Innanzitutto, vorrei esprimervi la mia più profonda gratitudine alla Comunità di Sant'Egidio per avermi invitato qui a Roma.
Sono anche onorato di aver avuto l'opportunità di parlare in questo Forum durante l’Incontro di preghiera per la pace di quest'anno, che ha come tema "Il Grido della pace".
Ora, il tema che mi è stato assegnato è "Religione, dialogo e pace".
Nel XXI secolo, i conflitti armati e le violazioni dei diritti umani non sono cessati e il ciclo di violenza e odio sta continuando. I principi nazionalistici stanno scuotendo il mondo e si cominciano a tracciare nuove linee di demarcazione.
Noi, religiosi del Giappone, rispondendo all'appello di Sua Santità Papa Giovanni Paolo II nell'ottobre 1986, ereditando lo Spirito di Assisi dell'Incontro di preghiera dei religiosi per la pace nel mondo tenutosi ad Assisi, in Italia, nell'agosto dell'anno successivo, abbiamo invitato i religiosi del mondo a riunirsi nuovamente sul Monte Hiei, la montagna madre del buddismo giapponese, per impegnarsi in un dialogo sincero e nella preghiera.
Da allora, per 35 anni, è diventato un luogo in cui le religioni rispettano le reciproche tradizioni, riconoscono i reciproci valori e lavorano per costruire la pace condividendo la loro saggezza per superare i mali che minacciano la società umana dall'inizio dei tempi, vale a dire guerre, conflitti, violazioni dei diritti umani e problemi ambientali. In questi 35 anni anche i legami tra i credenti religiosi sono stati cementati.
Tuttavia, se guardiamo al mondo, nonostante i nostri desideri, vi sono ancora molti i conflitti in varie parti del mondo. Guardando indietro nella storia dell'umanità, vediamo che siamo stati colpiti da numerose guerre. Ci sono stati più periodi di guerra in qualche parte del mondo che periodi senza guerra.
Secondo fonti delle Nazioni Unite, tra il 1945 e il 1992, più di 23 milioni di persone sono state uccise in guerre e conflitti. Più ci avviciniamo ai giorni nostri, più il numero di morti per guerra continua a crescere. In particolare, la Seconda guerra mondiale ha causato un numero di vittime quasi cinque volte superiore a quello della Prima guerra mondiale, oltre a provocare danni più ingenti in un periodo di tempo più breve. Questo può essere dovuto alla produzione di armi altamente letali, tra cui le bombe atomiche. Questo perché la modernizzazione delle armi ha coinvolto non solo i soldati, ma anche civili innocenti.
Oltre a queste guerre e conflitti, abbiamo dovuto affrontare una nuova sfida mai sperimentata prima: la pandemia da coronavirus.
Alcuni esperti hanno suggerito che la distruzione ecologica possa essere un fattore, che ha fatto scatenare questa epidemia di coronavirus.
D'altra parte, il disastro causato dal coronavirus ha avuto l'effetto di cambiare la nostra consapevolezza circa i problemi ambientali. In un sondaggio volto alla sensibilizzazione del pubblico condotta dal governo giapponese, alla domanda in merito al cambiamento di consapevolezza delle questioni ambientali, innescato dal coronavirus, è stato chiesto agli intervistati se ritenessero che la protezione dell'ambiente dovesse essere perseguita anche a costo di qualche sacrificio nella loro vita, e circa il 70% degli intervistati ha risposto "fortemente d'accordo" o "un po' d'accordo".
Questo ci ricorda che la società umana è strettamente legata all'ambiente naturale.
In questo contesto di maggiore interesse per le questioni ambientali nella società nel suo complesso, noi leader religiosi giapponesi ci siamo concentrati sulle questioni ambientali in occasione del 35° anniversario del Vertice religioso di Hieizan, tenutosi nell'agosto di quest'anno in occasione del "World Religions Peaceful Prayer Gathering" sul tema "Climate Change and the Responsibility of Religious People" (Il cambiamento climatico e la responsabilità dei leader religiosi).
Il simposio è durato solo un giorno, il 4 agosto, e ha incluso conferenze commemorative e un simposio con la partecipazione di ospiti invitati dall'estero. Il risultato del simposio, comunicato attraverso il “Messaggio Hieizan 2022” è stato questo, ossia che "dovremmo pensare a cosa significa vivere meglio e cercare di cambiare il nostro modo di pensare dallo stile di vita convenzionale, orientato alla crescita economica a uno stile di vita orientato all'ambiente (simbiotico), che è un modo di vivere più umano. In questo senso, i religiosi hanno un ruolo importante da svolgere e le loro responsabilità sono molto pesanti.”
Il progresso scientifico e tecnologico ha favorito lo sviluppo economico e migliorato la nostra vita. D'altra parte, è ormai chiaro che l'insaziabile desiderio dell'uomo sta distruggendo le regole della natura e creando problemi ambientali.
Le religioni hanno comunemente diffuso i loro insegnamenti incorporandovi una visione della natura e dell'ambiente, come il clima e i cambiamenti climatici, e hanno insegnato un modo di vivere in armonia con la natura. La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP) della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti (UNFCCC), un'iniziativa di portata mondiale, è iniziata nel 1992. Tuttavia, la realtà è che non tutti i Paesi stanno allo stesso passo e ciò è dovuto all'interesse nazionalistico. Questo vale anche per la guerra, e l’invasione di un altro Paese non è assolutamente accettabile. Il dialogo è il primo modo efficace per risolvere questi problemi.
Nel suo messaggio di pace per il 30° anniversario del Vertice religioso di Hieizan, Sua Santità Papa Francesco ha espresso l'importanza di costruire uno spirito di dialogo e di amicizia, attraverso questo messaggio: "Per aprire nuove strade alla pace nella famiglia dell'umanità, [il Vertice religioso di Hieizan] ha reso possibile la cooperazione dei credenti di tutte le religioni del mondo”. Ha inoltre indicato l'importanza di costruire uno spirito di dialogo e di amicizia. Inoltre ha ricordato che la preghiera "ci motiva a lavorare per la pace e ci permette di rispettarci più profondamente come esseri umani".
Crediamo che il dialogo interreligioso possa avvenire solo quando ci comportiamo l'uno verso l'altro da pari a pari, rispettando e comprendendo l'altro.
Per raggiungere la vera pace nel mondo, è importante riconoscere la diversità dei valori degli altri e diventare buoni amici, nella convivenza.
1.200 anni fa, Saicho, il fondatore della scuola giapponese Tendai che nasce dal buddismo Mahayana, che dà grande importanza all'altruismo, predicava che "è difficile per una persona capire, ma è facile per tutti capire". Ciò significa che è importante raggiungere la perfezione attraverso gli sforzi congiunti di molte persone.
Credo fermamente che se continuiamo a dialogare e a pregare, riunendo la saggezza delle religioni del mondo, saremo in grado di trovare indizi per risolvere diversi problemi.
Per realizzare la vera pace, rafforzeremo ulteriormente i legami di solidarietà tra i religiosi riuniti qui a Roma e continueremo ad agire in uno spirito di altruismo disinteressato.
Grazie per la vostra cortese attenzione.