Innanzitutto vorrei ringraziare la Comunità di Sant'Egidio e l'Arcidiocesi di Parigi per il loro caloroso invito. Noi, vescovi e suore provenienti dalla Cina e persone provenienti da diversi paesi del mondo, senza distinzione di sesso e religione, ci siamo riuniti qui con la comune prospettiva di pregare per la pace nel mondo. Sono il vescovo Joseph Huang Bingzhang della diocesi di Shantou, nella Cina meridionale.
Sappiamo molto bene che la pace è un dono di Dio, è la comune aspirazione di tutti coloro che la amano, è l’obiettivo e il sogno comune per cui lottiamo per tutta la vita.
Nel mondo di oggi le guerre, le epidemie, il divario tra ricchi e poveri, le discriminazioni razziali e di genere, gli stravolgimenti climatici e molti altri fattori hanno spezzato l’amicizia, l’unità e l’armonia nei rapporti tra le persone, e molti cadono nella confusione, nell’impotenza e nell’indifferenza. Proprio perché il mondo è scivolato in una situazione così pericolosa, dovremmo in ogni momento ricordare l’insegnamento del Signore Gesù: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio”. (Matteo 5, 9)
Dobbiamo essere portatori e realizzatori della pace. Il Sinodo dei Vescovi del 2023 ha proposto il concetto di “camminare insieme”. Papa Francesco in diverse occasioni ha più volte invitato l’umanità a ricercare la grande unità, di fronte al Creatore l’umanità è una grande famiglia e la terra è una casa comune, dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri, soprattutto dei poveri e dei deboli. Questo concetto della fraternità universale è espresso in modo molto chiaro da Papa Francesco nella sua enciclica Fratelli Tutti. Perché “una religione pura e senza macchia davanti a Dio nostro Padre è questa: soccorrere gli orfani e le vedove nelle loro afflizioni e conservarsi puri da questo mondo”. (Giacomo 1,27).
La Chiesa cinese è una parte importante della Chiesa universale. Nel 1294 il francescano italiano Giovanni da Montecorvino fu inviato da Papa Niccolò IV in missione a Pechino. Nel 1582 il gesuita italiano Matteo Ricci arrivò a Macao, in Cina, dando inizio ad un'altra tappa importante della diffusione della Chiesa in Cina. I missionari non solo portarono l'avanzata civiltà scientifica occidentale, ma anche diffusero efficacemente il Vangelo, rispettarono la cultura tradizionale cinese, fecero amicizia con i letterati e conquistarono il favore e il rispetto del governo e della società, ponendo buone basi per l’opera missionaria della Chiesa in Cina.
Dopo la fondazione della Nuova Cina nel 1949 il governo attuò una politica di libertà di credo religioso e la missione evangelizzatrice e tutte le altre opere della Chiesa cinese si sono sviluppate. Attualmente la Cina conta 98 diocesi, 66 vescovi, più di 3.400 sacerdoti, circa 6 milioni di fedeli e più di 6.000 chiese e luoghi di attività. Secondo le statistiche, dal 2017 a oggi sono stati ordinati quasi 300 nuovi sacerdoti, ai quali si aggiungono 161 suore neo-promesse, e sono stati celebrati quasi 110.000 battesimi. Risultati notevoli sono stati ottenuti nell’evangelizzazione e nella carità.
L’apostolo Giacomo ha detto: “Un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace” (Giacomo 3, 18).
Nel “Xue Er”, il primo libro dei Dialoghi di Confucio, è scritto: “La funzione del rito è l’armonia tra le persone”. Il popolo cinese ama la pace, cercare ciò che unisce, l’armonia nonostante la diversità, l’aiuto vicendevole nei momenti di difficoltà, la carità: sono virtù tradizionali della straordinaria cultura cinese.
Da più di 700 anni la Chiesa che vive in quel vasto paese che è la Cina porta avanti l’insegnamento biblico che “c’è più gioia nel dare che nel ricevere” (Atti 20, 35), il valore del dare con generosità e gioia, che è passato poi per San Francesco d’Assisi e i santi delle generazioni successive, penso in particolare alle opere pie di Santa Teresa di Calcutta per i poveri e i deboli, al grande impegno per l’avvio di servizi sociali e opere caritatevoli.
Secondo le statistiche, ad oggi le strutture di beneficenza aperte dalla Chiesa cattolica in tutta la Cina sono260, tra cui 121 istituti per anziani, 8 ospedali, 99 ambulatori medici, 10 centri per bambini disabili, 13 asili nido e 8 fondazioni caritatevoli. Ovunque la Chiesa cattolica investe risorse per i bambini che non possono andare a scuola, per sostenere le popolazioni vittime di calamità, per aiutare gli anziani, i disabili, i lebbrosi, per prendersi cura dei malati di Aids e dei malati terminali, organizza raccolte e donazioni di sangue. Che si tratti di una pandemia globale o di una calamità naturale, tutti gli organi della Chiesa cattolica cinese si muovono attivamente, ogni anno per la Domenica delle Palme incoraggiano il clero e i fedeli a donare denaro o generi vari in modo da fornire aiuti tempestivi a tutte le popolazioni nel bisogno, sia dentro che fuori la Cina. Jinde dell’Hebei, Guangqi di Shanghai, Fangzhou di Nanchino e altre organizzazioni caritatevoli della Chiesa svolgono un ruolo molto attivo. Ad esempio nella mia diocesi di Shantou, nel 2014, abbiamo istituito la fondazione caritatevole Tian’ai, una via legale per raccogliere fondi e risorse in modo da migliorare la qualità e prolungare nel tempo tutte le opere di carità, come l’aiuto allo studio, sostegno ai poveri e agli anziani, le donazioni di sangue, il servizio ai lebbrosi, tutte opere straordinarie che hanno ottenuto vasti apprezzamenti da parte del governo e della società. Questi servizi e opere di misericordia costruiscono rapporti di pace sia nelle vite di queste persone povere e nelle loro situazioni di bisogno sia nella vita di chi li aiuta.
La presenza dei cattolici nella società cinese in questo modo può promuovere l’armonia sociale e costituire un esempio positivo per tutta la popolazione. Sono convinto che tutti a vari livelli possono dare un contributo per realizzare rapporti pacifici e non conflittuali.
Il defunto sociologo cinese Fei Xiaotong diceva: “Ognuno dovrebbe apprezzare ciò che è bello per sé e ciò che lo è per gli altri, ciò che è diverso ma bello può essere condiviso e così tutti sotto il cielo potranno essere in pace”.
In conclusione, la Chiesa cinese desidera approfondire assieme alla Chiesa universale i temi dello sviluppo della Chiesa, della sua missione sociale, dell’impegno comune per promuovere la pace nel mondo. Essere come San Francesco, che era amico dei poveri e profeta di pace, è l’aspirazione anche dei cattolici cinesi, essere buoni con il prossimo, amando i fratelli, amando la natura, rispettando l’ambiente, divenendo aperti e inclusivi, guarendo l'odio reciproco e l'indifferenza tra le persone. Attraverso la preghiera possiamo trasformare l’inimicizia in amicizia, apportando sapienza e forza alla costruzione di una comunità umana con una comune visione del futuro.
Camminiamo insieme e rendiamo gloria al Signore!
Grazie!