23 Settembre 2024 16:00 | Hôtel de Ville - Salle du Conseil
FORUM 14 - I BAMBINI CHIEDONO PACE
parigiComprendere i bambini e amarli è cercare di interloquire spesso con qualcosa di invisibile. Vorremmo dare loro tutto, ma “sappiamo ascoltare le loro domande più profonde?” domanda Hilde Kieboom introducendo un confronto a più voci a Parigi, all’incontro internazionale di Sant’Egidio ‘Immaginare la pace’, proprio dedicato ai piccoli.
Dominique Versini, vice sindaco di Parigi, è direttamente coinvolta nei ripetuti arrivi di minori non accompagnati, dopo viaggi di pericoli e violenze, da famiglie sacrificate pur di dare loro futuro. "Proteggeteci dalle violenze, anche a scuola”, dicono. Quando ogni cinque giorni in Francia un bambino muore di percosse in famiglia e uno su dieci è esposto a violenza sessuale, va ribadito il diritto di non vivere nella guerra o nella più grande miseria.
Il vescovo cattolico ucraino Vitaliy Krivitskiy, riporta non solo i numeri del dramma, ma le voci dei bambini: "Non andare mai in rifugio sotterraneo a scuola", "Tornare a casa", "Vorrei che mio padre stesse bene in cielo","Le persone saranno tutte volontarie e si aiuteranno a vicenda". Aggiunge il vescovo: i volontari sono difensori senza armi. I nostri bambini “sanno che il loro padre non tornerà a casa dal fronte se la comunità internazionale non sarà interessata a una giusta risoluzione del conflitto”.
Adriana Gulotta coordina le Scuole della Pace di Sant'Egidio e ricorda che le guerre si accaniscono contro i bambini anche quando i riflettori dei media non sono accesi, come in Sudan o nel Nord del Mozambico. “Uccidere i bambini, infatti, non è più un tabù nel nostro mondo”, dice, condividendo anche una grande preoccupazione per “una generazione che vive di emozioni è sempre più incapace di empatia, ragazzi che hanno con sé i coltelli per farsi rispettare e poi finiscono per uccidere. Spesso senza un motivo”. A volte solo per rabbia, incapacità di gestire il conflitto, invidia. Ma è “il mondo adulto ad avere sostituito, per primo, i sentimenti con le emozioni... le emozioni sono brevissime, e la vita diviene una corsa continua alla loro ricerca”. Quando la situazione è insostenibile per troppi bambini nel mondo, Gulotta ribadisce che “noi non siamo impotenti. Ovunque ci si può prendere cura e responsabilità, non solo nelle nostre scuole della pace o nelle famiglie, sempre più caricate di oneri”.
Latifa Ibn Ziaten è testimone, anche come presidente della Association pour les jeunes et la paix (Imad), della passione perché i giovanissimi in Marocco non cadano, per un vasto senso di disagio ed estraniamento, nella disperazione e nella tratta dell’emigrazione.
Elena Malaguti, pedagogista dell’Università di Bologna, segnala quanto in Italia cali la tensione educativa, la sfida di educare alla pace e alla condivisione quando la cultura è di performance e sopraffazione. Quando le istituzioni indietreggiano, le nuove generazioni devono ricostruire sistemi di protezione, reti di collaborazione fra chi ha diversi ruoli e competenze, in aiuto dei più feriti, affinché si possa parlare di resilienza: perché, dice "non c'è nulla che può cancellare quello che viviamo. Non puoi crescere se non hai un noi che può aiutare a capire, quando sei un piccolo e qualcosa nel tuo mondo salta mentre tu sei impotente”.
Padre Enzo Fortunato, riporta la coinvolgente esperienza della “giornata mondiale dei bambini” con Papa Francesco, affermando che fare posto all'incontro con migliaia di bambini, quelli che sanno insegnare ai grandi che “perdonare e chiedere scusa è il metodo della pace”, è la risposta della Chiesa che esce dall'angolo, dalla paura di essere luce e profezia.