23 Settembre 2024 16:00 | Collège de France – Amphithéâtre Guillaume Budé
FORUM 10 - RICORDARE HIROSHIMA E NAGASAKI: IMMAGINARE UN MONDO SENZA ARMI NUCLEARI
parigiI testimoni di Hiroshima e Nagasaki stanno scomparendo. ''Dopo che le due bombe furono usate contro Hiroshima e Nagasaki, sono state costruite più di 70.000 armi nucleari e sono stati fatti più di 2.000 test. Ancora oggi abbiamo più di 12.500 armi nucleari, con potenza notevolmente superiore", sottolinea Andrea Bartoli (Comunità di Sant'Egidio) in un partecipatissimo panel a 'Immaginare la pace', il convegno internazionale a Parigi.
Toccante la testimonianza di Anna Ikeda coordinatrice dell' Ufficio per gli affari delle Nazioni Unite della Soka Gakkai Internazionale, associazione che lavora da anni al disarmo nucleare, di ispirazione buddista. Anna Ikeda, ha riportato la memoria di una ibakushia, cioè una superstite: “Una cara amica che abitava vicina a me stava aspettando sua madre che doveva rientrare a casa con i suoi quattro fratelli e sorelle. Più tardi, mi ha detto che il secondo giorno dopo il bombardamento, un grumo nero che si muoveva strisciò in casa. Subito pensarono che fosse un cane nero, ma presto si resero conto che si trattava della loro madre; lei collassò e morì quando infine raggiunse i suoi figli. Cremarono il suo corpo nel cortile”. "Chi merita di fare una simile morte? - ha domandato Ikeda - Nessuno! Eppure il nostro mondo continua a spendere miliardi di dollari per mantenere i nostri arsenali nucleari!".
Jean Marie Collin, direttore Ican e premio Nobel per la Pace nel 2017, ha messo in guardia dalla 'deterrenza nucleare' che accresce in maniera esponenziale il rischio nucleare nei maggiori conflitti attivi: "L'unica soluzione è metterle fuori legge". Al confronto è giunto anche un messaggio dell'Alta Rappresentante per gli Affari del Disarmo delle Nazioni Unite, Izumi Nakamitsu, che ha sottolineato come "l'unico modo di onorare le vittime è ricordarle e lavorare per il disarmo nucleare".
Ha portato una testimonianza in video messaggio Wester John Charles, arcivescovo cattolico, a Santa Fe, in New Mexico, dove fu testato il nucleare nel 1945, lasciando conseguenze fino ad oggi' L'arcivescovo ha sottolineato come, l'insistenza della Comunità di Sant'Egidio per la Pace "mi ha ispirato più volte a perseverare in questa causa del disarmo nucleare'.
E' intervenuto anche Emmanuel Dupuy, Presidente del “Institut Prospective et Sécurité en Europe”.
Toccante la testimonianza di Anna Ikeda coordinatrice dell' Ufficio per gli affari delle Nazioni Unite della Soka Gakkai Internazionale, associazione che lavora da anni al disarmo nucleare, di ispirazione buddista. Anna Ikeda, ha riportato la memoria di una ibakushia, cioè una superstite: “Una cara amica che abitava vicina a me stava aspettando sua madre che doveva rientrare a casa con i suoi quattro fratelli e sorelle. Più tardi, mi ha detto che il secondo giorno dopo il bombardamento, un grumo nero che si muoveva strisciò in casa. Subito pensarono che fosse un cane nero, ma presto si resero conto che si trattava della loro madre; lei collassò e morì quando infine raggiunse i suoi figli. Cremarono il suo corpo nel cortile”. "Chi merita di fare una simile morte? - ha domandato Ikeda - Nessuno! Eppure il nostro mondo continua a spendere miliardi di dollari per mantenere i nostri arsenali nucleari!".
Jean Marie Collin, direttore Ican e premio Nobel per la Pace nel 2017, ha messo in guardia dalla 'deterrenza nucleare' che accresce in maniera esponenziale il rischio nucleare nei maggiori conflitti attivi: "L'unica soluzione è metterle fuori legge". Al confronto è giunto anche un messaggio dell'Alta Rappresentante per gli Affari del Disarmo delle Nazioni Unite, Izumi Nakamitsu, che ha sottolineato come "l'unico modo di onorare le vittime è ricordarle e lavorare per il disarmo nucleare".
Ha portato una testimonianza in video messaggio Wester John Charles, arcivescovo cattolico, a Santa Fe, in New Mexico, dove fu testato il nucleare nel 1945, lasciando conseguenze fino ad oggi' L'arcivescovo ha sottolineato come, l'insistenza della Comunità di Sant'Egidio per la Pace "mi ha ispirato più volte a perseverare in questa causa del disarmo nucleare'.
E' intervenuto anche Emmanuel Dupuy, Presidente del “Institut Prospective et Sécurité en Europe”.
Al termine Andrea Bartoli ha consegnanto a ciascuno dei partecipanti un nome, scritto su un foglio, di una persona uccisa dal nucleare ad Hiroshima, da portare ad altri.