk (Bogorodsk), chiesa in cui egli servì il trono di Dio per più di vent’anni.
I fedeli ortodossi di Bogorodsk e i pellegrini di altre città vengono a inchinarsi ai resti santi del sacerdote martire Konstantin e degli uccisi con lui. Conservano nel cuore la speranza che questi testimoni della fede di Cristo dei primi anni della persecuzione contro la santa Chiesa sono oggi davanti al Trono di Dio nella folla degli innumerevoli Santi suoi eletti – ed essi pregano per noi .